L’Italia nell’eGovernment Benchmark 2018: un problema di maturità digitale dei servizi o del Paese?

Home PA Digitale Servizi Digitali L’Italia nell’eGovernment Benchmark 2018: un problema di maturità digitale dei servizi o del Paese?

Questa nota interpretativa dell’eGovernment Benchmark – il Rapporto annuale, pubblicato dalla Commissione europea DG CONNECT, che misura il progresso dei singoli Stati Membri nella implementazione dei servizi pubblici digitali previsti dall’eGovernment Action Plan 2016-2020 – vuole porsi l’obiettivo di capire meglio che cosa sta funzionando e quali sono le aree sulle quali intervenire per aumentare la performance del nostro Paese. La relazione è accompagnata dall’introduzione di Luca Attias, Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale

27 Novembre 2018

D

Daniela Battisti, responsabile delle Relazioni Internazionali del Team per la Trasformazione Digitale

Come ogni anno, in autunno, “dobbiamo” occuparci dei risultati dell’eGovernment Benchmark: siamo arrivati all’edizione 2018.

Uso non a caso il verbo “dovere” poiché questa, che dovrebbe essere una lettura utile e informativa, si trasforma spesso in un’opportunità di critica e recriminazioni a causa della non sempre brillantissima performance del nostro Paese.

“Chi doveva fare cosa e perché non l’ha fatto?”. “È colpa del Ministro competente o sono le amministrazioni pubbliche ad essere lente e indifferenti?”. E ancora, “è incapace la PA centrale o sono irresponsabili le PA locali?”. “È colpa di AgID o del Commissario Straordinario – recente aggiunta alla lista dei possibili responsabili – per l’attuazione dell’Agenda Digitale?”.

Ok è colpa mia lo ammetto, in queste tre prime settimane nelle quali Diego Piacentini mi ha lasciato da solo ho fatto più danni di tutti quelli prima di me nei venti anni precedenti, ma ora guardiamo avanti.

L’esercizio di benchmarking non appartiene alla categoria del giallo o del poliziesco (altrimenti avrebbero assunto il Commissario Maigret o Montalbano). Non ci sono colpevoli da individuare. L’obiettivo è piuttosto quello di capire, prendere le necessarie misure correttive, imparare dai più bravi e, se possibile, “copiare” da loro, prenderne esempio.

Per una lettura informata e non irata, bisogna innanzitutto comprendere la metodologia utilizzata, gli obiettivi di misurazione e, sulla base di questi parametri, valutare i risultati, senza trascurare le caratteristiche strutturali del Paese.

Questa, a mio modo di vedere, interessante nota interpretativa – sviluppata da Daniela Battisti, responsabile delle Relazioni Internazionali del Team per la Trasformazione Digitale – vuole porsi l’obiettivo di fare appunto questo: non ricercare il colpevole, ma cercare di capire meglio che cosa sta funzionando e quali sono le aree da migliorare.

P.S. Non lasciatevi trarre in inganno dall’apparente lunghezza: il testo è facilmente comprensibile, scorre veloce. E poi ci sono molti grafici e figure!!

Luca Attias, Commissario Straordinario per l’attuazione dell’Agenda Digitale


Metodologia: eGovernment Action Plan Benchmark

L’eGovernment Benchmark è un Rapporto annuale, pubblicato dalla Commissione europea – DG CONNECT [1], che misura il progresso dei singoli Stati Membri nella implementazione dei servizi pubblici digitali previsti dall’eGovernment Action Plan 2016-2020.

I progressi sui settori prioritari sono misurati da uno o più indicatori (top-level benchmarks), raggruppati in:

  1. User centricity – Centralità dell’utente: le caratteristiche di mobile friendliness e fruibilità del servizio (in termini di supporto online disponibile e meccanismi di feedback);
  2. Transparency – Trasparenza: indica il livello di trasparenza nell’erogazione del servizio: responsabilità dell’erogazione e modalità di utilizzo dei dati personali;
  3. Cross-border mobility – Mobilità transfrontaliera: in che misura gli utenti dei servizi pubblici possono utilizzare i servizi online in un altro paese europeo;
  4. Key enablers – Fattori chiave abilitanti: le pre-condizioni tecniche per la fornitura dei servizi digitali: identificazione elettronica o fonti autentiche (ANPR, per esempio, è una fonte autentica).

… In allegato la relazione completa, se ne consiglia la lettura.



[1] Il Rapporto è curato da CapGemini per conto del DG CONNECT.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!