Le basi per una nuova governance distribuita: il keynote di Stephen Goldsmith a FORUM PA 2018

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Per chi avesse perso il keynote di Stephen Goldsmith del 22 maggio scorso al convegno di apertura di FORUM PA 2018, mettiamo a disposizione la registrazione video, le slide e la trascrizione del suo intervento (a cura della redazione FPA).

6 Giugno 2018

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Michela Stentella

Come mettere il cittadino al centro dei processi di governance. Come utilizzare al meglio le tecnologie che abbiamo oggi a disposizione per raggiungere questo obiettivo e fare quindi di queste tecnologie un vero driver di cambiamento e innovazione per amministrazioni e governi. Queste alcune delle riflessioni al centro del keynote che Stephen Goldsmith [1] – Direttore del Programma di innovazione delle Amministrazioni alla Harvard University Kennedy School of Government e definito dal Wall Street Journal un “pioniere dei servizi pubblici – ha tenuto il 22 maggio scorso al convegno di apertura di FORUM PA 2018 “Quale PA per quale Paese? Un’ altra riforma o un cambio di paradigma?“. Per chi non avesse potuto seguire in diretta il suo intervento, mettiamo a disposizione la registrazione video, le slide e, in allegato a questo articolo, la trascrizione del suo intervento (a cura della redazione FPA).

Il punto di partenza di Goldsmith è il “governo con la rete”, titolo di un suo famoso libro scritto insieme a William D. Eggers, per arrivare poi al concetto di Responsive City: quindi un’amministrazione e un governo locale che sappiano attivare e mettere a frutto l’interazione con i cittadini, che basandosi sull’open communication riescano a impostare priorità, decisioni e interventi recependo e mettendo in collegamento le informazioni che arrivano da una rete diffusa di sensori sparsi sul territorio (in una visione in cui i cittadini stessi diventano sensori, in quanto produttori di dati e informazioni). Oggi le tecnologie sono tante e pervasive, ma non sempre ne vengono sfruttate le potenzialità in ottica di governance. Le tecnologie vanno avanti, i governi e le amministrazioni sono spesso bloccati su modelli e visioni superate, di tipo burocratico nel senso peggiore del termine, che non possono rispondere alle attuali esigenze di cittadini e imprese. In un mondo in cui abbiamo sempre più a che fare con assistenti virtuali, realtà aumentata, intelligenza artificiale, blockchain, sistemi di informazione geografica, sistemi per l’analisi predittiva, governare e amministrare non può più ridursi al concetto di rispetto della norma e delle regole, ma deve andare oltre verso un sistema che mette al centro il cittadino. In questa visione il funzionario passa dal fare un lavoro di routine a svolgere un ruolo di problem solver, in grado di prendere decisioni rapidamente a fronte di una molteplicità di informazioni che arrivano da diverse fonti interne ed esterne. Informazioni che, incrociate e analizzate correttamente, consentono di prevenire i problemi piuttosto che reagire dopo che si sono verificati.

Goldsmith ha illustrato questa visione con una serie di esempi, come i sensori presenti lungo il waterfront della città di Chicago che avvertono quando ci sono problemi relativi alla qualità dell’acqua più rapidamente di quanto potrebbero fare gli ispettori sanitari. Goldsmith si è soffermato poi sul tema degli open data, sottolineando come questi di per sé non siano una soluzione: non basta mettere a disposizione dati aperti, è il modo in cui questi dati sono organizzati e resi leggibili che li rende davvero un patrimonio di valore. Questo vale anche in altri ambiti (applicazioni, siti web, piattaforme digitali): se vogliamo comunicare con i cittadini dobbiamo farlo con il giusto linguaggio, con strumenti e approcci personalizzati per le diverse realtà con cui si intende interagire. Mettere a disposizione piattaforme che i cittadini possano utilizzare per conoscere la realtà in cui vivono e per diventare soggetti attivi favorisce il recupero di fiducia con i governanti, attraverso una trasparenza dei servizi e dei processi di decisione (qualche esempio: la mappa interattiva di San Francisco, che evidenzia la differenza di benessere economico tra le diverse zone della città; le iniziative con cui a NYC e a Washington si cerca di dare voce ai residenti meno abbienti, che possono fare segnalazioni sul trattamento ricevuto dai proprietari delle case o dai governanti locali; la città di Filadelfia che ha iniziato a utilizzare strumenti di realtà aumentata per aiutare la comunità a capire le trasformazioni della città).

E ancora un altro esempio: se il ruolo più importante del governo è proteggere la salute e la sicurezza dei suoi residenti, i dati possono essere utilizzati per identificare potenziali rischi. Negli Stati Uniti, a San Francisco e Chicago, ciò che dicono le persone sui social della loro esperienza nei ristoranti viene considerato un aiuto per individuare un ristorante pericoloso prima, molto prima, che gli ispettori sanitari lo identifichino.

Da queste riflessioni nascono una serie di domande. Come dare agli impiegati pubblici gli strumenti per lavorare meglio? Come aiutarli in questa analisi dei dati come supporto al processo decisionale? Come organizzare le informazioni che arrivano da diverse fonti? Come sfruttare al meglio le opportunità aperte dalle nuove tecnologie invece di mettersi sulla difensiva temendo che possano portarci via lavoro e controllo? Un chatbot, ad esempio, può rispondere al telefono a domande su questioni comuni, mentre il compito del dipendente pubblico diventa quello di risolvere domande davvero complicate, passando dalla semplice gestione della burocrazia all’area della risoluzione dei problemi.

Infine un’altra riflessione che vogliamo evidenziare dal keynote di Goldsmith: oggi non c’è una sola città negli Stati Uniti, nemmeno New York o Los Angeles, che possa diventare città intelligente da sola. Centrale quindi il tema delle partnership.

Questi solo alcuni spunti. Per approfondimenti:



[1] Per un profilo di Goldsmith: http://www.forumpa.it/riforma-pa/apertura-internaz…

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