PNRR e Fondi UE, dati di qualità per una gestione efficiente e trasparente: il caso virtuoso della Regione Campania

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Una gestione efficace dei fondi europei richiede istituzioni solide, sistemi informativi avanzati e una cultura amministrativa orientata alla trasparenza, alla performance e alla responsabilità. L’iniziativa sulla qualità del dato condotta dalla Regione Campania con PA Advice, Politecnico di Milano e Intellera, si fonda su tecnologie di Business Intelligence, reportistica accessibile e formazione. Massimo Colucciello (PA Advice): “La qualità del dato è il pilastro strutturale delle capacità amministrativa, perché può trasformare gli strumenti digitali di gestione dei dai in piattaforme di governo della Politica di Coesione, oltretutto aprendo le porte a un’adozione sicura dell’IA”

26 Settembre 2025

L

Patrizia Licata

Giornalista

FORUM PA 2025. Palazzo dei Congressi - Roma | Foto Rina Ciampolillo

PNRR e fondi strutturali rafforzano le organizzazioni pubbliche, tra l’altro migliorando la loro capacità di spendere e valorizzare i fondi europei. Ma a tal fine è essenziale fondarsi su dati di qualità: solo informazioni accurate, coerenti e complete assicurano una gestione consapevole dei programmi finanziati. Ne ha discusso a FORUM PA 2025 Massimo Colucciello,Vicepresidente Assoconsult con delega alle politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno e CEO PA Advice, che ha partecipato alla tavola rotonda dal titolo “Capacità amministrativa e fondi europei”, citando il caso concreto del lavoro svolto da PA Advice conla Regione Campania proprio in merito alla valorizzazione dei fondi di investimento pubblici con il progetto Qualità del dato .

“La qualità del dato va considerata come un pilastro strutturale delle capacità amministrative ed è la condizione abilitante per una Politica di Coesione davvero efficace e centrata sui risultati – dice Colucciello – e oggi è quanto mai fondamentale per vincere la sfida di portare l’IA nella Pubblica Amministrazione senza minare la sicurezza e la trasparenza”.

La qualità del dato alla base della gestione dei fondi pubblici

In assenza di dati solidi e ben strutturati, ogni fase della gestione del dato può risultare vulnerabile. Al contrario, un sistema informativo ben costruito, alimentato correttamente e integrato nei processi amministrativi, consente di attivare azioni correttive basate sull’evidenza, di diffondere una cultura del miglioramento continuo e di sostenere una governance orientata ai risultati. Favorisce inoltre una comunicazione trasparente verso l’esterno, migliorando la fiducia dei cittadini e dei portatori di interesse nei confronti dell’azione pubblica, in particolare nell’ambito della gestione dei fondi europei, dove l’accountability è un aspetto essenziale. La Regione Campania ha intrapreso questa direzione virtuosa con la sua strategia di trasformazione digitale in cui rientra il sistema informativo SURF (Sistema Unico Regionale Fondi), progettato per supportare programmazione, attuazione, monitoraggio, controllo e certificazione dei programmi di investimento pubblico della Regione Campania.

“La Regione Campania rappresenta un esempio di innovazione, perché ha avviato un percorso di miglioramento continuo dei propri sistemi digitali, puntando su strumenti di Business Intelligence, essenziali per compiere un salto di qualità nella gestione dei dati, e sull’adozione di pratiche orientate alla valorizzazione del dato”, ha affermato Colucciello.

Un caso virtuoso: PA Advice e Regione Campania

In particolare, il progetto condotto con PA Advice a supporto della qualità del dato è stato avviato nell’ottobre del 2024 e si concluderà nel luglio del 2026. È finanziato dal Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud (nell’ambito della Priorità 1 – Azione 1.1.5 del Programma Nazionale “Capacità per la Coesione” 2021-2027, nonché del PR FESR 2021-2027) e si inscrive in un più ampio percorso di rafforzamento amministrativo che la Regione Campania ha avviato con l’approvazione del Piano di Rigenerazione Amministrativa.

