Opportunità per le Città per uno sviluppo urbano sostenibile

Home Temi Verticali Energia e Ambiente Opportunità per le Città per uno sviluppo urbano sostenibile

La politica energetica ed ambientale dei Comuni al centro dello sviluppo sostenibile. Le innovazioni tecnologiche e il cambiamento in atto richiedono alla PA innovazioni organizzative che rafforzino la capacità istituzionale. Si comprende la necessità all’interno delle strutture comunali di mettere al centro della propria attività l’empowerment, ovvero la valorizzazione delle risorse umane interne

12 Aprile 2017

P

Pasquale Capezzuto, Ripartizione Urbanistica ed Edilizia Privata, Ufficio Energia e Impianti del Comune di Bari, Presidente Associazione Energy Managers

Se l’uso dell’energia negli edifici della Città è la prima fonte di emissioni di gas climalteranti e di consumi, una politica di sostenibilità non può non focalizzarsi sull’adozione di una politica energetica dell’Ente locale.
Le leggi speciali del settore energetico hanno imposto nel tempo ai Comuni l’obbligo di “fare efficienza” nel proprio territorio, più di recente gli articoli 3, comma 2, e 6, comma 9, del D.Lgs. n. 102/2014 hanno imposto ai Comuni di contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali.

Gli obblighi del risparmio di energia imposti alle Amministrazioni, pur derivanti dagli obiettivi e dalle finalità generali di sostenibilità coerenti con gli accordi internazionali e con i recepimenti nazionali, essendo conformi ai dettami di riduzione della spesa energetica pubblica rispondono al principio del buon andamento dell’azione amministrativa.

L’efficienza energetica, uno dei drivers per conseguire la protezione del clima e dell’ambiente unitamente alla produzione di energia da fonti rinnovabili, assume oggi un ruolo fondamentale per lo sviluppo sostenibile della Città. Si comprende la necessità che all’interno delle strutture comunali vi sia un Tecnico per la conservazione e l’uso razionale dell’energia o “Energy Manager”, nominato Responsabile ai sensi dell’articolo 19 della legge 10/1991 da parte dei Comuni che hanno consumi di energia oltre 1000 tonnellate equivalenti di petrolio.

Le politiche di coesione spingono verso il paradigma della Città come driver di sviluppo territoriale, modelli innovativi di gestione urbana ed approcci integrati consentono di affrontare e risolvere in chiave di sostenibilità la gestione dei processi complessi urbani e migliorare la qualità della vita nelle città.

Nel 2011 sono state lanciate dall’Unione due iniziative a carattere locale che vedono in primo piano la governance dei Comuni e che possono rappresentare un fattore di successo per la promozione dello sviluppo urbano sostenibile e per la lotta ai cambiamenti climatici : il programma “Covenant of Majors” e l’iniziativa faro “Smart Cities and Communities”.

La gestione dei programmi complessi e strategici non può che essere affidata a risorse interne all’ente e in possesso delle necessarie skills, in questo caso l’Energy Manager nominato assume il ruolo di “smart city designer”, coordinatore del Master Plan Smart City e del Piano di Azione per l’Energia Sostenibile, dovendo attuare il processo di trasformazione dei sistemi energetici territoriali verso la “smart energy”. Dunque, la prima azione di empowerment, ovvero la valorizzazione delle risorse umane, che può attuare un Comune per intraprendere un percorso verso la sostenibilità ambientale ed energetica del proprio territorio e per trasformare la propria città in una Smart Sustainable City è di istituire un apposito “ufficio energia” che consenta di svolgere tutte le funzioni ed i compiti assegnati.

La mancanza di un ufficio “centrale” che coordini il progetto è stata segnalata come fattore di insuccesso nello studio dell’Unione Europea “Analysing the potential for wide scale roll out of integrated Smart Cities and Communities solutions- final report”.

I governi locali sono chiamati ad assumere obiettivi ben più sfidanti derivanti dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, dal Goal 11 “Make cities and human settlements inclusive, safe, resilient and sustainable” e dal quadro globale di lotta ai cambiamenti climatici emerso alla 21ma Conferenza delle Parti organizzata a Parigi dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

La risoluzione adottata dall’Assemblea Generale il 25 settembre 2015 dell’ONU recita: “riconosciamo che lo sviluppo e la gestione urbani sostenibili sono cruciali per la qualità della vita dei nostri concittadini. Lavoreremo con le autorità e le comunità locali per rinnovare e pianificare i nostri insediamenti umani e urbani, in modo da promuovere la coesione tra le comunità, la sicurezza personale e per stimolare l’innovazione e l’occupazione. Ridurremo gli impatti negativi delle attività urbane e delle sostanze chimiche che sono nocive per la salute umana e l’ambiente, includendo una corretta gestione a livello ambientale, l’utilizzo sicuro di sostanze chimiche, la riduzione e il riciclo dei rifiuti e l’uso più efficiente di acqua ed energia. Lavoreremo per minimizzare l’impatto delle città sul sistema climatico globale”.

A livello europeo la comunicazione COM(2001)264 “Sviluppo sostenibile in Europa per un mondo migliore: strategia dell’Unione europea per lo sviluppo sostenibile” e la Strategia “Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” (2010) hanno definito la “EU Sustainable Development Strategy” per gli Stati Membri.

A livello nazionale è in corso di predisposizione la Strategia Italiana per lo Sviluppo Sostenibile che mediante l’analisi del posizionamento italiano rispetto ai 17 obiettivi ed ai 169 sotto-obiettivi dell’Agenda a fronte degli obiettivi fissati definirà le strategie per ogni area prioritaria con il conseguente piano di monitoraggio e valutazione.

La promozione della green economy e dell’edilizia di qualità – la regolazione ed il controllo
La governance locale ha a disposizione diversi strumenti per promuovere lo sviluppo sostenibile. In un settore edilizio che rappresenta a livello europeo il 40% dei consumi e il 38% delle emissioni di gas serra, le disposizioni di legge nel nostro Paese, sin dalla legge n. 10 del 9 gennaio 1991 fino al recente decreto del 26 giugno 2015 “requisiti minimi”, hanno attribuito nel tempo agli Enti Locali compiti di carattere regolatorio e di controllo della qualità energetica degli edifici, compiti funzionali alla riduzione dei consumi energetici e dell’impatto ambientale nelle Città .

Il Comune deve esercitare i compiti di controllo sugli interventi edilizio-impiantistici ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. n. 192/05 e ss.mm.ii. sia all’atto della presentazione dei progetti per verificarne la conformità alle disposizioni di legge applicabili, sia nel corso dei lavori per verificare la corrispondenza al progetto trasmesso, sia a fine lavori in sede di agibilità edilizia con controlli a campione sul realizzato.

L’attività regolatoria del settore edilizio-urbanistico esercitabile mediante il regolamento edilizio sostenibile può promuovere ed incentivare interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente e imporre standard di efficienza energetica e sostenibilità edilizia nelle nuove costruzioni, determinando lo sviluppo di imprese di costruzione con competenze innovative e maestranze adeguatamente formate sui nuovi processi costruttivi.

Le innovazioni tecnologiche ed il cambiamento in atto richiedono alla PA innovazioni organizzative che rafforzino la capacità istituzionale .
La PA deve essere capace di elaborare e attuare politiche pubbliche efficaci per migliorare la qualità dei servizi e della vita dei cittadini e conseguire un significativo recupero di efficienza, di fare policy making per poter cogliere le opportunità di sviluppo in favore dei cittadini disponibili dal quadro europeo e mondiale.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!