European Innovation Scoreboard: misurare le politiche innovative in Europa

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La capacità innovativa è una priorità strategica per lo sviluppo e il benessere di un Paese: in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea nel corso degli scorsi anni sono stati predisposti politiche e strumenti a supporto dell’innovazione. La loro diversità riflette le differenti condizioni di partenza , le tendenze culturali e le priorità politiche assunte da ciascun Paese: nonostante questo, le politiche di innovazione rientrano praticamente ovunque nelle priorità d’azione dei governi.

18 Gennaio 2006

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA

La capacità innovativa è una priorità strategica per lo sviluppo e il benessere di un Paese: in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea nel corso degli scorsi anni sono stati predisposti politiche e strumenti a supporto dell’innovazione. La loro diversità riflette le differenti condizioni di partenza , le tendenze culturali e le priorità politiche assunte da ciascun Paese: nonostante questo, le politiche di innovazione rientrano praticamente ovunque nelle priorità d’azione dei governi.

A partire dal 2000 – sotto l’impulso del Consiglio europeo di Lisbona- la Commissione Europea ha predisposto, nell’ambito del programma "European TrendChart on Innovation" uno strumento di verifica annuale rivolto a tutti i Paesi dell’Unione e a i loro partner d’oltreconfine. Lo EIS – European Innovation Scoreboard – traccia, per il 2005, una mappa dei Paesi leader, quelli con performance nella media, quelli in fase di recupero e quelli in retrocessione dal punto di vista delle politiche di innovazione introdotte nei rispettivi contesti di governo. 35 report relativi ai 25 Paesi dell’Unione Europea, la Bulgaria, i tre Paesi associati EFTA (European Free Trade Association), la Svizzera, la Turchia e i tre gruppi partner europei: i Paesi del NAFTA (North America Free Trade Agreement – US, Canada, Mexico)/Brasile, i Paesi asiatici e i Paesi dell’area MEDA – Euro-Mediterranean Partnership.

Il Quadro di valutazione dell’innovazione in Europa, basato su dati della “European Community Innovation Survey (CIS) che dal 2004 è divenuta obbligatoria per tutti i Paesi UE, e revisionato in collaborazione con il Joint Research Centre (JRC), si è avvalso di 26 indicatori complessivi, nove dei quali assolutamente nuovi rispetto alle edizioni precedenti, raccolti in cinque macrocategorie e distinti tra indicatori tesi alla misurazione degli asset innovativi che i governi introducono nelle proprie politiche (inputs) e gli indicatori che misurano i ritorni economici di questi investimenti nell’innovazione (outputs).

Gli Input

  • Innovation drivers: misurano le condizioni strutturali
  • Knowledge Creation: misurano gli investimenti in Ricerca e Sviluppo
  • Innovation and entrepreneurship: misurano gli investimenti delle imprese

Gli outputs

  • Application: misurano il contributo che le imprese, attraverso il loro lavoro, danno all’innovazione
  • Intellectual Property: misurano il livello di conoscenze complessive acquisite e utilizzate con successo

Si conferma, rispetto alle edizioni precedenti, il primato di Svezia, Finlandia e Svizzera nel ruolo di "innovatori" d’Europa, seguiti da Germania e Danimarca. La maggior parte dei nuovi Paesi UE, pur se interessati in un processo di forte investimento in innovazione – che ha consentito loro di recuperare terreno rispetto ad altri Paesi dell’Europa – mantengono, però, un ritmo lento di sviluppo che probabilmente non consentirà all’UE di convergere su valori uniformi di innovazione, perlomeno nel prossimo futuro. A questo si aggiunga il trend sostanzialmente stabile, piuttosto che evolutivo, della maggior parte degli altri Stati membri: si valuta che il gap con gli Stati Uniti – il riferimento di eccellenza in questo ambito – non verrà superato prima dei prossimi 50 anni.

Un elemento positivo per l’Italia è dato dal fatto che rientra nei cinque Paesi – insieme a Svizzera, Danimarca, Germania e Irlanda, rivelatisi più efficienti, nelle loro performance, nell’utilizzare gli asset innovativi per creare ritorni economici

 

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