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Giuseppe Arrabito: “Emergenza coranavirus, un salto quantico per il digitale”

Giuseppe Arrabito: “Emergenza coronavirus, un salto quantico per il digitale”
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SpID, fattura elettronica, digitalizzazione di procedure: per quanto AgID le spingesse non erano state utilizzate. Il lockdown ci ha fatto fare un salto digitale in avanti di 10 anni in 10 giorni. L’intervista di Gianni Dominici a Giuseppe Arrabito, Assessore all’Innovazione Digitale e al Personale del comune di Mentana

28 Settembre 2020

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Redazione FPA

Giuseppe Arrabito: “Emergenza coronavirus, un salto quantico per il digitale”

Ancora una volta ci viene offerta la testimonianza di un’amministrazione pubblica, in questo caso di un comune di medie dimensioni, che per aver investito nelle infrastrutture digitali, nella semplificazione delle procedure e nelle applicazioni ICT in tempi non sospetti ha potuto meglio fronteggiare l’emergenza covid-19.
Parliamo del comune di Mentana, definito dall’AgID come “comune virtuoso del digitale” per aver rispettato tutte le azioni tracciate nel decalogo per la trasformazione digitale dei comuni. Era stato abilitato il sistema unico di identità digitale, Spid, in modo da accedere a qualsiasi servizio online; erano stati attivati i pagamenti digitali con pagoPA; erano state informatizzate le procedure per la presentazione di istanze, ma per quanto la macchina amministrativa avanzasse i cittadini non era mai ricorsi ai servizi digitali.
“Il lockdown ha permesso di fare un salto di 10 anni in 10 giorni”, ad affermarlo, in questa intervista a cura di Gianni Dominici, Giuseppe Arrabito, Assessore al Personale e all’Innovazione Digitale del comune di Mentana

L’intervista

Cosa ha significato questo periodo per un comune al di sotto di 30.000 abitanti, in termini di organizzazione interna, di smart working, di servizi al territorio e ai cittadini?

Arrabito sottolinea la scelta lungimirante del sindaco Marco Benedetti nell’avere individuato una delega all’innovazione digitale, che raramente viene riconosciuta in un comune di medie dimensioni.

“Il digitale ha avuto una spinta progressiva di investimento in processi di trasformazione e innovazione dei servizi ai cittadini, che ha permesso – sottolinea Arrabito – di avviare una comunicazione con i cittadini su determinate direttrici e di ascoltare le loro esigenze”. Singolare è l’esempio dello “sportello virtuale”, attivato per realizzare le interviste al cittadino e garantire il funzionamento dei servizi sociali.

L’amministrazione ha anche ottenuto da una società americana la possibilità di utilizzare in maniera illimitata, fino ad agosto, la loro applicazione che permetteva di fare form on-line; questa opportunità si è tradotta in un servizio ai cittadini per la compilazione e l’invio online delle istanze, senza il ricorso a moduli in formato pdf , da scaricare, compilare, scansionare e rinviare. “Il lockdown è stato, dunque, un modo per far percepire quanto di digitale fosse stato già fatto a Mentana”.

Per quanto riguarda poi le infrastrutture di connessione, l’80% del territorio è coperto da fibra ottica 100 Mbit/s e l’amministrazione sta cercando di fare un ulteriore investimento su una fibra ottica proprietaria, in modo tale da non dipendere più da un fornitore. “Ci aspettiamo – afferma Arrabito – l’utilizzo dei fondi per la banda larga o un aumento dei servizi”.
L’innovazione digitale è stato intervenire nelle zone periferiche. Durante l’apertura dei centri operativi comunali – c.o.c. -, è stato portato il satellitare nella sede della protezione civile. Andare con una connessione in satellitare, là dove non era presente una copertura in fibra e l’ADSL non era sufficiente, ha permesso all’ente di essere resilienti di fronte alla richiesta di connettività di rete e all’utilizzo di applicazioni.

“Il lockdown – afferma Arrabito – ci ha fatto fare un salto quantico di 10 anni in 10 giorni. Cosa ha prevalso, almeno in parte, nella risposta ai servizi? La solidarietà: da una parte il cittadino ha compreso le difficoltà; dall’altra il personale si è imboccato le mani e ha costruito una Task Force per dare una risposta in emergenza a chi era in difficoltà.
“Oggi il budget per lo sviluppo delle competenze, i fondi per la formazione, sono pochi, però in questa fase ho visto persone di una certa età imparare altre procedure, che in un’altra occasione non avrebbero imparato, pur di processare una pratica, evaderla e dare un buono spesa a un cittadino che ne aveva fatto richiesta. Il digitale ci ha permesso di abbattere tutte quelle distanze che sembravano insormontabili”.

Grazie alla pandemia il governo ha snellito una serie di procedure e la burocratizzazione era il maggior freno, il maggior muro che vi era nel poter erogare una serie di servizi. “Grazie a un investimento fatto sulle infrastrutture siamo riusciti nel giro di 3-4 giorni a mettere tutti i dipendenti in smart working”. Date le limitate risorse dell’amministrazione comunale, alcuni dipendenti hanno utilizzato pc di proprietà e si è dovuto intervenire per garantire la sicurezza informatica e privacy.

Bisogna ragionare sulla vulnerabilità dei sistemi e cosa ha fatto l’assessore Arrabito quando ha mandato i dipendenti in smart working? Innanzitutto, un decalogo sulle regole che dovevano essere rispettate da parte di chi utilizzava il proprio device, affinché fosse compatibile con l’accesso al sistema. Poi è stata garantita la sicurezza sulle applicazioni comunali seguendo tre livelli di accesso, attivando VPN nominative per ogni dipendente, in modo da accedere alla propria postazione di lavoro dall’esterno; e immettendo username e password centralizzati sia per la posta elettronica che per le altre applicazioni.

Ancora oggi, nella pubblica amministrazione non si hanno le competenze necessarie per proteggersi da ogni tipo di attacco, non si conoscono gli asset per la sicurezza delle informazioni e si pensa che la sicurezza sia l’utilizzo di un dispositivo tecnologico, mentre è un processo e servono delle linee di indirizzo per la predisposizione dei piani di tutela dei dati, nonché l’assessore competente sulla digitalizzazione o un dirigente informatico.

L’intervista si è chiusa con una raccomandazione: dobbiamo ricordarci che il digitale è una grande opportunità, ma che deve essere gestito anche in termini di sicurezza.

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