Renato Brunetta traccia il bilancio di tre anni di riforma della pubblica amministrazione, presentata come una vera e propria “scossa” al sistema. Una scossa, nata grazie all’impegno di migliaia di dipendenti e dirigenti pubblici, che comincia ad essere percepita anche dai cittadini. Ma una scossa che si è potuta originare solo a seguito di una incredibile e continua pressione, necessaria, però, per abbattere le resistenze culturali. Il percorso è cominciato con le iniziative in direzione della trasparenza, è continuato con le norme in materia di digitalizzazione di settori strategici della PA (sanità, scuola e giustizia), con la semplificazione della comunicazione tra cittadini e amministrazione e con le iniziative per misurare e tagliare gli oneri amministrativi, e si è rafforzato con legge 150/09 che riforma il lavoro pubblico introducendo i concetti di misurazione delle perfomance e di meritocrazia. Si tratta per Brunetta di un’accelerazione che permetterà al sistema di non tornare indietro e di non veder sfumare gli sforzi fatti, come è successo, invece, in passato con il cambio di direzione politica. Brunetta ha chiuso il suo intervento annunciando il 2012 come anno della convergenza tra tutte queste iniziative, necessario per mettere a sistema i benefici sviluppati da ogni singolo intervento.