Il Tour de France che racconta l’innovazione: in Francia c’è il voto online
Il Tour de France (dell’innovazione) è alla ricerca dei progetti innovativi sulle tracce della corsa ciclistica più famosa al mondo. Oggi parliamo di voto online e referendum.
21 Luglio 2019
Daniele Rizzo
Content Manager FPA
Maurizio Costa
Content Officer FPA
Il giro di boa del nostro particolare Tour de France dell’Innovazione c’è stato da un pezzo, ma sembra necessario riproporre le motivazioni che ci hanno spinto a far nascere questa rubrica su un sito che di solito non affronta questi argomenti.
L’innovazione, come ben sanno tutti coloro che leggono gli articoli su questo sito, è contagiosa: le tecnologie, oramai, sono alla portata di tutti. Il loro costo, sempre più basso, e le loro dimensioni sempre più ridotte permettono a tutte le amministrazioni del mondo di introdurre nuovi servizi digitali in maniera agevole.
Questi servizi, dall’anagrafe digitale alla piattaforma per i pagamenti verso la pubblica amministrazione, stanno diventando degli standard: creato un modello di servizio in un territorio, le altre PA interessate al progetto non fanno altro che copiare, in senso buono di certo, per apportare quell’innovazione sul proprio territorio.
Il confronto, dunque, è fondamentale: per questo, questa rubrica si propone appunto di scandagliare tutti i progetti francesi interessanti nelle città toccate dal Tour de France. Chissà se in qualche modo questa azione potrà risultare utile a qualche amministrazione per ‘rubare’ qualche idea e portarla al di qua delle Alpi.
Referendum online
La tappa di ieri è partita da Tarbes, una città degli Alti Pirenei. Qui, come in altre città della Francia, si sta svolgendo il primo referendum di iniziativa condivisa.
Questo voto, che si svolge online ma anche presso il Municipio cittadino, tratterà della privatizzazione dell’aeroporto di Parigi. L’importanza di questo voto non si trova nella domanda referendaria, ma nel fatto che sia molto democratico, cosa di cui si vantano molto Oltralpe, e giustamente! E questo perché votano tutti i cittadini francesi per una questione che riguarda Parigi e lo fanno dai propri computer.
Si potrà votare fino al 2020, poi si sapranno i risultati. Votare online, di certo, sarà il futuro, così come lo è in alcuni paesi europei. Partire dai referendum, meno pesanti di altri voti, sembra una scelta azzeccata.
Troviamo difficoltà a trovare esempi italiani di un’operazione del genere, ma, come già detto, perché non prendere spunto?
Il resoconto della tappa
La Tarbes – Tourmalet Barèges, che doveva dare qualche risposta, ha invece aumentato le domande. Sul primo arrivo in salita dei Pireni saltano molti dei favoriti finali. A vincere la tappa è Pinot, francese della Groupama-FDJ, che negli ultimi metri della salita riesce a mettere in riga il gruppetto che, fino a quel momento, aveva resistito al forcing prima della Movistar e poi proprio della Groupama-FDJ, appunto.
Se questi ultimi sono riusciti nell’intento di far vincere la tappa al proprio capitano, lo stesso non si può dire per la Movistar, la cui tattica scellerata ha progressivamente fatto perdere terreno a due dei tre capitani: Quintana e Valverde. A resistere coi migliori solo il terzo dei tre, Mikel Landa, arrivato sesto a 14 secondi da Pinot, prima di Uran (settimo a 30 secondi), Thomas (ottavo a 36 secondi) e Barguil (nono a 38 secondi), ma dopo Bernal (quinto a 8 secondi), Buchmann (quarto a 8 secondi) e Kruijswijk (terzo a 6 secondi). Tra Pinot e Kruijswijk il secondo classificato che non ti aspetti: Julian Alaphilippe.
La struttura del corpo di Alaphilippe, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, e nemmeno ad arrivare secondo sul Tourmalet battendo corridori ben più portati in salita, ma lui non lo sa e continua a tenere la maglia gialla volando sui pedali.
Chiudendo la tappa secondo, con 6 secondi di ritardo su Pinot, il francese della Deceuninck – Quickstep ha di fatto allungato ancora su tutto il resto del gruppo, consolidando il suo vantaggio ormai arrivato a 2 minuti e 2 secondi su Geraint Thomas. E proprio Geraint Thomas, il britannico del Team Ineos, è uno dei primi sconfitti di giornata: sebbene paghi un distacco lieve, da lui ci si aspettava qualcosa in più, mentre ora si trova a doversi guardare le spalle anche dal compagno di squadra Egan Bernal, il colombiano che ieri ha rovesciato le gerarchie in casa Ineos.
Tra i grandi sconfitti di giornata troviamo invece Quintana (di cui accennavamo prima), Porte, Mollema, Yates e Bardet. Tra questi il più vicino ad Alaphilippe in classifica è Richie Porte con oltre 6 minuti di ritardo.
La classifica
A questo punto del Tour la classifica comincia però a farsi interessante, ragion per cui riportiamo di seguito le prime dieci posizioni:
- J. Alaphilippe (DQT) 56h11’29”
- G. Thomas (INS) +2’02”
- S. Kruijswijk (TJV) +2’14”
- E. Bernal (INS) +3’00”
- E. Buchmann (BOH) +3’12”
- T. Pinot (GFC) +3’12”
- E. Uran (EF1) +4’24”
- J. Fuglsang (AST) +5’22”
- A. Valverde (MOV) +5’27”
- E. Mas (DQT) +5’38”
Oggi di nuovo un arrivo in salita sui Pirenei: si va da Limoux a Foix Prat d’Albis, 185 km con quattro GPM chiamati, ancora una volta, a dirci la verità sui pretendenti di questo Tour e, in particolare su Alaphilippe, il corridore spinto da un’intera nazione che vorrebbe tornare a festeggiare un francese a Parigi dopo 34 anni dall’ultima volta.
Ascolta il commento della tappa in podcast
Il Tour de France è arrivato sui Pirenei e a questo punto il dilemma è questo: spingere sulla potenza o sulla forza?
In che modo si arriva primi in salita?
Il commento di Marco Baldi.