Piattaforma Digitale Nazionale Dati, quanti Comuni hanno aderito e come mettere l’acceleratore

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La PDND porta con sé un vero e proprio cambio di paradigma nel modo in cui le amministrazioni pubbliche gestiscono e condividono i dati, semplificando il rapporto e le comunicazioni tra i cittadini e la pubblica amministrazione e realizzando il principio democratico della cittadinanza. Ma qual è oggi lo stato di adesione dei Comuni italiani? Come accelerare questo passaggio? Ne abbiamo parlato con Luigi Zanella di Deda Next

9 Settembre 2024

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Paola Orecchia

Giornalista

FORUM PA 2024, Palazzo dei Congressi - Roma - 22 maggio 2024 - Foto di Rina Ciampolillo

A un anno dall’attivazione della Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), l’indice di adesione delle PA locali ha superato tutte le aspettative, come rilevato dalla VI edizione dell’Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo condotta in esclusiva da FPA per Deda Next. A maggio 2024, il numero di Comuni aderenti alla PDND superava le 5.900 unità (su un totale di 7.904), con oltre 6.500 e-services esposti nel catalogo e oggi hanno superato i 7.700 e-services pubblicati.

L’attività di pubblicazione è ancora in corso ed entro la fine del 2024 circa l’80% delle PA locali sarà in grado non solo di pubblicare le proprie informazioni sulla PDND, ma anche di utilizzare quelle di altri Enti: oggi le PA Centrali, fra le quali INPS, INAIL, Agenzia delle Entrate e le Regioni, hanno reso disponibili oltre 400 e-services per accedere a informazioni che possono rendere più efficienti i processi dei comuni.

I Comuni mostrano un alto livello di consapevolezza in relazione alle opportunità derivanti dall’adesione alla nuova piattaforma e al cambio di paradigma che essa porta con sé sui temi della gestione e della condivisione delle informazioni.

In particolare, l’interoperabilità delle banche dati rappresenta il motore principale di questa trasformazione, consentendo a ciascuna amministrazione di richiamare e utilizzare in modo automatico e rapido le informazioni di altri soggetti pubblici, semplicemente accedendo agli e-services esposti nel catalogo della PDND. Questa capacità di interconnettere e sfruttare le informazioni non solo semplifica i processi amministrativi, ma, promuove anche un accesso più equo e uniforme ai servizi pubblici.

Possiamo dunque considerare l’interoperabilità come la chiave per raggiungere la parità di accesso ai servizi per tutti i cittadini in piena coerenza con il principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione come ha dichiarato Fabio Meloni, CEO di Deda Next, dal palco di FORUM PA 2024. Un approccio che risponde ai precetti dell’art. 50 del CAD (sul diritto dei cittadini a un pari livello di servizio digitale) e del principio “once only”.

Il ruolo della PDND nella trasformazione digitale delle PA locali

A livello di operatività degli Enti locali, la Piattaforma Digitale Nazionale Dati rappresenta una svolta trasformativa. Consentirà infatti di automatizzare e semplificare molte operazioni quotidiane riducendo tempi di attesa e migliorando l’efficienza interna, promuoverà una gestione accurata dei dati, ridurrà i rischi derivanti da obsolescenza, incompletezza o duplicazione, faciliterà la cooperazione di sistema e la coerenza delle azioni, alimenterà processi decisionali data-driven e offrirà l’opportunità di sviluppo di nuovi servizi.

Un esempio è il calcolo dell’indicatore di situazione economica equivalente: oggi, l’e-service per accedere ai i dati INPS relativi all’ISEE è presente nel catalogo della PDND. Con l’accesso diretto a questi dati attraverso la Piattaforma, i tempi per completare la pratica del cittadino si possono ridurre significativamente, quasi ad annullarsi: l’informazione è immediatamente disponibile e automaticamente formalizzata. Con banche dati pubbliche interconnesse, l’ente può quindi avvicinarsi maggiormente ai cittadini, aderendo pienamente al principio once only e migliorando la comunicazione fino a potersi spingere verso un modello di notifiche PUSH. Uno scenario, quest’ultimo, dove la PA informa e propone ai suoi stakeholder servizi in modo attivo in un futuro che ormai non è più così lontano, ci ricorda Luigi Zanella, Head of Business Innovation & Development di Deda Next.


“Per farlo però sarà necessario che la PDND sia a tutti gli effetti integrata nei sistemi gestionali degli Enti così che si possa massimizzare il suo potenziale. Questo significa che i dati devono essere accessibili sia nel front-office, per interagire direttamente con i cittadini e offrire servizi online di qualità, sia nel back-office, per migliorare l’efficienza interna, soprattutto in termini di tempi di recupero delle informazioni e di precisione delle stesse, evitando la ridondanza” precisa Zanella.

Ed è proprio per indagare anche le evoluzioni della trasformazione digitale pubblica che, a partire dall’edizione 2024, FPA e Deda Next hanno introdotto l’indice di misurazione relativo alla PDND nella loro ricerca sullo stato di avanzamento digitale delle amministrazioni comunali italiane, rispetto agli obiettivi individuati dalle strategie nazionali, secondo il modello Ca.Re. (Cambiamento Realizzato) di Deda Next.

