Smart City in dieta mediterranea

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In questi giorni perdo spesso la pazienza: non c’è la faccio più ad aspettare i tempi della politica mentre vedo tanti giovani perdere la speranza di entrare nella vita attiva. L’unico antidoto che mi rimane contro la rabbia è provare a "prendere impegni e trovare soluzioni" come recita il nostro programma per il 2014. Con questo spirito abbiamo accettato l’invito del Comune di Napoli per realizzare lì, a fine marzo, una convention di tre giorni sulle Smart city del Mediterraneo, in occasione della manifestazione Energy MED, organizzata da ANEA. Parte così una nuova avventura: Smart City MED, che si svolgerà alla Mostra d’Oltremare dal 27 al 29 marzo prossimi e che radunerà le migliori esperienze di città intelligenti del Mezzogiorno del Paese con l’ambizione di essere un punto di riferimento per tutte le città mediterranee, in specie quelle della sponda Sud. Abbiamo accettato con entusiasmo questa sfida perché pensiamo che il Mediterraneo abbia molto da dire riguardo alle città. Esso è portatore infatti di un paradigma che si fonda su specificità storiche e culturali che riportano ad alcune parole d’ordine che mi piace ricordare.

6 Febbraio 2014

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Carlo Mochi Sismondi

In questi giorni perdo spesso la pazienza come un vecchio gufo (ricordate Anacleto de "La spada nella roccia"?). Non c’è la faccio più ad aspettare i tempi della politica mentre vedo tanti giovani perdere la speranza di entrare nella vita attiva e, insieme, tante chiacchiere sulla mancata produttività di un Paese che spreca però così le sue risorse migliori. L’unico antidoto che mi rimane contro la rabbia, che è certo energia, ma rischia di essere cieca e sterile, è provare a "prendere impegni e trovare soluzioni" come recita il nostro programma per il 2014. Con questo spirito e con un po’ di sana incoscienza abbiamo accettato l’invito del Comune di Napoli per realizzare, a fine marzo nel capoluogo campano, una tre giorni congressuale ed espositiva sulle Smart city del Mediterraneo, in occasione della manifestazione Energy MED, organizzata da ANEA, giunta con successo alla settima edizione.

Parte così una nuova avventura: Smart City MED, che si svolgerà alla Mostra d’Oltremare dal 27 al 29 marzo prossimi e che radunerà le migliori esperienze di città intelligenti del Mezzogiorno del Paese con l’ambizione di essere un punto di riferimento per tutte le città mediterranee, in specie quelle della sponda Sud. Non partiamo da zero, ma ci facciamo forti dell’esperienza fatta con SMART City Exhibition, la grande mostra convegno che presentiamo ogni anno insieme a Bologna Fiere. Possiamo inoltre contare sulle tante esperienze, spesso poco conosciute, che le nostre città del Mezzogiorno hanno già messo in piedi e sui tanti progetti che il bando MIUR dello scorso anno ha fatto partire.

Abbiamo accettato con entusiasmo questa sfida perché pensiamo che il Mediterraneo ha molto da dire riguardo alle città. Esso è portatore infatti di un paradigma che si fonda su specificità storiche e culturali che ci trasmettono parole d’ordine fondamentali che mi piace ricordare.

Rete: il "mare nostrum" è stato sin dagli albori della Storia una rete di relazioni che ha unito paesi e trasportato merci, cultura, lingue e bellezza. Oggi che la rete va alla velocità della luce questa ricchezza può volgersi in sviluppo, se non cediamo alla tentazione di porre barriere che trasformano un mare di vita in un mare di morte, come Lampedusa tragicamente insegna. Reti di città, reti di saperi, ma soprattutto reti che uniscono persone.

Piazza: non c’è città senza piazza e non c’è piazza che non ci riporti all’archetipo dell’agorà e quindi allo stesso paradigma della democrazia. La piazza oggi è sia materiale sia virtuale, ma la partecipazione resta un prerequisito fondamentale per qualsiasi città intelligente del sud o del nord. Le nostre città meridionali, con le loro piazze e i loro punti di ritrovo e di scambio tra i cittadini ci riportano alla convinzione che non c’è Smart city senza Smart cittadini.

Solidarietà: famiglia, legami parentali, clan costituiscono, nel bene e nel male l’impalcatura della società mediterranea che ha visto quindi nella solidarietà un valore profondo. Temi quali l’economia collaborativa (o sharing economy), la sussidiarietà e lo scambio, oggi di moda e considerati da tutti come una delle vie d’uscita alla crisi, sono connaturati nella stessa lotta per la sopravvivenza del Mezzogiorno. Anche qui le tecnologie possono essere abilitanti di pratiche che accrescano la qualità della vita.

Pazienza: la civiltà del Mediterraneo è la civiltà dell’ulivo, si da quando Atena lo donò alla sua città. Ma l’ulivo si pianta pensando ai nostri nipoti, ai secoli a venire. È una civiltà paziente quella dell’Ulivo, che sa progettare con lungimiranza e sa attendere. Se riusciamo a vincere la tentazione dell’immobilismo e sfruttiamo lo sguardo lungo, possiamo mettere le basi di sviluppi non effimeri, basati su un’infrastruttura materiale e immateriale indispensabile, che ha bisogno di tempi diversi da quelli della politica e dell’immediato consenso.

Creatività: tutta la cultura occidentale nasce attorno al nostro mare. Dall’arte alla filosofia, dai canoni del bello alle regole dello Stato, dal teatro alla letteratura tutto nasce qui. Questa straordinaria forza creativa deve trovare sbocco in nuove professionalità, in nuovo protagonismo dei giovani, in nuove prospettive di sviluppo basate sul paradigma della sostenibilità.

Queste potenzialità straordinarie devono però oggi trovare una politica intelligente, preparata e lungimirante che sappia leggere le possibilità che la tecnologia mette a disposizione delle città non per farne una vetrina di gadget, ma per creare quella infrastruttura tecnologica abilitante che faccia da supporto alla visione olistica e peculiare che ogni città deve elaborare per il proprio futuro. Non da sola, ma sfruttando l’enorme tesoro della rete relazionale che innerva il Mediterraneo.

C’è quindi molto da dire e molto da imparare dalle nostre città del Sud, sempre che ci si scrolli da dosso il vittimismo e il fatalismo piagnone e ci si rimbocchi le maniche. Con la programmazione europea 2014-2020 arriveranno sulle nostre aree urbane meridionali una montagna di soldi, sempre se sapremo immaginare e progettare innovazioni possibili. L’esperienza della passata programmazione non è certo brillante, nonostante le accelerazioni di questi ultimi due anni, possiamo e dobbiamo far meglio. Ma possiamo riuscirci solo se amministrazioni, aziende, mondo della ricerca, terzo settore e cittadinanza attiva sapranno lavorare assieme. Smart City MED si propone proprio questo obiettivo, ed è per questo che abbiamo bisogno di tutti voi.

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