Il NAP occasione per il territorio

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Ne parliamo con Giovanni Armanino – responsabile progetto TIX

Potrebbe spiegarci in maniera semplice la differenza tra la RTRT e il TIX? Non sono entrambi infrastrutture di connettività?

18 Gennaio 2006

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA

Ne parliamo con Giovanni Armanino – responsabile progetto TIX

Potrebbe spiegarci in maniera semplice la differenza tra la RTRT e il TIX? Non sono entrambi infrastrutture di connettività?

Entrambe sono infrastrutture dedicate al trasporto, ma con notevoli differenze. La Rete Telematica della Regione Toscana, infatti, è propriamente una rete dedicata, acquisita tramite gara pubblica e gestita in outsourcing, che connette oltre 200 soggetti in modalità permanente utilizzando diverse tecnologie. Il TIX è, invece, un insieme di cose differenti. Innanzitutto è un Neutral Access Point (NAP) cioè un nodo di interscambio tra diversi provider, compresa la stessa RTRT. In secondo luogo è un Centro Servizi per la rete telematica Regionale, ed infine è un nodo della RTRT verso il mondo esterno.

Mentre prima come avveniva la connessione ad internet della RTRT?

Era un meccanismo più o meno simile, ma gestito internamente dal nostro CED. L’esternalizzazione ci ha concesso il valore aggiunto di poter passare da una rete mono-fornitore ad una multi-fornitore, con tutti i vantaggi economici e di traffico derivati. Possiamo dire che è stato il primo tentativo in Italia che ha provato a spingersi in questa direzione e, di certo, è un tentativo riuscito.

Da dove nasce l’idea del NAP toscano?

L’idea è nata nel 2001 per tentare di realizzare una rete multi-fornitore che offrisse uno stimolo al mercato. Invece di consegnare la connettività nelle mani di un unico fornitore nazionale, abbiamo preferito offrire la possibilità ad una serie di attori locali che, con alterne vicende, sono riusciti ad inserirsi sul mercato e a coprire zone più o meno vaste della nostra regione. Probabilmente indicendo una gara vera e propria tutte queste piccole realtà sarebbero rimaste fuori dal gioco. Un’infrastruttura di NAP è una grossa opportunità per provider locali e consente anche il contatto tra operatori piccoli e grandi, direttamente sul nostro territorio, senza la necessità di recarsi a Milano o a Roma. La nostra è stata, innanzitutto, un’azione di vivacizzazione del sistema toscano sia dal punto di vista infrastrutturale che produttivo. Inoltre, il NAP offre uno sbocco reale a tutti quei progetti di cablaggio nati spontaneamente in ambito locale che altrimenti, avrebbero potuto rischiare di rimanere isolati, o avrebbero richiesto ulteriori investimenti per aprirsi all’esterno.

Quali sono i benefici economici che potrebbero derivarne per la PA locale o per il mercato consumer?

L’RTRT è un’isola all’interno della quale il traffico è pressoché gratuito. Ma questa isola va, però, collegata ad internet tramite dei fornitori. Il che equivale ad un costo. Il NAP ci consente di scambiare gratuitamente il traffico con tutti i fornitori che hanno aderito, consentendoci di ottenere notevoli risparmi. Basti pensare che come disponibilità di banda, possiamo arrivare addirittura ad 1 Gigabit, mentre ne paghiamo attualmente solo 170 Mbit.
Per quanto riguarda il mercato esterno, invece, il NAP è un’infrastruttura pubblica a tutti gli effetti: se due provider si scambiano traffico, ne ottengono un beneficio, indipendentemente dai rapporti che hanno con l’amministrazione regionale. Anche il Centro Servizi, seppure dedicato alla Pubblica Amministrazione, è, però, pensato per accogliere in housing apparati di servizi in ASP, purché offrano servizi alla PA. L’apertura al privato c’è, dunque, purché questo abbia dei rapporti forti con al Pubblica Amministrazione.

