Rellini (Agid), datacenter: “Sei aspetti sottovalutati nella grande missione di razionalizzazione”

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In attesa che, come molto probabile, l’ormai prossimo Piano triennale chiarisca anche il percorso per la razionalizzazione dei data center della PA, è utile prendere in esame alcuni aspetti poco noti o non considerati del tema

1 Dicembre 2016

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Giovanni Lerz Rellini, Agenzia per l'Italia digitale

In un precedente intervento (pubblicato da ForumPA), nel trattare il tema della certificazione, o almeno conformità a standard, dei data center, era rimarcato il fatto che, benché il tema della razionalizzazione dell’iper-frammentato insieme dei data center pubblici dovrebbe essere al centro dell’attenzione di ogni piano di intervento per l’IT pubblico, ancora non è evidente una speciale attenzione per lo studio di questo aspetto dell’IT pubblico.

In attesa che, come molto probabile, l’ormai prossimo Piano triennale ex comma 513 della legge di stabilità 2016 chiarisca, oltre al resto, il percorso per la razionalizzazione dei data center della PA e che proprio la razionalizzazione stessa delle infrastrutture IT pubbliche diventi uno dei progetti di rilevanza strategica e di interesse nazionale che saranno parte del decreto della PdCM previsto al comma 2 dell’articolo 63 del Dlgs. 179/2016, nel seguito di questo intervento si intende prendere in esame alcuni aspetti poco noti o non considerati del tema.

Gli aspetti in considerazione sono:

esempi notevoli di processi di razionalizzazione già compiuti o in corso, che dimostrano la fattibilità di operazioni anche complesse;

necessità di maggiore conoscenza del perimetro IT delle pubbliche amministrazioni di riferimento per ogni approccio alla razionalizzazione dei data center;

presa d’atto degli inevitabili passi intermedi di ogni politica di razionalizzazione;

impatti sociali ed economici degli interventi di razionalizzazione.


A. Esempi di percorsi di razionalizzazione delle infrastrutture (e non solo)

Tra gli esempi di iniziative, in gran parte già attuate e con benefici importanti, è il caso di citare il percorso del MEF, di cui in questo spazio già si è più volte detto (a riguardo si legga l’articolo apparso su Cor.Com ). Sogei, il braccio operativo del percorso del MEF, fra l’altro, come detto nel Dlgs. 179/2016 “realizza uno dei poli strategici per l’attuazione e la conduzione dei progetti e la gestione dei dati, delle applicazioni e delle infrastrutture delle amministrazioni centrali di interesse nazionale” e tale definizione è diventata parte dell’articolo 33-septies del DL 179/2012, che proprio della razionalizzazione dei data center pubblici tratta.

Altro rilevante esempio, alla data certamente il più imponente per complessità probabilmente mai realizzato in fatto di razionalizzazione dei data center pubblici, è stata l’integrazione dell’intero sistema informativo dell’INPDAP in quello di INPS, a seguito dell’incorporazione di INPDAP nell’Istituto. Una simile operazione verrebbe definita da qualcuno un semplice “accatastamento” di apparati in un unico spazio. In realtà, INPS non solo ha integrato i sistemi di INPDAP, ma ha colto l’occasione di questo impegno per realizzare anche una vera e propria razionalizzazione di entrambi i sistemi informatici, con benefici notevolissimi: riduzione dei sistemi fisici del 50%, totale virtualizzazione degli ambienti operativi, riduzione dell’effort di gestione del 40%. Il dato più appariscente è però quello dell’obiettivo di riduzione della spesa che, soprattutto per l’intervento di razionalizzazione sui sistemi, è stato possibile raggiungere: oggi INPS ha una spesa IT che è il 50% della somma di quelle dei due Istituti nel 2012.

Questi percorsi dovrebbero essere attentamente studiati perché ricchi di utili informazioni per futuri piani di razionalizzazione.

B. Conoscenza del perimetro

Benché il censimento del 2013 dei data center pubblici, a base delle linee guida per la razionalizzazione delle infrastrutture, avesse rilevato 990 data center appartenenti a circa 800 Amministrazioni differenti, è necessario procedere a una nuova e più mirata rilevazione, sia dal punto di vista del numero di Amministrazioni alle quali richiedere i dati, sia dal punto di vista della maggiore pertinenza dei quesiti. Quest’ultimo punto è estremamente importante, perché avere alcuni dati di dettaglio sarebbe di grande rilevanza per programmare, parallelamente e congiuntamente agli interventi infrastrutturali, le iniziative necessarie a predisporre infrastrutture realmente cloud.

C. Aggregazioni per la razionalizzazione già attive

Tra le aggregazioni che hanno già realizzato iniziative di razionalizzazione ci sono stati storicamente i CST (Centri Servizi Territoriali), tipicamente incentrati su strutture IT delle Province, che hanno predisposto e fornito servizi IT a vaste aree dei Comuni del territorio. In ogni caso, aggregazioni già attive andrebbero comunque ricomprese nei progetti di più ampio respiro.

D. Aggregazioni da favorire

In questo caso si tratterebbe di facilitare operazioni di razionalizzazione che sembrano logicamente opportune. Un esempio può essere il ruolo potenziale delle Città Metropolitane. Le Città Metropolitane assommano, nei loro territori, circa il 16% dei Comuni e più del 30% della popolazione. Sembrerebbe naturale, quindi, che queste realtà istituzionali svolgessero un ruolo di razionalizzazione per i sistemi IT delle proprie componenti.

E. Aspetti sociali e di impatto economico

Un aspetto mai evidenziato quando si parla di razionalizzazione delle infrastrutture è quello dell’impatto socio-economico di un intervento massivo; questo sia relativamente al personale interno, che in qualche modo andrebbe ragionevolmente ricollocato, sia riguardo ai fornitori; ci si riferisce non solo ai tipici grandi fornitori IT, già in qualche modo limitati dalla disponibilità del SPC-cloud, ma al grande numero di consulenti e fornitori locali che danno supporto alle Amministrazioni più piccole. È evidente che interventi di razionalizzazione, soprattutto se estesi, rappresentano un’oggettiva perdita di mercato per questi attori.

F. Attenzione ai grandi contratti di affidamento dell’IT in atto o prossimi

Almeno per quanto riguarda la pubblica amministrazione centrale, esistono o sono addirittura prossimi a essere rinnovati, contratti che affidano a fornitori la gestione completa dell’IT per alcuni anni. È chiaro che la mancanza di piani di razionalizzazione, non solo dei data center, ha fatto sì che già siano state perse alcune occasioni per “razionalizzare” congiuntamente le infrastrutture IT di gruppi di Amministrazioni.

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