Empowerment dei dipendenti pubblici. L’esperienza della Regione Emilia Romagna

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Nel capitolo di bilancio dedicato alla formazione del personale della regione confluiscono circa 900mila euro l’anno. Un piano formativo legato a esigenze organizzative, a strategie di sviluppo di nuove capacità digitali e competenze comportamentali, alla formazione obbligatoria sulla sicurezza e a quella tecnica specialistica sulle integrazioni normative della PA. La regione con FPA ha avviato “Accademia Emilia Romagna”, un’azione di formazione on line personalizzata disegnata secondo alcune scelte operative e su tre aree tematiche dell’amministrazione digitale. Ne abbiamo parlato con Valentina Fiorentini, Referente del Servizio Sviluppo delle Risorse Umane della Giunta regionale e del Sistema degli Enti del SSR

6 Dicembre 2017

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Patrizia Fortunato

Lo abbiamo visto con la Ricerca sul Pubblico Impiego di FPA, la Pubblica Amministrazione italiana è segnata da un limitato ricorso all’aggiornamento professionale dei propri dipendenti, se non sui temi per i quali la formazione è obbligatoriamente prevista per legge. Eppure alcune regioni stanno sperimentando modelli di e-learning per aiutare i propri dipendenti nello sviluppo di nuove competenze, e questo ci incoraggia ad ascoltarle.

L’esperienza a noi più immediata è quella della regione Emilia-Romagna che con FPA ha avviato “Accademia Emilia Romagna”, un’azione di formazione on line personalizzata disegnata secondo le proprie scelte operative e su tre aree tematiche dell’amministrazione digitale: Comunicazione Social, Procurement Pubblico e Open Data. Tre cicli formativi ciascuno costituito da tre webinar, di cui abbiamo già condiviso i primi risultati in un nostro articolo.

Con Valentina Fiorentini, Referente del Servizio Sviluppo delle Risorse Umane della Giunta regionale e del Sistema degli Enti del SSR, abbiamo parlato del percorso di empowernment avviato dalla regione.

Dal punto di vista del rafforzamento delle competenze tecniche e conoscenze del personale, la regione sta completando un panorama di formazione che intercetta bisogni formativi legati a esigenze organizzative, a strategie di sviluppo di nuove capacità digitali e competenze comportamentali, alla formazione obbligatoria sulla sicurezza e a quella tecnica specialistica sulle integrazioni normative della PA.

“La regione si sta dotando di strumentazioni e metodologie innovative. Ha una piattaforma interna di Moodle – afferma Fiorentini -, nel senso che ha un servizio dedicato alla implementazione di una serie di progetti formativi normalmente blended learning che rivolge alle istituzioni pubbliche territoriali – ASL, comuni”; preferisce modalità didattiche fruibili, come i webinar, in modo da raggiungere circa 4mila dipendenti a vario livello, che operano su alcuni temi specifici e in sedi diverse; è partita dalla promozione di sviluppo di competenze più semplici a quelle più innovative, legate al “middle management”, che ha intenzione di sviluppare nei prossimi due anni. Il progetto e-learning è lo sviluppo di una cultura aziendale che passa attraverso temi nodali quali la privacy, la trasparenza, l’accesso e l’anticorruzione.

Obiettivo della regione è migliorare il livello di competenza dei propri dirigenti affondando nella e-government e nella e-leadership e per i prossimi due anni ha interesse a sviluppare maggiormente il tema degli Open data, anche per una serie di obblighi sul tema della trasparenza.

“Ci aspettiamo un cambiamento culturale nelle persone per il riflesso che l’uso di tecnologie ha sul processo di lavoro, più che per la capacità di utilizzare strumenti digitali – continua Fiorentini -. Di fatto con l’uso di device personali tutti sono in grado di comprendere il funzionamento dei dispositivi tecnologici”.