“Con una visione di lungo periodo, la Regione Campania punta a trasformare gli strumenti digitali di gestione dei dati in vere e proprie piattaforme di governo della Politica di Coesione: ambienti digitali intelligenti capaci di guidare una pubblica amministrazione più moderna, reattiva, consapevole e orientata ai bisogni reali dei cittadini e dei territori”, ha affermato Colucciello.

La logica che ispira il progetto è in linea con i principi di trasparenza, interoperabilità e accessibilità propri della trasformazione digitale della pubblica amministrazione. La valorizzazione del patrimonio informativo pubblico come bene comune, l’uso di dashboard intelligenti come strumenti di controllo e programmazione, e l’adozione di standard comuni per l’integrazione e l’utilizzo dei dati rappresentano pratiche capaci di abilitare un’amministrazione realmente “data-driven”.

Oltre agli strumenti di BI, una parte fondamentale di questo processo è lo sviluppo di un sistema di reporting che renda i dati facilmente accessibili e immediatamente interpretabili. In parallelo, il progetto si concentra sullo sviluppo delle competenze del personale, assicurando che tutti gli attori coinvolti siano adeguatamente formati nell’utilizzo degli strumenti digitali e nelle nuove pratiche operative.

Il valore della consulenza per la PA

Interventi come questo permettono di abilitare un cambio di paradigma: dalla gestione dei dati come adempimento burocratico alla loro centralità come leva strategica per il miglioramento dell’azione pubblica. La consulenza può accompagnare la PA nel cambiamento trasferendo conoscenza, formando competenze e affiancando gli enti senza sostituire persone e ruoli.

“La consulenza può e deve accompagnare la PA (che è il più grande produttore di dati del Paese) nell’abbracciare la sfida della gestione dei dati e dell’intelligenza artificiale impadronendosi del suo patrimonio informativo con la finalità di valorizzarlo, per supportare decisioni migliori e per sviluppare servizi più efficienti”, ha dichiarato Colucciello. “In questo senso la coesione sta offrendo spunti importanti e finanziando progettualità che possono diventare buone pratiche da replicare. Ed è proprio il caso del progetto ‘Qualità del dato’ della Regione Campania, che rappresenta un modello di innovazione amministrativa ripetibile in altri contesti istituzionaliche gestiscono fondi europei. L’importante – ha proseguito Colucciello – è che ci sia un’adeguata pianificazione della domanda di servizio della PA e che questa sia ricambiata da un significativo investimento del mercato della consulenza. In questo senso sono estremamente utili le iniziative di ‘calendario degli avvisi’ previste dai regolamenti comunitari, che consentono al mercato di organizzarsi per offrire servizi efficaci ed ottimizzati”.

Intelligenza artificiale e onboarding le prossime sfide

L’intervento di PA Advice con la Regione Campania sta creando le condizioni ideali anche per introdurre le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale. Alcune applicazioni possibili di IA basate su questo progetto sono: previsione dei rischi di attuazione; ottimizzazione della programmazione e della spesa grazie all’analisi predittiva dell’andamento dei flussi finanziari; individuazione di anomalie e inconsistenza dei dati; supporto decisionale tramite modelli generativi; e controlli di primo livello tramite un sistema di anomaly detection che identifica spese atipiche, valori sospetti nei pagamenti o soggetti ricorrenti anomali. 

Ma al di là dei dati e dell’intelligenza artificiale, una grande sfida da vincere per la PA resta quella del ricambio generazionale e dell’onboarding dei neoassunti.

“Dobbiamo evitare che le persone, appena entrate nel mondo del lavoro pubblico, siano disorientate dai tanti compiti e da regole spesso complesse”, ha concluso Colucciello. “I neoassunti potrebbero smarrire la ‘cornice di senso’ entro la quale il lavoro diviene soddisfacente per la persona facendola sentire parte integrante della propria organizzazione. Anche nel processo di onboarding la consulenza può e deve dare il suo contributo, per rendere efficace l’ingresso di forze nuove nella PA, aiutando ad orientarle, formarle e costruire un nuovo ‘patto di servizio’ che superi il paradigma di sostituzione del consulente al funzionario pubblico per costruire una nuova alleanza fra PA e consulenza, finalizzata a migliorare sensibilmente la qualità dei servizi pubblici offerti ai cittadini”.

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