Bye bye banche, il prestito arriva dal basso: è il social lending

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Avete sicuramente sentito parlare del social lending, ma a molti non avrà detto molto. E’ il nuovo fenomeno nato dalla rete e dalla teoria della condivisione che, mettendo radici in un’altra tendenza in atto, quella del crowdfunding, permette un accesso agevolato al credito a coloro che magari se lo sono visto negare dalle banche. Come è possibile? Un sistema di finanziamento tramite il quale i privati fanno prestiti a privati, con tassi vantaggiosi e su piattaforme autorizzate e monitorate dalla Banca d’Italia. L’autrice di quest’articolo “folgorata dal Social Business di Yunus e della sua Grameen Bank, sempre più desiderosa di conoscere le opportunità di questo strumento di “finanza dal basso”, è arrivata all’ideazione del progetto Sociallending. Scopriamone di più.

6 Luglio 2015

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Ida Meglio

Avete sicuramente sentito parlare del social lending, ma a molti non avrà detto molto. E’ il nuovo fenomeno nato dalla rete e dalla teoria della condivisione che, mettendo radici in un’altra tendenza in atto, quella del crowdfunding, permette un accesso agevolato al credito a coloro che magari se lo sono visto negare dalle banche. Come è possibile? Un sistema di finanziamento tramite il quale i privati fanno prestiti a privati, con tassi vantaggiosi e su piattaforme autorizzate e monitorate dalla Banca d’Italia. L’autrice di quest’articolo “folgorata dal Social Business di Yunus e della sua Grameen Bank, sempre più desiderosa di conoscere le opportunità di questo strumento di “finanza dal basso”, è arrivata all’ideazione del progetto Sociallending“. Scopriamone di più.

Sociallending è pensata come la piattaforma di crowdfunding basata sul social lending, strumento di inclusione sociale, di guida e facilitazione all’accesso al credito (senza essere banca) e per tutti coloro che han voglia di fare e non sanno come. Ad esempio, i giovani immigrati di seconda generazione. Senza mettere da parte i giovani nostrani, che per quanto la crisi, un occhio di riguardo almeno sulla carta lo hanno, ci sono motivi importanti per cui i coetanei stranieri possono essere punto di partenza strategico: per la loro forte competenza in campo digitale; per la loro capacità di coinvolgimento nelle idee imprenditoriali; per la maggiore chiusura delle banche verso gli stranieri con tassi applicati maggiori rispetto a quelli praticati per gli Italiani; per la voglia dei giovani immigrati di mettersi in gioco seriamente, come i propri coetanei italiani. Sul lato occupazione, a cui non si può prescindere anche in prospettiva di un’integrazione sociale di successo, a elevati tassi di disoccupazione comuni, si aggiunge la segmentazione e etnicizzazione del mercato del lavoro, dove gli stranieri, nei gradini più bassi della scala sono relegati in lavori poco pagati, faticosi e dequalificanti, senza alcun rapporto con le reali competenze professionali e i livelli di istruzione acquisiti nei paesi d’origine. Si collocano in questo quadro anche forme comuni di razzismo utilitario, gli immigrati sono i benvenuti se ci servono e devono invece essere respinti se inutili dal punto di vista economico o se bisognosi di sostegno sociale.

Il lavoro autonomo è percecipito come un’opportunità di superamento di un svataggio sociale

Siamo convinti che i nostri studi di fattibilità e replicabilità di Sociallending possano condurre ad un modello di prestito sociale attraverso il Crowdfunding, utilizzabile per chiunque a rischio esclusione sociale e soprattutto trappola povertà e quindi non mettiamo assolutamente da parte l’ applicazione anche per i giovani italiani, anzi. Attraverso una piattaforma di Crowdfunding di prestito sociale basata su un sistema di networking digitale, a differenza delle due piattaforme conosciute di Crowdlending in Italia, abbiamo ragionevoli motivi che il nostro servizio possa essere la prima vera piattaforma conforme alle effettive caratteristiche di questo modello di finanza dal basso, essendo semplicemente il primo e rivoluzionario Social Network che mette in contatto individui e filantropi, organizzazioni e rappresentanti di comunità etniche disposti a prestare e persone immigrate/straniere che cercano un prestito facilitando una attività di social lending in microprestiti senza fornire servizi di pagamento e spese di intermediazione finanziaria.

Generare più impatto sociale crea anche un nuovo impatto economico

Sociallending nasce da studi importanti condotti sull’innovazione sociale vista come un grande ombrello, sotto il quale coesistono vari ambiti su cui intervenire: uno di questi, è la finanza d’impatto. Il crowdfunding di per se, al di là di ogni sua applicazione sociale o meno, dilaga nel campo dell’innovazione in generale: ciò significherebbe una rivoluzione in un mondo spietato come quello finanziario, partendo proprio dal basso. Visti i successi a livello mondiale, si possono mobilitare delle risorse finanziarie significative, magari non di importo elevato e concedere piccoli prestiti ad alcune migliaia di persone; tutto questo sarà importante contributo al superamento della crisi attuale, un obiettivo realistico e possibile. Le maggiori criticità sono rappresentate dalla necessità di approvvigionamento finanziario minimo indispensabile per la creazione di un piccolo fondo a garanzia da mettere a disposizione dei finanziatori dei vari progetti, sebbene il rischio insolvenza verrà in parte diversificato con la possibilità che ogni progetto, potrà essere sostenuto da più finanziatori e ridotto con l’utilizzo di microassicurazioni a copertura.

Una piattaforma di Crowdlending No profit in Italia, non istituto di pagamento, è un’opportunità di dar vita a una nuova forma di Social Banking basato sull’economia collaborativa digitale. Definito il concetto di innovazione, è importante capire che essa è applicabile a qualsiasi mercato o prodotto, si possono facilitare la creazione di processi innovativi, ma sicuramente non sono gli unici elementi necessari per innovare. L`innovazione richiede intuito, iniziativa e coraggio e bisogna soprattutto saper rischiare. Sperare che una attività di microcredito attraverso il social lending possa risolvere da sola il problema del credito può essere un’illusione, tuttavia ci sono ragionevoli speranze, visti anche i successi di modelli simili, che si possano mobilitare delle risorse finanziarie significative, sia pure di importo non elevato e a concedere piccoli prestiti ad alcune migliaia di persone, tutto questo potrà dare un importante contributo al superamento della crisi attuale e questo è senz’altro un obiettivo realistico e possibile.

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