Il futuro della sanità: il punto di vista dei cittadini italiani
Gli italiani dimostrano fiducia verso la sanità digitale, a patto che ci sia attività di accompagnamento all’utilizzo delle tecnologie: gli strumenti digitali sono sfruttati dal 79% della popolazione, ma quasi 5 italiani su 10 manifestano qualche difficoltà. La progressiva diffusione dell’IA potrebbe portare dei benefici in termini di gestione delle liste di attesa: secondo il 47% della popolazione, infatti, sarebbe utile per ridurre i tempi d’accesso alle cure. Sono questi alcuni dei risultati dell’indagine demoscopica sul futuro della sanità, realizzata da FPA in collaborazione con l’Istituto Piepoli
23 Ottobre 2025
Redazione FPA

Foto di Rachele Maria Curti - https://flic.kr/p/2rB5Rpt
Gli italiani immaginano una sanità sempre più digitale, basata sull’uso sempre più pervasivo delle tecnologie, ma che nel prossimo futuro necessiterà soprattutto di un potenziamento del personale sanitario e del rafforzamento della relazione medico-paziente.
Il 79% degli italiani usa spesso strumenti di sanità digitale: il 31% in modo regolare e disinvolto, il 48% con qualche difficoltà. Gli strumenti maggiormente apprezzati sono le app di prenotazione e gestione delle visite e il Fascicolo sanitario elettronico (FSE), entrambi ritenuti molto utili dal 50% degli intervistati.
Con il progressivo sviluppo del digitale e delle tecnologie, l’Intelligenza Artificiale nella sanità potrebbe apportare concreti benefici: secondo il 47% della popolazione, infatti, sarebbe utile per ottimizzare la gestione di liste di attesa e prenotazioni, permettendo una riduzione di tempi d’accesso alle cure.
In generale, gli italiani si dimostrano aperti all’uso di strumenti digitali e ne riconoscono i vantaggi, ma non di rado avvertono l’esigenza di un aiuto: per il 51% la soluzione sarebbe lo sviluppo di tecnologie più intuitive e di facile utilizzo, il 45% vorrebbe invece un supporto diretto (help desk o sportelli digitali negli ospedali o nelle farmacie).
Secondo i cittadini, le problematiche più diffuse legate all’utilizzo della sanità digitale sono il rischio di esclusione delle fasce di popolazione con minori competenze digitali, che potrebbero considerare troppo complesse le tecnologie (38%) e il timore di perdere il rapporto umano con il medico (34%).
Sono alcuni dati che emergono dall’indagine demoscopica sulla sanità digitale realizzata da FPA in collaborazione con l’Istituto Piepoli, rivolta a un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiore di 18 anni. La ricerca è stata presentata oggi nell’ambito di Forum Sanità, l’evento dedicato al futuro della sanità digitale.
Il commento
“L’attuazione del PNRR sta contribuendo in modo concreto alla trasformazione digitale del sistema sanitario, e gli italiano confermano di percepire i vantaggi concreti che le nuove tecnologie possono offrire al miglioramento della vita dei pazienti – dichiara Gianni Dominici, Amministratore Delegato di FPA -. In ogni caso, i dati dell’indagine confermano anche la centralità del ruolo delle persone: la tecnologia è uno strumento potentissimo, ma le vere sfide per la sanità del futuro sono profondamente umane e strategiche. Riguarderanno la nostra capacità di superare le resistenze culturali, di adottare una visione di sostenibilità basata sulla prevenzione e sull’anticipazione, di progettare i servizi insieme a chi li deve poi utilizzare”.
“La strada per una sanità più equa, inclusiva e sostenibile passa necessariamente dall’innovazione digitale, intesa come un sapiente mix tra utilizzo delle nuove tecnologie digitali, ridisegno organizzativo e sviluppo di nuove competenze tra i cittadini e il personale sanitario – dichiara Mariano Corso, Presidente di P4I –. Grazie alla valorizzazione dei dati e a un utilizzo intelligente e responsabile dell’IA, in particolare, è possibile da un lato di migliorare l’informazione e la prevenzione e, dall’altro, disegnare un ecosistema di servizi, pubblici e privati, in grado di rispondere ai crescenti bisogni di cura dei cittadini, soprattutto di quelli più anziani e fragili”.
