Politiche e azioni per la città sostenibile: Urbact III, Transfer network alla ricerca di nuovi partner italiani

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Dal programma Urbact, la principale iniziativa europea sullo sviluppo urbano sostenibile, arriva un’importante opportunità per favorire la partecipazione di nuove città italiane alle reti per il trasferimento delle buone pratiche. Le città che hanno attivato interventi all’interno di questo programma saranno tra le protagoniste dell’incontro di scenario “Dai progetti all’Agenda Urbana: politiche e azioni per la città sostenibile”, in programma il 24 maggio a FORUM PA 2018.

9 Maggio 2018

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Simone D'Antonio, Area Studi, Ricerche, Banca Dati delle Autonomie Locali, ANCI

Il programma Urbact è la principale iniziativa europea sullo sviluppo urbano sostenibile e sono molte le città italiane che hanno attivato interventi all’interno di questo programma. Racconteremo la loro esperienza il 24 maggio prossimo a FORUM PA 2018 all’interno del convegno di scenario “Dai progetti all’Agenda Urbana: politiche e azioni per la città sostenibile”.

Un incontro che si tiene in un momento particolare perché proprio ora dal programma Urbact arriva un’importante opportunità per favorire la partecipazione di nuove città italiane alle reti per il trasferimento delle buone pratiche. I Transfer Network sono reti di città, composte da cinque ad otto partner, che hanno l’obiettivo di trasferire 25 buone pratiche, selezionate lo scorso 4 aprile, sviluppate durante i progetti URBACT da una città leader ad altri contesti urbani europei, in modo tale da riutilizzarle e adattarle secondo le proprie esigenze e caratteristiche.


In una prima fase dei lavori, che durerà fino a ottobre, verrà definita la metodologia di condivisione per un trasferimento efficace di tali esperienze verso diverse realtà urbane, mentre nella seconda fase si passerà invece al graduale trasferimento della buona pratica, accompagnata da un supporto metodologico e di expertise offerto dalla città leader e dal programma Urbact.


Per le città italiane interessate c’è tempo fino a inizio maggio per riempire il questionario richiesto dalle città capofila e inserirsi in questa seconda fase, diventando partner di uno dei Transfer Network. Per ogni Transfer Network può esserci solo una città per ogni paese. Ecco la lista delle reti che stanno cercando partner.


Economia del mare, rigenerazione urbana, appalti innovativi, integrazione dei migranti, supporto alle imprese locali e rivitalizzazione di piccoli e medi centri sono alcuni dei temi al centro delle reti che non hanno ancora partner italiani nella seconda fase. La partecipazione ai Transfer Network di Urbact offre la possibilità di collegarsi ad alcuni tra gli approcci più innovativi in termini di sostenibilità urbana sul piano ambientale, economico e sociale.

Ogni Transfer Network nella seconda fase deve essere composto da un minimo di cinque ad un massimo di otto partner: ammissibili a partecipare non solo comuni, città metropolitane e livelli municipali di governo ma anche agenzie locali, cioè organizzazioni pubbliche o semi-pubbliche delle città responsabili della progettazione e dell’implementazione di politiche specifiche (sviluppo economico, alimentazione energetica, servizi sanitari, trasporti o altro).


Le città italiane attive nei Transfer Network

Ben 14 città italiane sono già inserite nelle reti di trasferimento Urbact e confermano l’Italia tra i paesi più presenti e attivi negli ultimi anni nel programma Urbact. Tra queste ben quattro sono capofila:

