Infermieri al telefono, più continuità assistenziale. Dal modello anglosassone alla Ausl di Imola

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E’ partito lo scorso 22 novembre il progetto sperimentale di ricezione telefonica infermieristica alla Ausl di Imola.

Nato dall’accordo tra 19 medici di medicina generale e Ausl di Imola, il progetto si propone di garantire una maggiore disponibilità assistenziale diurna ai cittadini, offrendo agli assistiti dei medici sottoscriventi la possibilità di ascolto telefonico personalizzato, in attesa dell’apertura dell’ambulatorio di riferimento e come alternativa all’eventuale ricorso al Pronto Soccorso.

24 Novembre 2010

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Redazione FORUM PA

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E’ partito lo scorso 22 novembre il progetto sperimentale di ricezione telefonica infermieristica alla Ausl di Imola.

Nato dall’accordo tra 19 medici di medicina generale e Ausl di Imola, il progetto si propone di garantire una maggiore disponibilità assistenziale diurna ai cittadini, offrendo agli assistiti dei medici sottoscriventi la possibilità di ascolto telefonico personalizzato, in attesa dell’apertura dell’ambulatorio di riferimento e come alternativa all’eventuale ricorso al Pronto Soccorso.

In pratica, telefonando al punto di ascolto infermieristico dell’Ausl di Imola, l’assistito avrà a disposizione la consulenza di un infermiere che gli fornirà la risposta più appropriata a seconda del bisogno di salute espresso anche negli orari di chiusura dell’ambulatorio del proprio medico o della relativa medicina di gruppo. Si tratta di un servizio attivo nella fascia del primo pomeriggio, dalle 12,00 alle 16,00, dal lunedì al venerdì.

Dalla Ausl di Imola spiegano che sono stati formati al nuovo servizio infermieri già esperti, addestrati a valutare i problemi presentati e che, comunque, è previsto, se necessario, l’intervento del medico di famiglia del cittadino che, in base alla conoscenza della persona e della sua storia di salute, deciderà come intervenire.

Il referente del Nucleo Cure Primarie Imola Centro Ovest, dottor Suzzi, sottolinea che questa esperienza rappresenta “un’opportunità di grande integrazione intraprofessionale per chi vi partecipa, frutto della costruzione comune del tipo di risposta da dare ai pazienti, dell’individuazione dei percorsi più appropriati da suggerire caso per caso, della costante verifica dell’esito del lavoro svolto e del grado di soddisfazione degli utenti".

 

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