Come ti truffo lo Stato a tempo di musica. E poi con Facebook mi faccio beccare

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Due signore liguri risultavano “malate” e quasi immobili da tempo, invece la sera si scatenavano in balli e canti e poi postavano le loro prodezze sulla bacheca personale del social network: così sono state scoperte dalla Guardia di Finanza e denunciate per truffa ai danni di Inps e Inail. Morale: le bugie hanno le gambe corte, e anche per questo scatenarsi in discoteca non conviene. Fra l’altro, essere presi in giro e a suon di musica, di questi tempi, è del tutto insopportabile.

27 Dicembre 2011

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Tiziano Marelli

Articolo FPA

Tempo di feste, tempo di divertimenti e balli. Che però, in questo periodo di fine anno, molto probabilmente registreranno la forzata defezione di due donne liguri, beccate dalla Guardia di Finanza con le mani nel sacco, anzi: con le gambe sulla pista da ballo, quando invece gli arti in questione dovevano trovarsi in tutt’altra posizione. È successo nella zona tra Chiavari e Rapallo, proprio a ridosso di Natale e Capodanno, e visto il periodo “ricco” si immagina una perdita economica secca e consistente, per questa coppia di “imprenditrici” della movida truffaldina. Le due signore – una di 35 e l’altra di 45 anni – risultavano malate da tempo, e la cosa sarebbe scivolata via bene fra certificati medici inoppugnabilmente attestanti, se le stesse non si fossero fatte prendere dalla certezza dell’impunità e dalla poco brillante idea di postare su Facebook le loro performances, invero poco invalidanti. La prima – ufficialmente connotata da una situazione fisica precaria e bisognosa di riposo assoluto – a tempo tutt’altro che perso si è scoperto invece essere una habitué delle feste in discoteca, nonché organizzatrice di feste di compleanno e appassionata tifosa della sua squadra del cuore (tanto da seguirla anche in trasferta). La seconda non era da meno: da cinque mesi risultava assente dal lavoro per persistenti dolori agli arti, cosa che però non le impediva di scatenarsi in balli e addirittura in canti: connubio artistico che poteva comportare da parte sua la richiesta di compensi fino a 150 euro a serata (naturalmente in nero che più nero non si può) nei locali più in voga del Tigullio.

Le due vivaci animatrici, come si diceva, sono però state prese in castagna grazie ad una mal riposta certezza d’impunità, addirittura enfatizzata con tanto di immagini e filmati ben visibili attraverso le bacheche personali dell’ormai diffusissimo (anche negli attenti uffici della GdF: conviene tenerne conto, ormai) social network. Scoperte, adesso dovranno rispondere di truffa ai danni di Inps e Inail, oltre che spiegare ai rispettivi datori di lavoro come si può conciliare qualsiasi ipotesi di immobilità con volteggi e gorgheggi, e immaginiamo che sia dura (ma sulle possibili capacità connesse all’estro della teatralità delle signore in questione per ora non si hanno notizie, ma mai disperare ché la creatività può rivelarsi senza limiti, in tipe dal carattere simile). 

Così, con una nota quasi allegra – almeno per noi, che di quel tipo di protervia non siamo protagonisti – ma nel contempo triste, è quasi beneaugurante concludere l’anno, culmine di un intero periodo nel quale molti danni nei confronti degli istituti di previdenza hanno avuto modo di essere finalmente scoperti a iosa, in quantità mai registrata in passato. Nota, quindi, che fa ben sperare, soprattutto in vista di un periodo che per l’immediato futuro si prospetta duro, e nel quale – a maggior ragione – i raggiri dovrebbero trovare ancor di più il minor alloggio possibile. Giusto perché – soprattutto quando si parla di soldi rubati direttamente dalle nostre casse – le bugie devono avere sempre le gambe corte, e per niente compatibili con la possibilità di scatenarsi su una pista da ballo. Fra l’altro, diciamocelo: essere presi in giro a ritmo di musica, soprattutto di questi tempi, ci “suona” ancor più insopportabile.

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