Il fabbisogno formativo dei singoli dipendenti non è tra le priorità della programmazione didattica regionale che punta a un obiettivo principale: quello di trasformare nei prossimi anni l’organizzazione con modelli organizzativi a matrice. “Questo elemento, al di là dei fabbisogni specifici che possono richiedere le singole direzioni, – spiega Fiorentini – condiziona il piano formativo regionale perché è un obiettivo politico dato, che la fa da padrone nell’investimento sulla formazione”.

Ma quanto la regione investe in formazione?
“Nel capitolo di bilancio dedicato alla formazione tra sicurezza e formazione tecnica e specialistica confluiscono circa 900mila euro l’anno, che comprende anche la formazione a conduzione interna. Poi c’è una parte consistente di formazione tecnica informatica che è connessa all’acquisto dell’attrezzatura tecnologica. La regione ha appena aperto un bando per l’attivazione di un master annuale legato al management e alla gestione delle nuove tecnologie dei Big data e di tutta l’innovazione che verrà chiesta nell’ambito del management, attraverso investimenti del Fondo sociale europeo. Mediante il Piano di Rafforzamento Amministrativo (PRA) – continua Fiorentini – facciamo anche azioni di condizionalità, sono soldi non del capitolo di bilancio dedicati alla formazione del personale, ma è pur sempre formazione sul personale”. Nell’intenzione della regione questo master dovrebbe diventare una sorta di incubatore dei prossimi dirigenti nazionali e regionali.

Non dimentichiamo un dato fondamentale citato dalla Ricerca sul Pubblico Impiego di FPA di maggio: “Le giornate di formazione erogate nel 2015 sono state in tutto 2.558.758, meno di una giornata per ciascun dipendente (0,8), con importanti differenze da settore e settore”. Ma accanto alle ore di formazione, dato pur sempre rilevante, un peso centrale ha la qualità dell’offerta formativa.

“Cominceremo a pensare a strumenti per commisurare quanta popolazione regionale tocchiamo e per quali competenze – specifica Fiorentini -. Abbiamo anche un sistema che conta i crediti in base alla vicinanza dei temi trattati nei corsi alla propria posizione lavorativa; se nell’arco di tre anni i colleghi della fascia D raggiungono 45 crediti vuol dire che un buon 80% riesce a frequentare corsi pertinenti con la materia che tratta, però stiamo valutando quanto questo sia funzionale per riconvertire verso temi nuovi persone che si occupano di altre attività e di altre competenze. Abbiamo bisogno di sistemi di misura che vanno a intercettare le persone che vogliono acquisire nuove competenze e stiamo valutando di modificare il sistema di conteggio dei crediti”.

Probabilmente questo sarà uno degli ultimi anni che la regione chiuderà i report sui piani formativi in ore e giornate di formazione.

Per il momento chiudiamo riportando i dati di valutazione dell’ultimo ciclo di webinar FPA/Regione Emilia Romagna, chiuso nel mese di ottobre scorso e dedicato al tema del procurement pubblico:

  • oltre 300 le partecipazioni ai tre webinar: la funzione del Responsabile Unico del Processo, la gestione del contratto, l’utilizzo del Mepa.
  • elevati livelli di attenzione e interazione nel corso dei seminari on line, rilevati attraverso il monitoraggio della fruizione previsto dalla piattaforma di web conferencing utilizzata;
  • valutazioni complessive positive e più che positive sui webinar. In media il 96% di coloro che hanno risposto ai questionari di gradimento si è espresso con un “abbastanza” o con un “molto”;
  • ottimi livelli (circa il 96%) di apprezzamento per l’unica docente coinvolta (Paola Conio, Senior Partner Studio Legale Leone), per competenza sulle materie trattate, capacità di stimolare l’interesse sui temi e per la chiarezza espositiva;
  • molto apprezzate anche le modalità di erogazione dei corsi, a distanza, con un affondo tematico puntuale e circoscritto ad una lezione di un’ora (si sono espressi positivamente il 94% dei rispondenti);
  • elevato anche l’arricchimento di competenze percepito al termine degli appuntamenti (per il 93% dei rispondenti).

A fianco a questa offerta personalizzata, FPA dispone anche di un’offerta a catalogo secondo il programma di webinar a pagamento di FPA Academy Premium.

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