Il TIX consentirà alla RTRT di erogare nuovi servizi?

Il miglior vantaggio per gli utenti riguarda la garanzia di affidabilità, qualità e sicurezza.
Ovviamente la parte di Centro Servizi è poi diventata il cuore della maggior parte dei servizi infrastrutturali ed applicativi della rete della Pubblica Amministrazione toscana. In particolare è il centro della cooperazione applicativa, che consente la comunicazione tra le applicazioni dei differenti enti. E’ il centro per il servizio di accesso sicuro, che al momento è in fase di attivazione e che consentirà erogare tutti quei servizi per cui è richiesta l’identificazione dell’utente. E’ il centro per protocollo elettronico e molto altro. In pratica, ad oggi tutti i progetti di e-toscana hanno il loro cuore all’interno del TIX, compresi quelli in sperimentazione, come il Digitale Terrestre. In questo modo, pur interagendo con pubbliche amministrazioni indipendenti, il TIX ci permette di offrire servizi procedendo di pari passo e minimizzando gli sprechi.

Quale è il modello organizzativo sul quale funziona il TIX?

L’adesione dei singoli enti all’RTRT implica l’adesione ad un modello organizzativo. L’RTRT, infatti, non è solo una rete di fili, ma è un modello organizzativo vero e proprio. A testimonianza di ciò possiamo citare il fatto che la legge regionale sulla Società dell’Informazione regolamenta l’adesione degli enti al modello organizzativo RTRT definito come un’assemblea a cui aderiscono i sindaci, o i loro rappresentati, di tutti i Comuni. Il modello organizzativo si basa, quindi, su una compartecipazione di tutti gli enti nel processo decisionale. La Regione tramite le sue strutture è il braccio operativo, mentre ai Comuni e agli altri enti locali è demandato il compito di gestire "l’ultimo miglio" in tutte le sue applicazioni, sia che si parli di connettività che di servizi applicativi. Per la gestione operativa dell’TIX la Regione si è affidata, invece, a contratti in outsourcing.

Quali sono i possibili sviluppi del progetto a livello nazionale?

Il TIX è operativo e a pieno regime sin dal giugno 2003. Il sistema di monitoraggio, accessibile pubblicamente on line, evidenzia come i livelli di traffico settimanali, mensili ed annuali, registrano una crescita costante. A questi risultati "interni" vanno aggiunti quelli esterni. Come rappresentante della Regione Toscana ho partecipato personalmente ai lavori di progettazione del Sistema Pubblico di Connettività (SPC), durante i quali il TIX è stato presentato come uno dei NAP di interscambio tra Internet Service Provider qualificati. Questo è, infatti, un servizio che offriamo già, ma il progetto più significativo che stiamo portando avanti e che vedrà la luce a brevissimo, è un collegamento con il TOP-IX della Regione Piemonte, l’unico altro NAP nato su spinta pubblica in Italia, per l’evoluzione della rete interregionale in ottica SPC. In pratica, visto che attualmente la gara per il SPC ha chiamato in causa solo gli enti centrali, stiamo lavorando alla realizzazione di quella parte del progetto delegata alle Regioni.

In Italia esistono solo 4 NAP, due pubblici e due privati? Potrebbe essere un problema per lo sviluppo di una rete nazionale delle PA locali?

La necessità di NAP nasce solo per quei territori in cui si presenta una pluralità di provider privati. Costruire un NAP in una regione raggiunta da un solo fornitore potrebbe essere, quindi, un investimento superfluo, se non addirittura uno spreco di risorse. In Toscana il progetto ha puntato proprio ad una spinta al sistema produttivo che in altre parti di Italia non sarebbe possibile. Il NAP non è assolutamente un passaggio obbligato per arrivare alla realizzazione di una rete interregionale. Quelli attuali, infatti, i due pubblici e i due privati, a mio avviso sono più che sufficienti per garantire una piattaforma multi-fornitore.

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