Faggioli: “Riorganizzare l’IT pubblico per adeguarsi alle norme di sicurezza internazionali”

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20 Dicembre 2016

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Gabriele Faggioli, avvocato Partners4innovation, presidente Clusit

A che punto siamo?

Abbiamo un nutrito corpus normativo proveniente, per lo più, dall’UE, che negli ultimi due anni ha fornito agli Stati membri, quindi alle PA, gli strumenti necessari (con obblighi e sanzioni per i destinatari) a proteggere i sistemi informativi ed abbassare i rischi sulla protezione dei dati e delle informazioni.

Questo Governo ha prodotto molte riforme e introdotto molte innovazioni: cosa è già “usabile” tra quanto approvato? Cosa ci portiamo a casa?

Purtroppo l’applicazione pratica delle riforme sarà difficile e complessa perché, com’è noto, la gestione delle risorse nella PA italiana, soprattutto informatiche, è molto frammentata e non consentirà una implementazione uniforme. Alla PA è richiesto uno sforzo enorme perché questa, nel corso degli anni, si è dotata di una pluralità di sistemi informativi rigidi e isolati, non adeguatamente protetti, che elaborano e trattano dati parziali che non si integrano fra loro.

Molti provvedimenti sono ancora non in sospeso, cosa pensa che sarà impossibile raggiungere degli obiettivi che erano posti? A cosa dovremo rinunciare, almeno per ora?

Non c’è formalmente nulla di impossibile da raggiungere. Occorre solo maggiore intervento pratico e concreto perché l’attenzione e la consapevolezza sull’importanza del tema c’è già. Si è già discusso ampiamente in passato. È tempo di agire e farlo in fretta.

Cosa si può fare ora nel campo dell’innovazione digitale che non ha bisogno della politica, ma solo dell’azione fattiva dell’amministrazione?

Si può iniziare con una revisione, riorganizzazione e ottimizzazione di tutti i sistemi informativi esistenti, forniti, per lo più, da aziende private che potrebbero porre la PA nell’impossibilità di attuare le riforme. Si potrebbe poi procedere con la formazione del personale perché sono soprattutto loro i soggetti che dovranno garantire che la legge sarà applicata e rispettata.

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