Contributo di S. Carota

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In particolare mi ha colpito l’argomento delle community network “tematiche” nel senso più ampio del termine perché è un mio vecchio pallino. Al termine dei progetti della prima fase di egovernment, nonostante alcuni fallimenti inaspettati su progetti che avevano caratteristiche di eccellenza, la prima cosa che ci siamo detti tra quelli che appartenevamo alla “prima” rete di innovatori era che non ci si doveva disperdere.

2 Novembre 2010

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Serenella Carota

Articolo FPA

In particolare mi ha colpito l’argomento delle community network “tematiche” nel senso più ampio del termine perché è un mio vecchio pallino. Al termine dei progetti della prima fase di egovernment, nonostante alcuni fallimenti inaspettati su progetti che avevano caratteristiche di eccellenza, la prima cosa che ci siamo detti tra quelli che appartenevamo alla “prima” rete di innovatori era che non ci si doveva disperdere. Uno dei problemi nell’innovazione è nella difficoltà di confrontarsi tra esperti, oserei dire “guru”, di nicchie tematiche dell’innovazione, spesso sconosciuti alla massa.

 

Non può immaginare quanti problemi complessi risolvo con una telefonata o una email ad una persona conosciuta spesso casualmente in un tavolo o in un convegno, che nel giro di qualche minuto mi gira il risultato di un suo lavoro di mesi, felice di mettere a disposizione il proprio know how a beneficio dell’altro, spesso a beneficio del territorio sul quale lavoro. Certi che ci sarà sicuramente l’occasione di ricambiare. Siamo in un caso ben diverso da uno scambio di favori tra amici, qui scatta qualcosa ben diverso dalla gentilezza che accompagna i buoni rapporti.

 

La difficoltà è maggiore se i soggetti sono appartenenti a circoli diversi: p.a., universitari, aziende etc. I social network tematici o professionali potrebbero diventare delle opportunità se gestiti senza fini economici. Come la P.A. potrebbe farsi da garante di un social network di innovatori?

 

E’ interessante capire come alimentare i circoli virtuosi, farli entrare in contatto in una rete a geografia variabile, trasformare questa conoscenza in benessere per i cittadini.

 

Mi tenga aggiornata e complimenti per il percorso “innovativo” che sta cercando di tracciare .
 

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