Fatturazione elettronica: dai prossimi mesi grandi opportunità col recepimento della Direttiva 55/2014

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Il prossimo grande salto che la Pubblica Amministrazione dovrà affrontare deriva dal recepimento della Direttiva 2014/55/UE del 16 aprile 2014 relativa alla fatturazione elettronica negli appalti pubblici. Per orientarsi nel nuovo quadro che si sta delineando, consigliamo la partecipazione al webinar “Fatturazione elettronica e interoperabilità” di FPA Academy Premium

23 Febbraio 2017

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Andrea Caccia, presidente CEN/TC 434 sulla fatturazione elettronica

Dopo l’introduzione della fatturazione elettronica verso la PA, il prossimo grande salto che la Pubblica Amministrazione dovrà affrontare deriva dal recepimento della Direttiva 2014/55/UE del 16 aprile 2014 relativa alla fatturazione elettronica negli appalti pubblici che, per semplificare al massimo, è il progetto FatturaPA europeo.

Gli obiettivi del provvedimento europeo sono simili e mirano ad ottenere i benefici ormai noti e raggruppabili in due filoni:
  • risparmi, sia grazie alla maggiore efficienza (che la Commissione stima pari a 240 miliardi di Euro annui su scala europea) sia derivanti dalla maggiore capacità di controllo ai fini di lotta all’evasione e di migliore allocazione delle risorse nella gestione della spesa pubblica;
  • dematerializzazione dei processi delle imprese, che porta ad un miglioramento del sistema paese con benefici ben superiori della sola maggiore efficienza degli adempimenti fiscali ed è prerogativa del mercato unico digitale europeo.

La direttiva in sé introduce degli obblighi solo in capo alle pubbliche amministrazioni europee rendendo obbligatoria la ricezione di fatture elettroniche se sono rispettate alcune condizioni tecniche. È comunque riconosciuto il potere delle autorità nazionali di istituire obblighi, a livello nazionale, di invio alla PA solo delle fatture elettroniche, come già avvenuto in Italia e in alcuni paesi europei.

L’Italia, come altri Stati europei, ha imposto un formato proprietario nazionale che è FatturaPA, utilizzabile solo per digitalizzare il documento fattura e inutilizzabile per scambi intracomunitari o extra UE. Una scelta che ha consentito una partenza rapida ma che presenta evidenti limiti, consentendo una digitalizzazione solo parziale che non solo non permette di massimizzare i benefici ma che può portare in alcuni casi ad un peggioramento della performance complessiva e costringere le imprese a gestire in parallelo diverse modalità. Ha prevalso la logica dell’adempimento rapido ad un obbligo di legge per ottenere subito parte dei benefici possibili lato PA.

In realtà la dematerializzazione della sola fattura, anche lato PA, consente una digitalizzazione parziale, spesso inesistente quando la fattura viene stampata e gestita a mano ed è totalmente inadeguata a supportare procedure d’appalto interamente elettroniche che per altro diventeranno presto obbligatorie. Ci si sta infilando, in sostanza, in un vicolo cieco.

La Direttiva segue invece un approccio più strutturato che supera tutti i limiti del formato proprietario nazionale, che si basa sull’utilizzo di standard ed esperienze già adottati in ambito internazionale e già implementati in molte realtà pubbliche e maturati in Europa col progetto PEPPOL. Anche se la Direttiva indirizza solamente la fattura elettronica, questa viene correttamente contestualizzata come snodo tra i vari processi che si basano su di essa consentendo un percorso di progressiva digitalizzazione di tutti i processi che stanno a monte della fattura (es. ordini, conferme e documenti di trasporto) e a valle (sistemi di pagamento, factoring, trasmissione dei dati ai fini fiscali).

Il progetto FatturaPA è stato estremamente efficace e innovativo nel panorama europeo, ma difficilmente si vedrà una diffusione capillare nello scambio tra privati nascendo in fondo intorno ad un adempimento più che ad un processo. Anche lato PA si può constatare come non sia in grado di supportare un vero ammodernamento dei processi che consenta una gestione digitale completa: la regione Emilia Romagna è stata la prima ad investire in questa direzione ed è già pronta a gestire in modalità elettronica tutte le fasi dell’eProcurement.

La Direttiva riconosce che i formati in uso sono molteplici, nessuno dei quali ad oggi prevale, e consente di preservare gli investimenti già fatti. Su questa base, secondo quanto previsto dalla Direttiva, il CEN (uno degli enti di standardizzazione europea) è stato incaricato di:

  • definire un modello di dati semantico degli elementi essenziali della fattura, la c.d. “core invoice”. La core invoice non è dunque una rappresentazione in un formato specifico ma un modello che consente di rappresentare il contenuto della fattura in grado di supportare qualsiasi formato e le traduzioni tra formati diversi, che garantisce la possibilità di ottenere la compliance con le norme fiscali di qualsiasi Stato dell’UE.
  • Definire di una lista limitata di sintassi standard, per ognuno dei quali deve essere fornita anche la corrispondenza sintattica con il modello core, e che tutte le PA europee saranno obbligate ad accettare.

La Direttiva prevede che la Commissione pubblichi sulla Gazzetta Ufficiale UE i riferimenti agli standard prodotti dal CEN: questo avverrà auspicabilmente nei prossimi mesi, dato che gli sviluppi sono terminati ed è già iniziata la votazione finale presso il CEN.
A pubblicazione avvenuta, prevista per il prossimo 27 maggio, le pubbliche amministrazioni hanno 30 mesi di tempo per accettare fatture elettroniche espresse in una delle sintassi presenti nell’elenco di cui al punto 2 e conformi al modello di cui al punto 1, con una deroga di ulteriori 12 mesi per le PA locali.

L’introduzione del modello semantico “core”, ovvero limitato, rappresenta un momento storico: per la prima volta dall’introduzione del regime IVA esiste un modello di dati realmente comune a tutta l’Europa. Questo fatto, insieme con la limitazione del numero limitato di sintassi, dovrebbe consentire la nascita di software e servizi a supporto della digitalizzazione dei relativi processi, che sono oggi impossibili con FatturaPA.

Anche sul sistema di interscambio sono già iniziati i lavori per adattarlo a quanto previsto dalla Direttiva: è auspicabile che anche il formato italiano subisca un adattamento al formato semantico europeo in modo da garantire un passaggio graduale e il più possibile indolore, aprendo così realmente la strada ad un’evoluzione che è già segnata e porterà benefici sostanziali sia sul lato pubblico che su quello privato.

Per orientarsi nel nuovo quadro che si sta delineando, consigliamo la partecipazione al webinar “Fatturazione elettronica e interoperabilità: da FatturaPA al modello semantico della Direttiva 55/2014” di FPA Academy Premium.

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