  • Roma, capofila del Transfer Network RURAL, trasferirà l’esperienza di UPA ad altre città europee come La Coruña in Spagna e Vilnius in Lituania. Insieme ad altre città europee adatteranno il progetto “Resilient Urban and Peri-urban agricolture” con il quale aree agricole in aree urbane e peri-urbane a Roma sono diventate luogo di progetti di giardinaggio partecipativo. Un modello di gestione dei terreni inutilizzati che, oltre a creare rigenerazione urbana sostenibile, combatte anche povertà ed esclusione sociale in quanto, lavorando con ONG, minoranze e cittadini svantaggiati, permette il miglioramento dei processi di governance.
  • Napoli, che ha sviluppato negli ultimi anni una innovativa delibera sugli usi civici dei beni comuni, guida il Transfer Network “CommUnities”. Grazie a questo regolamento è possibile una governance dal basso di spazi considerati beni comuni che vengono così valorizzati. Le città europee partner della rete, tra cui Barcellona, sono pronte a promuovere una governance partecipativa per lo sviluppo urbano sostenibile e ripensare e sfruttare quei luoghi in disuso ma che potrebbero essere di grande valore, anche in un’ottica di rilancio sociale dell’intera comunità.
  • Innova-Tor è il transfer network che vede Torino capofila e trasferirà l’esperienza di Innova-To ad altre città europee. L’area metropolitana di Parigi e Cluj-Napoca sono state le prime a manifestare interesse ad adattare e trasferire nella propria amministrazione l’originale competizione tra funzionari pubblici, che a Torino ha premiato e messo in pratica una serie di innovazioni di processo proposte dagli stessi impiegati del Comune. Un modello di innovazione che fa presa sul sapere condiviso e sulla voglia di mettersi in gioco per migliorare il proprio ambiente di lavoro e la città.
  • Udine invece è lead partner di “The Playful Paradigm”, il metodo con cui ha promosso la dimensione del gioco come elemento di inclusione e crescita sociale. Il trasferimento di conoscenze tramite il gioco ha permesso la costruzione di una comunità solida e attiva con cui iniziare processi di governance collaborativa per un migliore qualità della vita oltre che alla creazione di nuovi spazi urbani.

Le altre 10 città italiane che partecipano come partner di altri network sono:

  • Mantova, partner di “ACTING”, che intende replicare il modello di coinvolgimento civico sui temi del contrasto al cambiamento climatico attraverso l’arte e la cultura realizzato a Manchester.
  • Perugia, che partecipa al Transfer Network con cui valorizzare al massimo il brand urbano e l’eredità artistica urbana, a partire dall’esperienza della rumena Alba Iulia.
  • Cesena, che è partner di BeePath, la rete che promuove la realizzazione di sentieri e spazi urbani dedicati all’apicoltura per trasmettere l’importanza della biodiversità e delle risorse naturali sulla scorta di quanto realizzato a Lubiana.
  • Rosignano Marittimo, con Bio-canteens, che vuole coprire il fabbisogno giornaliero delle mense scolastiche con cibo biologico e locale tramite la creazione di fattorie comunali, come realizzato in Francia a Mouans-Sartoux.
  • Forlì che partecipa a “OpenHouses”, transfer Network che ha permesso a Budapest di valorizzare le strutture storiche cittadine altrimenti chiuse e promuovere lo spirito di comunità.
  • Capizzi (Messina) che utilizzerà il volontariato per rispondere ai bisogni basici delle fasce più disagiate con il transfer Network “Volunteering City”, che replica l’esperienza della cipriota Athienou.
  • Bari che seguirà Lisbona nel transfer network “Com.unity.lab”, il quale doterà i quartieri prioritari di una serie di strumenti basati sulla co-governance e sul supporto a micro iniziative di innovazione sociale.
  • Isernia che con ReGrow-city vuole far fronte al declino sociale e culturale con azioni di ristrutturazione organizzata, sviluppo della società, rivitalizzazione economica e l’integrazione dei rifugiati, a partire dall’esperienza di rivitalizzazione di un piccolo centro come Altena.
  • Siracusa che è partner di “ACTIVE NGOS – casa delle ONG”, per replicare l’esperienza di Riga che ha realizzato un centro per lo sviluppo della condivisione sociale e delle buone pratiche in cui le organizzazioni possono sviluppare nuove forme di collaborazione.
  • Adelfia (Bari) che con “Music School for Social Change” vuole aumentare la coesione sociale e ridurre la povertà nei quartieri svantaggiati attraverso l’organizzazione di corsi e attività musicali, sul modello di quanto realizzato a L’Hospitalet (Spagna).

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