Il ruolo delle politiche regionali e industriali: on line l’ebook di AISRE

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E’ da poco disponibile su “Scienze Regionali” l’ultima pubblicazione dell’Associazione italiana di Scienze Regionali – AISRE, Crescita, investimenti e territorio: il ruolo delle politiche industriali e regionali a cura di Cappellin R., Marelli E., Rullani E. e Sterlacchini A.

25 Febbraio 2014

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Redazione FORUM PA

E’ da poco disponibile su “Scienze Regionali” l’ultima pubblicazione dell’Associazione italiana di Scienze Regionali – AISRE, Crescita, investimenti e territorio: il ruolo delle politiche industriali e regionali a cura di Cappellin R., Marelli E., Rullani E. e Sterlacchini A.

Risultato di un impegnativo lavoro comune, il testo propone una strategia di crescita a medio termine dell’economia italiana (“Progetto Italia 2020”) coerente con le dinamiche di cambiamento del sistema produttivo in Europa, l’evoluzione della tecnologia e la domanda di maggiore occupazione e di migliore qualità ambientale da parte dei cittadini.

Ventuno sono gli economisti italiani che, impegnati attivamente nelle iniziative promosse dalle Società Scientifiche che si occupano di economia industriale, economia regionale, economia dei trasporti, economia del lavoro e management, hanno dato il loro contributo al volume.

L’intento principale è stato quello di mostrare come le analisi recenti sviluppate nelle diverse discipline che trattano della cosiddetta “economia reale” si basano su modelli di crescita e propongono interventi di politica economica profondamente diversi da quelli della macroeconomia tradizionale (di stampo neoliberista) che hanno guidato le politiche seguite in questi ultimi anni in Europa e in Italia.  La tesi di partenza è che la politica industriale, del tutto abbandonata a causa della pressione dell’ideologia neoliberista che ha portato a drastiche politiche di austerità, sia invece indispensabile in un’economia moderna basata sulla conoscenza e sull’innovazione. La politica industriale, declinata a livello territoriale, assume un’importanza cruciale per definire un programma, nazionale ed europeo, d’interventi coraggiosi e lungimiranti al fine di promuovere l’innovazione nell’industria, nei servizi e nelle amministrazioni pubbliche, aumentare gli investimenti privati e pubblici in nuove produzioni e ridurre gli attuali elevatissimi livelli di disoccupazione.

Gli originali contributi illustrano i fattori e le caratteristiche della crisi economica attuale, i cambiamenti emergenti nella struttura del sistema produttivo, i risultati di recenti studi sull’economia reale e varie possibili misure d’intervento di politica industriale e regionale. L’ampio capitolo introduttivo propone una sintesi di questi contributi ed evidenzia l’analogia notevole nelle interpretazioni dei fattori della crisi, la forte coerenza degli strumenti utilizzati nell’analisi dell’economia reale nei suoi aspetti industriali e territoriali e il largo sostanziale consenso su un modello di politica industriale e regionale diverso dal passato e su puntuali misure di intervento per riavviare la crescita.

Per uscire dalla recessione e ritornare a tassi di crescita accettabili non è sufficiente l’aumento della spesa pubblica (soluzione keynesiana) o la riduzione delle imposte (soluzione neoliberista), ma è invece indispensabile stimolare una ripresa degli investimenti in capitale fisico, umano e tecnologico, che ponga l’innovazione al centro degli interventi e, al tempo stesso, promuovere una crescita continua della domanda di nuovi beni e servizi. La disciplina della spesa nelle imprese e nello Stato non è in contraddizione con forti investimenti in innovazione, perché la leadership innovativa nelle filiere globali è il fattore fondamentale della competitività a lungo termine e di alti margini di profitto futuri.

Il punto di partenza per un programma di rigenerazione o ricostruzione dell’economia italiana dopo la crisi è il territorio. E’ anche da questo, e non solo dai mercati internazionali, che provengono gli stimoli a uno sviluppo economico sostenibile. Infatti, il successo di progetti innovativi dipende dalle capacità imprenditoriali, dalle competenze e dalle risorse umane e produttive che sono radicate nel territorio, ma al tempo stesso è in esso, e soprattutto nelle grandi aree metropolitane, che si esprimono i bisogni di un ambiente e di una qualità della vita migliori ed emergono opportunità di investimento in nuovi beni e servizi.

Dato che gli strumenti della politica monetaria e fiscale sono stati trasferiti o condizionati dai vincoli stabiliti a livello comunitario, in base al principio di sussidiarietà verticale spetta invece agli Stati nazionali e alle Regioni programmare, anche se nel quadro di opportuni indirizzi strategici comunitari, le politiche industriali e regionali, che sono fondamentali per stimolare l’innovazione, gli investimenti e nuove produzioni.

Il libro è gratuito, distribuito con la licenza Creative Commons, e si rivolge a giovani, sindacalisti, operatori delle imprese industriali e dei servizi e della banche, funzionari pubblici e non solo ai ricercatori universitari. 

I contributi sono di: Leonardo Becchetti, Marco Bellandi, Patrizio Bianchi, Andrea Bollino, Roberto Camagni, Roberta Capello, Riccardo Cappellin, Stefano Casini Benvenuti,  Enrico Ciciotti, Romeo Danielis, Alfredo Del Monte, Sergio Destefanis, Marco Frey, Sandrine Labory, Enrico Marelli, Marco Mutinelli, Alessandro Petretto, Francesco Prota, Enzo Rullani, Alessandro Sterlacchini, Gianfranco Viesti.

La diffusione del libro avviene congiuntamente dai siti:

economia.uniroma2
unibs.it
univiu.org
dises.univpm.it

 

Le riflessioni continuano sui gruppi di discussione Linkedin e Facebook.

 

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