Un’anomalia tutta italiana

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E’ evidente che il percorso che abbiamo individuato per il  Manifesto per l’Open Government è conseguenza di un’anomalia tutta italiana. Negli altri paesi le proposte di open government nascono su iniziativa governativa come logica conseguenza di una cultura di governo basata su principi quali la trasparenza e la partecipazione. Da noi non è così…

16 Novembre 2010

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Gianni Dominici

Articolo FPA
Articolo pubblicato su www.datagov.it

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Il percorso avviato con la pubblicazione del Manifesto per l’Open Government intende avvalersi del contributo, dei suggerimenti, delle competenze di tutti coloro che ne condividono gli obiettivi.

E’ evidente che il percorso che abbiamo individuato è conseguente di un’anomalia tutta italiana. Negli altri paesi le proposte di open government nascono su iniziativa governativa come logica conseguenza di una cultura di governo basata su principi quali la trasparenza e la partecipazione. Da noi non è così ma questo non significa necessariamente dover rimanere al palo. Evitando, infatti, letture semplicistiche che rischiano di cadere nel qualunquismo siamo convinti che si debba ripartire dalla vitalità espressa in molti nostri territori e dalle esperienze di buon governo che spesso sono state alla base dell’avvio di importanti processi innovativi. Basta pensare alla recente storia dello sviluppo della telematica pubblica che nasce grazie alla spinta dal basso di decine e decine di rete civiche nate spontaneamente.

Una situazione molto simile a quella attuale in cui al deficit di innovazione del paese si contrappone una moltitudine sensibile e impegnata disponibile a metterci del proprio per ridare un futuro a questo paese.

L’ambizione di questa iniziativa è, dunque, di contribuire a fare sistema di tutte queste energie così da creare la necessaria massa
critica per essere incisivi, individuando un tema federatore comune e un percorso condiviso.

Un percorso, caratterizzato da due tappe principali:

  1. L’elaborazione del Manifesto. Ci proponiamo di raccogliere osservazioni, idee e suggerimenti per arrivare ad una versione ampiamente condivisa del Manifesto il 30 novembre.
  2. La promozione del Manifesto. Durerà per i prossimi dodici mesi e prevede forme inusuali di partecipazione. E’ in questa fase che chiederemo impegni concreti e adesioni per fare in modo che il Manifesto e i principi che lo compongono diventino un progetto politico condiviso. Per ora non possiamo anticipare di più. Ma vale la pena rimanere sintonizzati.

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