#RivoluzionePA: quattro appuntamenti #FPA14 per innovatori radicali

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Siamo nel mese delle riforme, quella della PA e quella del terzo settore, che arrivano in risposta a dinamiche profonde e ormai evidenti di trasformazione sociale oltre che economica. La domanda che mettiamo al centro, in particolare, di una serie di appuntamenti a FORUM PA è proprio questa: a cosa serve la PA? Quella che abbiamo, per quanto “riformata”, è la PA che ci serve?

15 Maggio 2014

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Redazione FORUM PA

Siamo nel mese delle riforme, quella della PA e quella del terzo settore, che arrivano in risposta a dinamiche profonde e ormai evidenti di trasformazione sociale oltre che economica: dalla sharing economy, all’open data, dalle dinamiche di co-creazione alle nuove partnership. La domanda che mettiamo al centro di una serie di appuntamenti a FORUM PA è proprio questa: a cosa serve la PA?
Per fare questo non possiamo non mettere al centro le dinamiche emergenti nella società, per conoscere prima di governare e abilitare i fenomeni emergenti fino ad essere in grado di rivoluzionare (con cognizione di causa) l’assetto interno della nostra amministrazione.

FORUM PA, insieme a diversi soggetti, associazioni e realtà impegnate a sperimentare nuovi modelli di governo, sta facilitando da tempo l’individuazione e la costruzione di una proposta per la nuova PA di cui abbiamo bisogno. Per questo ha dato vita al gruppo di lavoro “The Future of Government Group” (FoGG).
Il FoGG, in chiusura di FORUM PA 2014 e in parallelo con la chiusura della consultazione rivoluzione@governo.it (30 maggio), produrrà un testo proposta da integrare nella Riforma della PA Renzi/Madia, per avanzare verso la prospettiva di un cambiamento radicale e non solo un efficientamento della nostra amministrazione.

Oltre al convegno inaugurale, ecco gli appuntamenti da non perdere per chi crede che, oltre ai punti della Riforma Renzi – Madia, sia necessario interrogarsi sul senso della PA e darsi quanto prima una risposta operativa.


1) COINVOLGERE I CITTADINI E CO-CREARE SOLUZIONI. MODELLI E PRATICHE A CONFRONTO ( 27 maggio )
Con la partecipazione di Regione Lazio, Aiccon Non Profit, Associazione Rena, Open Ricostruzione, Fabio Viola su Gamification, Fabriq /Fondazione Brodolini, Centro Antartide Bologna, Cantiere Impero Roma e con il contributo degli studenti con il contributo degli studenti del corso di laurea “Scienze dell’amministrazione”, prof. Fabio Giglioni, Università La Sapienza Roma.

In breve Co-creazione e coinvolgimento sono le chiavi dei nuovi processi di produzione di valore pubblico. Il paradigma è del tutto nuovo, promettente e dilagante, emergendo dalla contaminazione tra modelli contigui che vanno dall’innovazione sociale all’economia collaborativa, dal government as a platform alla sussidiarietà orizzontale. Ma quale è il ruolo dei soggetti coinvolti? E quali sono le loro relazioni? E soprattutto, cosa fare per attivare l’engagement civico e liberare il potenziale della co-creazione? In una sessione di lavoro che ospita keynote di esperti e sperimentatori, presentazioni di soluzioni già applicate e proposte, sessioni di dibattito e confronto, identifichiamo le sfide concrete su cui lavorare nei prossimi mesi. Lo facciamo con il contributo della PA, dell’impresa sociale e dei cittadini attivi e con il supporto di esperti di facilitazione.
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2) DAL GOVERNO CON LA RETE ALLO STATO PARTNER ( 27 maggio )
Favorire la collaborazione e la partnership tra i diversi attori sociali, economici, culturali e istituzionali

Con la partecipazione di William Eggers, autore di “Governare con la rete” e “Solution Revolution”, Mauro Bonaretti, Segeretario generale presidenza del Consiglio dei Ministri e Debora Serracchiani, Presidente – Regione Friuli Venezia Giulia e con il contributo del Tavolo Future of Government e di ItaliaCamp.