“L’obiettivo che ci siamo posti è stato quello di misurare l’evoluzione della PDND non solo dal punto di vista dei Comuni che pubblicano i propri e-services, ma soprattutto da quello degli Enti locali che utilizzano le informazioni pubblicate dalle Amministrazioni centrali per creare nuovo valore”, spiega Luigi Zanella. “Gli Enti locali stanno infatti scoprendo che i dati disponibili sulla PDND sono moltissimi e che il loro utilizzo può risultare estremamente vantaggioso per ridurre la burocrazia e offrire servizi di qualità”.

L’indicatore “Interoperabilità – PDND” è costruito, dunque, sulla base sia del livello di adesione alla piattaforma in termini di erogazione di e-service sia di fruizione degli stessi offerti dalle PA centrali al fine di realizzare servizi a valore aggiunto per rispondere meglio alle esigenze di cittadini e imprese.

PDND, standard per la sintassi

“Ad oggi i Comuni e le Regioni hanno esposto oltre 7.700 API di servizi sul catalogo degli e-services. Alcune più di altre avranno un impatto notevole sulla semplificazione dei processi e sarà utile averle già tecnicamente integrate sui sistemi gestionali dei singoli Enti” spiega Zanella, ma per far sì che questo accada è indispensabile che vi siano standard chiari. Oggi infatti Comuni e Regioni pubblicano servizi simili in termini di significato ma con sintassi e semantica diverse che creano disorientamento.

Per la semantica dell’informazione, alcuni servizi si riferiscono agli standard nazionali condivisi nel National Data Catalog (NDC) che copre oggi una parte delle informazioni scambiate con gli e-services, mentre sulla tematica della sintassi AGID con il DTD hanno divulgato linee guida per un insieme di servizi prioritari, standard ai quali i Comuni si stanno adeguando. “Per garantire che i servizi pubblicati vengano poi realmente utilizzati è necessario perseverare nel lavoro di standardizzazione e unificazione delle interfacce, continuando mettere a fattor comune le buone pratiche e alimentando il NDC” commenta Zanella che aggiunge “L’uso di standard utili a uniformare i contenuti dei servizi è necessario per ridurre la complessità e al contempo anche i costi associati all’integrazione e alla manutenzione dei sistemi.”

CiviliaNext e integrazione con la PDND

“Mi aspetto un’ondata di modifiche sulle API man mano che avverrà la standardizzazione. Per questo, stiamo concentrando gli interventi sulla platform della nostra soluzione SaaS per gli Enti Locali, CiviliaNext, in modo che i verticali che godono dell’interazione con la Piattaforma Digitale Nazionale Dati possano essere indipendenti dalle modifiche che verranno fatte su di essa”. La PDND mira a semplificare i processi complessi e Deda Next contribuisce alla missione sia sul fronte dello sviluppo delle soluzioni, sia su quello delle competenze. Per questo, fornisce ai suoi clienti numerose occasioni di formazione attraverso articoli specializzati e cicli di webinar tematici. “Oggi più che mai riteniamo che sia fondamentale il confronto tra pubblico e privato e lo sviluppo di momenti di condivisione di buone pratiche che aiutino tutti ad abbracciare pienamente il cambiamento”, commenta Zanella e continua “il cambiamento deve essere abbracciato con visione e con la voglia di contribuire attivamente allo sviluppo digitale del Paese. Noi da sempre abbiamo questo approccio, dal 2014 con la scelta del cloud, tra i primi a sperimentare e attivare tutte le piattaforme nazionali dando ai nostri clienti sempre maggior valore con una visione di insieme ed etica di azione. Non mancheremo certo sulla PDND.”

Gli avvisi a supporto dell’interoperabilità dei dati

Intanto procedono le azioni per arrivare alla piena interoperabilità delle banche dati della PA. Il Dipartimento della funzione pubblica ha pubblicato nei giorni scorsi gli avvisi, rivolti a Comuni e Regioni, per il finanziamento delle piattaforme tecnologiche utilizzate per la gestione degli sportelli unici per le attività produttive (SUAP), al fine di renderle completamente interoperabili e coerenti alle nuove “Specifiche tecniche di interoperabilità” approvate con il decreto interministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 276 del 25 novembre 2023.

Le risorse sono quelle messe a disposizione per il raggiungimento degli obiettivi della Missione 1 – Componente 1 – Sub-investimento 2.2.3 “Digitalizzazione delle procedure (SUAP&SUE)” del PNRR.

“Investiamo oltre 30 milioni di euro per dotare tutti i Comuni di strumenti all’avanguardia e funzionali a garantire un efficiente funzionamento della macchina amministrativa – commenta il Ministro per la PA, Paolo Zangrillo –, elemento fondamentale per porsi coerentemente con le aspettative dei nostri utenti, cittadini e imprese”.

Gli avvisi attuali, pubblicati sulla piattaforma padigitale2026.gov.it, sono rivolti alle 9 Regioni titolari di piattaforme aggregatrici per i Comuni del territorio e ai Comuni che, nella gestione del SUAP, utilizzano piattaforme tecnologiche diverse da quelle nazionali (impresainungiorno.gov.it) e regionali, anche in forma associata. Nei prossimi mesi saranno pubblicati ulteriori avvisi destinati ad altre tipologie di amministrazioni.

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