Da Cliclavoro al nuovo sito, l’esperienza online del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali a FORUM PA 2016

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Più di 250.000 utenti nella community, oltre 220.000 nella pagina Facebook e circa 22.000 follower su Twitter. Cliclavoro è una esperienza di successo, ma la presenza in Rete del Ministero non finisce qui. Anzi: punta a crescere. Con un sito ridisegnato e riprogettato e secondo i criteri di una Social Media Policy condivisa.

23 Maggio 2016

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Federica Colonna

Welfare digitale. Ecco il titolo del secondo convegno del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali organizzato a Forum PA con il coinvolgimento di Facebook, Google, il Ministero dell’Interno e Oracle Italia. Un evento durante il quale raccontare come la Pubblica Amministrazione diventa social e quali sfide affronta in Rete.

La più recente, per esempio, per il Ministero del Lavoro, ha riguardato la pubblicazione del nuovo sito, il 15 marzo scorso – data a partire dalla quale ha ricevuto quasi 500.000 accessi. Una piattaforma completamente rinnovata, a partire dal design. Ispirato alle linee guida AgID, infatti, il layout grafico è progettato non solo per rendere più fruibile la lettura dei contenuti e delle informazioni, ma permette un accesso più semplice ai servizi offerti. Il restyling infatti non è solo visivo, ma riguarda la visione di fondo e l’organizzazione della comunicazione. Il nuovo progetto ha infatti interessato tutta l’amministrazione considerandone i diversi uffici come parte di una ampia redazione diffusa.

La “vita digitale” del Ministero, però, non inizia oggi. Non solo il Jobs Act, infatti, è stato lanciato con un portale tematico (www.jobsact.lavoro.gov.it ), un video su Youtube e una pagina LinkedIn dedicata alla riforma. La presenza in rete del dicastero ha una storia più lunga, ed è legata alla community Cliclavoro: molto attiva già nel 2010, è animata oggi da circa 250.000 utenti e conta decine di migliaia di followers sui social network – più di 220.000 su Facebook, oltre 21.000 su Twitter . “La fan page – spiega Daniele Lunetta, dirigente Comunicazione e Prodotti Editoriali del Ministero – è il luogo privilegiato di confronto e interazione con la comunità sui temi e sulle nuove tendenze del mercato del lavoro; l’account Twitter @Cliclavoro offre un flusso costantemente aggiornato di notizie, eventi, offerte di lavoro e occasioni di interazione; Il gruppo di discussione su LinkedIn ospita per lo più i dibattiti proposti dagli utenti e le offerte di lavoro delle aziende. Il canale YouTube, infine, raccoglie video non solo dal tema strettamente istituzionale ma anche informativo e d’approfondimento, come tutorial, eventi, campagne di comunicazione e contenuti specifici sulle politiche per il lavoro attivate in Italia”.

Una offerta articolata, quindi, completata dall’account Twitter @Minlavoro: non un ufficio stampa h 24, ma un soggetto di costante interlocuzione. “Accade spesso – sottolinea infatti Lunetta – che alla risposta del Ministero a domande e osservazioni dei follower seguano positive reazioni di stupore: non tutti si aspettano di ricevere un feedback da un profilo social della PA e quando questo accade i pregiudizi si ribaltano, l’Amministrazione recupera credibilità e migliora la sua eReputation”.

Perché, la PA ne è spesso consapevole, esserci, in Rete, non basta. L’epic fail – la brutta figura – è dietro l’angolo e gestire le difficoltà non è sempre banale. “Non abbiamo affrontato crisi degne di nota in questi anni – racconta però Lunetta – La gestione di grandi volumi di traffico legati all’avvio del Programma Garanzia Giovani nel maggio del 2014 ha comportato un grande sforzo nella moderazione delle conversazioni e nella gestione delle richieste di informazione”. La strategia più adatta a prevenire le crisi e a gestirle quando arrivano è stabilire principi, regole, prassi cui ispirarsi. In una frase: condividere una Social Media Policy adeguata alle proprie esigenze e alle caratteristiche del proprio profilo. “Trasparenza, attenzione ai dettagli e utilità sociale dei contenuti pubblicati sono alcuni dei punti cardine della social media policy interna – spiega Lunetta – Un team specializzato in comunicazione web e social media management condivide la strategia con la Direzione Generale dei sistemi informativi, dell’Innovazione Tecnologica e della Comunicazione e veicola i contenuti sui diversi canali, monitorando e documentando i risultati. La censura dei commenti – prosegue – avviene solo quando l’attività di trolling e la violazione reiterata della netiquette non vengono accompagnate da osservazioni costruttive o da un reale bisogno di risolvere un problema”.

Nessuna crisi particolare, quindi. Ma un lavoro attento e quotidiano. Grazie al quale il Ministero, in Rete, ha anche incassato qualche successo. Come è accaduto, ricorda Lunetta, con l’hashtag #diamociunamano, usato per veicolare i contenuti e la mission della omonima iniziativa – un progetto rivolto ai beneficiari di una misura di sostegno al reddito i quali possono svolgere attività di volontariato in progetti realizzati congiuntamente da organizzazioni del terzo settore e da Comuni o Enti locali.

Insomma, un Ministero social sa dialogare. E per farlo non basta inviare un tweet. Bisogna cambiare mentalità, paradigma, linguaggio. Tutte sfide raccontate dagli enti protagonisti di Forum PA 2016, il26 maggio alle ore 9,30.

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