PA Digitale

Maratona FORUM PA | L’informazione nell’era dell’intelligenza artificiale

Maratona FORUM PA | Quale informazione nell’era dell’intelligenza artificiale
Home PA Digitale Maratona FORUM PA | L’informazione nell’era dell’intelligenza artificiale

Come le organizzazioni possono garantire una comunicazione trasparente con i cittadini? Come garantire un’informazione libera, indipendente e di qualità nell’era digitale? Ne parliamo in questo talk, insieme a Giovanni Zagni, Direttore di Pagella Politica, Virginia Padovese, Managing Editor e Vice President Partnership, Europa, Australia e Nuova Zelanda di NewsGuard, Roberto Bortone, Dottore di Ricerca in Pedagogia e Servizio Sociale, e Serenella Ravioli, Direttore centrale per la comunicazione informazione e servizi ai cittadini e agli utenti dell’Istat

25 Ottobre 2024

F

Redazione FPA

Maratona FORUM PA | Quale informazione nell’era dell’intelligenza artificiale

La rivoluzione digitale e l’avvento dell’intelligenza artificiale hanno portato con sé opportunità senza precedenti ma anche nuove sfide nel garantire una comunicazione trasparente, libera e di qualità. Questo il tema al centro del talk Quale informazione nell’era dell’intelligenza artificiale?, tenutosi all’interno della Maratona FORUM PA per Smart Life Festival e moderato da Michela Stentella, Direttrice responsabile di forumpa.it.

Il dibattito ha coinvolto esperti di diversi settori legati al mondo dell’informazione e della tecnologia, tra cui Giovanni Zagni, Direttore di Pagella Politica, Virginia Padovese, Managing Editor e Vicepresident Partnership per Europa, Australia e Nuova Zelanda di NewsGuard, Roberto Bortone, dottore di ricerca in Pedagogia e Servizio Sociale, e Serenella Ravioli, Direttrice centrale per la comunicazione e i servizi ai cittadini e utenti dell’Istat.

Il talk ha offerto spunti di riflessione significativi su come le nuove tecnologie, in particolare l’IA, stiano trasformando il panorama dell’informazione e sui rischi e opportunità che questo comporta.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nell’informazione

Uno dei temi centrali è stato l’impatto dell’intelligenza artificiale nella creazione e diffusione delle notizie. Giovanni Zagni ha sottolineato come il fact-checking, ovvero la verifica delle affermazioni dei politici e dei personaggi pubblici, sia diventato ancora più cruciale con l’avvento dell’IA, rimarcando come il lavoro del giornalista sia diventato sempre più rilevante proprio in un contesto in cui la verità è spesso messa in discussione.

“L’elezione di Donald Trump nel 2016 è stato un punto di svolta. Da allora, il tema delle fake news è entrato al centro del dibattito globale”.

Tuttavia, l’IA non ha ancora completamente rivoluzionato questo campo, pur avendo la capacità di creare disinformazione in modo più rapido e sofisticato.

Disinformazione e facilità di accesso: la democratizzazione del falso

Virginia Padovese ha portato una visione più ampia, illustrando come NewsGuard stia monitorando le tendenze di disinformazione a livello globale. Ha spiegato come l’intelligenza artificiale stia rendendo la disinformazione accessibile a un numero sempre maggiore di persone.

“La vera rivoluzione è che oggi chiunque, grazie all’intelligenza artificiale, può creare campagne di disinformazione con estrema facilità.”

Padovese ha descritto l’esperimento condotto da un collega di NewsGuard che, in meno di 48 ore, è riuscito a creare un sito automatizzato di notizie false, dimostrando quanto sia semplice per chiunque generare e diffondere contenuti ingannevoli.

Inoltre, ha sottolineato come questo problema si estenda anche agli strumenti di IA generativa, i quali spesso riproducono disinformazione senza che gli utenti ne siano consapevoli.

“Un esperimento recente ha mostrato che, su temi sensibili, l’IA genera risposte basate su disinformazione tra l’80% e il 98% delle volte”.

Da qui l’importanza di addestrare queste tecnologie con dati affidabili, in modo da evitare che diventino veicoli di falsità.

Odio online e piattaforme digitali: un problema crescente

Roberto Bortone, che ha esplorato la crescente diffusione dell’hate speech sulle piattaforme digitali, ha spostato l’attenzione sul tema dell’odio online. Nel suo libro “Molto Social, troppo Dark”, analizza come i social media abbiano amplificato la circolazione di discorsi d’odio e di contenuti tossici.

“Oggi c’è più odio online di ieri, questo perché è semplicemente più facile diffonderlo. La quantità di contenuti che circolano è esponenzialmente maggiore rispetto agli albori del web”.

Ha poi collegato l’aumento dell’odio online ai modelli di business delle piattaforme digitali, che tendono a premiare i contenuti più polarizzanti e controversi, contribuendo così a creare un clima di tensione sociale.

Il ruolo della statistica e l’importanza dei dati certificati

Serenella Ravioli ha spiegato come l’Istat stia lavorando per rendere i propri dati più accessibili al pubblico, utilizzando l’intelligenza artificiale per facilitarne la comprensione e l’interpretazione delle informazioni. In qualità di Direttrice per la comunicazione dell’Istat, ha evidenziato il ruolo fondamentale della statistica ufficiale nel fornire informazioni affidabili alla cittadinanza.

“Il nostro obiettivo è garantire che i dati siano sempre di qualità e certificati, perché solo così possiamo contrastare la disinformazione”.

Verso una comunicazione più consapevole e trasparente

In conclusione, nell’era dell’intelligenza artificiale promuovere una comunicazione trasparente e soprattutto una cultura dell’informazione consapevole è essenziale. Una priorità ribadita anche da Giovanni Zagni: “Oggi, informarsi non è più un processo passivo. È un percorso che richiede attenzione e consapevolezza”. Questo vale non solo per i professionisti del settore, ma anche per i cittadini, che devono essere in grado di riconoscere le fonti affidabili, di navigare in un mondo in cui l’informazione e la disinformazione si mescolano continuamente. È dunque necessario investire in strumenti e programmi educativi che aiutino le persone a sviluppare una maggiore consapevolezza critica nei confronti dell’informazione che consumano ogni giorno.

Ravioli ha poi concluso con un appello all’educazione digitale e all’alfabetizzazione statistica:

“Se conosci il dato, non solo non lo eviti, ma impari a riconoscere quando è sbagliato. Questa è la nostra sfida più grande”.

In un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, la trasparenza e la qualità dell’informazione rimangono valori fondamentali da preservare.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Su questo argomento

Hate speech e IA: serve un approccio umanistico alla trasformazione digitale. Roberto Bortone al FORUM PA POP