In breve Nel panorama della pubblica amministrazione stanno sorgendo nuovi modelli di gestione e policy making. Un fenomeno che al momento è caratterizzato da forte spontaneità e mancanza di visione sistemica, ma che è sintomo evidente di una fortissima vitalità. Città e territori sono diventati fucine di innovazione: dal welfare sussidiario, alla mobilità, dalle soluzioni per la salvaguardia dell’ambiente e la sostenibiltà energetica al ritorno della produzione artigiana attraverso i fab lab, dai social network di prossimità alla gestione innovativa dei beni comuni. Stiamo assistendo alla nascita di un government del futuro e, anche se non sappiamo bene che forma avrà, possiamo creare un quadro di riferimento corerente a livello nazionale per comprenderlo meglio e cercare di portarlo a sistema. Il key note di W.D. Eggers fornirà la cornice attraverso cui si snoderà il dibattito.
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3) BEYOND TRANSPARENCY: LA VIA ITALIANA ALL’OPEN DATA ENGAGEMENT/* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:”Tabella normale”; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-priority:99; mso-style-qformat:yes; mso-style-parent:””; mso-padding-alt:0cm 5.4pt 0cm 5.4pt; mso-para-margin-top:0cm; mso-para-margin-right:0cm; mso-para-margin-bottom:10.0pt; mso-para-margin-left:0cm; line-height:115%; mso-pagination:widow-orphan; font-size:11.0pt; font-family:”Calibri”,”sans-serif”; mso-ascii-font-family:Calibri; mso-ascii-theme-font:minor-latin; mso-fareast-font-family:”Times New Roman”; mso-fareast-theme-font:minor-fareast; mso-hansi-font-family:Calibri; mso-hansi-theme-font:minor-latin;}( 28 maggio )
Con la partecipazione, tra gli altri, di Alberto Cottica, David Osimo, Maurizio Napolitano, Flavia Marzano, Vincenzo Patruno, Dimitri Tartari, Vittorio Alvino

In breve L’implicazione degli open data che ci sta più a cuore è infatti quella che ne fa non solo uno strumento di trasparenza ma anche e soprattutto un veicolo di partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica. Dobbiamo quindi spenderci il più possibile affinché abbia inizio una seconda fase degli open data, centrata non tanto sul lato dell’offerta di dati pubblici quanto piuttosto sul lato della domanda, della fruizione e del riutilizzo dei medesimi da parte di cittadini e imprese. Insieme ad alcuni fra i più titolati esperti in ambito nazionale ed internazionale, condurremo una riflessione su come e perché i cittadini utilizzano i dati aperti e cercheremo di delineare alcuni percorsi atti a far sì che i dati arrivino ai cittadini in modo facilmente fruibile; che i destinatari dei dati (cittadini, imprese, enti intermedi) siano stimolati a farne un uso effettivo e a domandarne altri; che si diffonda la prassi del “data driven decision making”; che si creino dei “milieu” adatti a sviluppare una cultura dell’engagement fondata sull’uso del patrimonio informativo pubblico.
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4) “TWIST AND SHARE. LA PA ALLA SVOLTA DELL’ECONOMIA COLLABORATIVA” ( 29 maggio )
Con la partecipazione di Luigi Nieri –Vicesindaco di Roma Capitale, Airbnb Italia, Uber Italia, ShareNL (la piattaforma che sfacendo di Amsterdam la prima sharing city europea),HousingLab, Sharexpo, Labsus – Laboratorio per la Sussidiarietà Comune di Bologna, European Freelancer Network, Cocoon Projects e Societing. <!–![endif]__comment__end__

In breve Tutto il mondo sta riscoprendo  il paradigma della condivisione. Si tratta di un vero e proprio movimento globale, reti di reti che si intersecano modificando l’intera filiera di creazione del valore, superando la dicotomia pubblico – privato. Dall’accesso alle risorse, alla produzione, dal consumo fino all’ideazione e alla progettazione di prodotti e servizi, ogni fase del processo è sempre più connotata da pratiche e sviluppi di natura collaborativa. E la PA? Come sempre, che lo voglia o meno, è un interlocutore dei soggetti attivi dell’economia collaborativa. Ma può fare di più. La PA può entrare nel movimento e prendere appieno il suo ruolo: governare e accelerare la diffusione di impatti positivi per le comunità. Cosa sceglierà? Su twitter: #SharePA
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In breve Tutto il mondo sta riscoprendo il paradigma della condivisione. Si tratta di un vero e proprio movimento globale, reti di reti che si intersecano modificando l’intera filiera di creazione del valore, superando la dicotomia pubblico – privato. Dall’accesso alle risorse, alla produzione, dal consumo fino all’ideazione e alla progettazione di prodotti e servizi, ogni fase del processo è sempre più connotata da pratiche e sviluppi di natura collaborativa. E la PA? Come sempre, che lo voglia o meno, è un interlocutore dei soggetti attivi dell’economia collaborativa. Ma può fare di più. La PA può entrare nel movimento e prendere appieno il suo ruolo: governare e accelerare la diffusione di impatti positivi per le comunità. Cosa sceglierà? Su twitter: #SharePA
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