I risultati della ricerca
La sanità del futuro
Per il 39% degli intervistati, tra dieci anni la sanità sarà più digitale e basata sull’uso di tecnologie come telemedicina, IA e app mediche. Una convinzione ancor più radicata tra gli over 54 (47%) e paradossalmente meno diffusa tra le fasce più giovani (26% degli under 34), che invece immaginano in prevalenza una sanità più “umana” e centrata sulla relazione diretta con il medico (33%). Ma per avere una sanità più equa, inclusiva e sostenibile, qualsiasi innovazione futura dovrà partire dal potenziamento del personale sanitario e del rafforzamento della relazione medico-paziente: ne è convinto il 55% degli intervistati. Sempre guardando al futuro, il 61% degli italiani immagina il medico di domani come un professionista in grado di integrare competenze tecnologiche e cliniche per prendere decisioni di cura. Per il 35% dei rispondenti, il medico sarà sempre più affiancato da strumenti tecnologici (anche basati su IA) nella gestione dei processi di cura.
Dimestichezza Vs necessità di assistenza
In totale, quasi 8 italiani su 10 utilizzano strumenti di sanità digitale, ma non tutti sono utenti esperti: se il 31% usa i servizi in modo regolare e si sente a proprio agio, il 48% (soprattutto tra gli over 54) dichiara di avere qualche difficoltà. Il 13% afferma di non avere affatto confidenza con gli strumenti digitali, e che avrebbe bisogno di un supporto. Un residuo 8%, infine, dichiara di non essere affatto a proprio agio e di usare solo canali tradizionali. Secondo gli intervistati, un aiuto potrebbe provenire in primis dallo sviluppo di tecnologie intuitive e da punti di contatto come gli help desk, ma anche dal coinvolgimento di medici e operatori sanitari come ‘guide’ per l’uso, un parere condiviso dal 39% della popolazione. Il 38%, invece, opterebbe per la formazione e campagne informative semplici e accessibili.
I principali vantaggi della sanità digitale
Gli italiani riconoscono come primo vantaggio della sanità digitale la maggiore accessibilità ai servizi, che permette di ridurre code e spostamenti (33%). Ne sono convinti in particolare le fasce d’età dai 35 anni in su. Al secondo posto abbiamo la maggiore rapidità nella diagnosi e nel trattamento (19%), per poi passare alla migliore continuità delle cure e monitoraggio (14%). C’è chi ritiene che i principali fattori positivi siano legati ad un miglior coinvolgimento del cittadino nella propria salute (13%), e chi vede minori costi per il SSN e per l’utente (12%). L’8% della popolazione non riscontra nessun vantaggio particolare.
L’Intelligenza Artificiale
Il principale vantaggio dell’IA nella sanità è la riduzione dei tempi di accesso alle cure, un’opinione condivisa da quasi la metà della popolazione. Sono di quest’avviso soprattutto i giovani e la fascia over 54. I benefici riguarderebbero anche l’accesso più rapido alle informazioni (37%), l’accuratezza di diagnosi e cure (33%), l’automazione delle attività amministrative dei medici (secondo il 27%), o la diminuzione dei costi a carico del SSN e dell’utente (26%).
I servizi digitali più apprezzati
Le app di prenotazione e gestione delle visite e il Fascicolo Sanitario Elettronico sono i servizi digitali considerati più utili dagli intervistati (entrambi al 50%). A seguire, troviamo l’accesso online ai propri dati clinici e referti (44%) e i servizi di telemedicina (27%). Meno suffragati, i dispositivi per monitoraggio costante (pressione, glicemia, battito) con il 24% delle preferenze. Un residuo 11%, in particolare tra gli over 54, non utilizza nessuno di questi strumenti e opta per il contatto diretto tradizionale.
Principali canali informativi
Per informarsi o prendere decisioni sulla propria salute, gli italiani si affidano in primis a siti medici specializzati (31%, con picchi nella fascia 35-54 anni). Al secondo posto, a parimerito, abbiamo il sito web ufficiale della struttura sanitaria di riferimento (27%), e un mix di diversi canali, ma con l’ultima parola affidata al proprio medico (27%). Seguono i media tradizionali, come giornali e TV, e i chatbot di Intelligenza Artificiale (eventualmente integrate ad altre piattaforme digitali).
Le difficoltà più diffuse
Sebbene ci sia una maggiore apertura agli strumenti per la sanità digitale, il rischio maggiore percepito è che la tecnologia metta in difficoltà diverse fasce di popolazione, con competenze digitali più scarse. È un’opinione condivisa in particolare dai più giovani (43%). Dopo il timore di perdere il rapporto umano e diretto col medico e la sicurezza dei propri dati, c’è chi lega i potenziali rischi al costo delle tecnologie (9%), che escluderebbero comunque i cittadini con minori possibilità economiche. Un restante 6% non vede nessun rischio.