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L’Accademia della Conoscenza: I Laboratori di Forum PA per supportare il processo di Riordino

La sfida del Riordino per la Crescita del Paese: dal dire al fare (cosa, come, chi)

La conoscenza motore del riordino della governance locale e dello sviluppo

Il Governo ha varato la legge 56/14 sul riordino della Pubblica Amministrazione locale, che  si configura anche come risposta adeguata al processo di sviluppo dal basso innescato dalla strategia Place Based di Europa 2020.

Il riordino deve quindi essere visto come una opportunità imperdibile per riorganizzare il Paese in Sistemi Territoriali in grado di liberare e valorizzare le potenzialità inespresse delle realtà economiche locali, obiettivo che implica la necessità di fare sistema fra tutti gli attori territoriali attraverso Intese e Alleanze per lo sviluppo.

Alcune esperienze di successo hanno fatto emergere l’importanza di valorizzare la conoscenza a supporto della definizione di scelte, strategie e piani condivisi dei nuovi Sistemi Territoriali, con un processo di Governance multilivello della programmazione locale, di area vasta, regionale e nazionale che richiede la liberazione e la condivisione della Conoscenza fra gli attori dei vari livelli.

Forum PA ha messo a punto un nuovo paradigma, basato su modelli, piattaforme e servizi innovativi per la liberazione, la gestione e la valorizzazione della Conoscenza e un modello innovativo di piattaforma di analisi, perfettamente coerente con il paradigma di liberazione dei dati.

I riscontri positivi emersi dal confronto con le Amministrazioni pilota e con il Ministero per le Regioni e le Autonomie hanno indotto Forum PA a progettare una iniziativa (“Accademia della Conoscenza per il Riordino e lo Sviluppo”) per la valorizzazione e promozione della Conoscenza a supporto del processo di riordino e delle altre iniziative che saranno promosse dal Governo e dalle Regioni per rilanciare la competitività del Paese.

 

Il Riordino delle Autonomie e l’ammodernamento del sistema Italia

Conoscenza, Innovazione e Riordino leve per la Crescita del Sistema Paese

Intervento di Rosario Trefiletti a FORUM PA 2014

Intervento di Stefano Sepe a FORUM PA 2014

Intervento di Raffaele Cantone a FORUM PA 2014

“E’ passato meno di un mese dal mio insediamento ma posso già dire che uno degli nostri obiettivi sarà valorizzare i rapporti con la Pubblica Amministrazione”. Intervenendo a FORUM PA 2014, il Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone ha evidenziato come l’organismo da lui presieduto debba “aumentare le sue funzioni ispettive e di vigilanza” verificando la validità e l’applicazione delle norme anticorruzione. Ciò è possibile “responsabilizzando i pubblici amministratori, chiedendo alla PA stessa una sempre maggiore trasparenza e mettendo in rete le risorse a disposizione”. Questo perché “è più facile prevenire le infiltrazioni mafiose rispetto a quelle di tipo corruttivo, nelle quali la mazzetta viene sempre più spesso sostituita da altri metodi più difficili da individuare”. All’interno della Pubblica Amministrazione, in sostanza, “è necessario individuare dei responsabili  dell’anticorruzione che possano diventare l’interfaccia” dell’Autorità. E al contempo dai Nuclei di Valutazione deve arrivare “un’assunzione di responsabilità” se si pensa che “su 15 grandi città italiane “solo Roma ha nominato un Organismo Indipendente di Valutazione (O.I.V.)”.

Quanto al decreto legge ad hoc per l’Expo richiesto più volte dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, Cantone ha detto che “si richiedono tempi fisiologici” dal momento che è appena terminata la campagna elettorale. “Quando ci sarà il provvedimento – ha aggiunto – io sarò pronto”.

Intervento di Antonio Meola a FORUM PA 2014

Intervento di Mario Bolzan a FORUM PA 2014

Intervento di Giovanni Urbani a FORUM PA 2014

La bellezza salverà pure il mondo, ma riuscirà la “valutazione delle performance” a salvare l’Italia?

Condurre correttamente la valutazione delle politiche pubbliche e delle prestazioni amministrative, non garantisce l’accettazione politica e culturale dell’informazione valutativa né la sua integrazione nei processi decisionali e di gestione, come esercizio di responsabilità pubblica e incentivo all’apprendimento. Non è neanche realistico attendersi a breve in Italia un cambiamento immediato delle politiche, del merito e delle pratiche amministrative come effetto dei suggerimenti valutativi. La complessità dei processi decisionali non permette di isolare il contributo della valutazione, soprattutto, quando questa è un insieme di approcci, metodi e tecniche attraverso cui si generano informazioni eterogenee (es. monitoraggio, controllo finanziario, misurazione di performance, impatto dei programmi, ecc). Il vero problema è di natura culturale: il politico deve essere aperto a capire come, dove e perché i programmi funzionano o meno e il valutatore (e/o il dirigente), è chiamato a dire la verità al potere – speak truth to power (Wildawsky) – senza ipocrisie retoriche autointeressate a favore dello status quo.

Il ciclo delle performance e la connessa valutazione funzionano se concepiti come una politica, e cioè come una serie di interventi intenzionali (processi, strumenti) per trattare problemi. Il miglioramento della produttività, della qualità e dell’utilità della p.a., che si auspica di ottenere per il Paese con la valutazione, sarà veramente strumento per la crescita e l’innovazione solo se condotto in modo democratico, mobilitando le risorse degli amministratori, dei cittadini e delle imprese.