Contributo “Facciamo la rete cominciando dalle maglie” di C. Biasco

Home Riforma PA Contributo “Facciamo la rete cominciando dalle maglie” di C. Biasco

Caro presidente,
lancio anch’io alcune riflessioni in libertà, sperando nella "clemenza" di chi le leggerà…

29 Ottobre 2010

C

Carlo Biasco

Articolo FPA

Caro presidente,
lancio anch’io alcune riflessioni in libertà, sperando nella "clemenza" di chi le leggerà…

1) Le idee esposte sono interessanti. Se ne potrebbero mettere insieme altre, e al limite discutere se sia, al momento (sul termine “al momento” tornerò tra poco) più agevole o più fruttuoso seguirne alcune piuttosto che altre… Ad esempio: nella scarsità attuale delle risorse all’interno della PA, è indiscutibile che le tematiche del “riuso” non si debbano più semplicemente adattare alla componente software, ma anche a progetti, iniziative, percorsi formativi più o meno trasversali (ad esempio, quelli inerenti tematiche come la privacy). Questi percorsi possono essere percepiti, da molti innovatori, come per niente innovativi… ma già la messa a sistema di questi consentirebbe di fare salti in avanti a molte amministrazioni.

2) Perché ho usato il termine “al momento”? Perché a mio avviso, il problema che abbiamo in questo momento non è di scarsità di risorse, ma di knowledge management e di cultura della classe dirigente… e lo dico da dirigente! Mi spiego meglio: non è poi tanto vero che non ci sono più soldi, se alla prova dei fatti le auto dei pompieri e della polizia viaggiano ancora, le fotocopiatrici dei tribunali funzionano, ecc. (questo per citare soltanto alcune delle proteste che nel corso degli anni si sono sollevate dopo il varo dei vari provvedimenti “taglia spese”). Il fatto è che, di necessità, si sta facendo virtù. Si stanno delineando nuove ipotesi di pianificazione dei costi, che consentono di gestire i tagli non a detrimento della qualità dei servizi resi. E allora, se questa operazione è possibile, fino a dove potrebbe essere spinta? Siamo certi che ORA siamo arrivati al fondo del barile? Oppure siamo teoricamente in grado di sopportare altri tagli alle dotazioni organiche, altri tagli alle spese, senza per questo offrire servizi meno efficaci? E se siamo ancora in grado, non è che, per caso, manca la cultura del top management dell’innovare piuttosto che adeguarsi? Non è che ci si accontenta di fare un’amministrazione del tipo “a domanda rispondo”, piuttosto che lanciare progetti di ampio respiro, magari esportabili ad altre realtà similari, per consentire un vero salto di qualità?
 

3) Non sono sicuro che il problema di cui al punto precedente riguardi il solo top management. Questa categoria, di solito, utilizza molto il contributo del middle management… i dirigenti tanto vituperati da Brunetta, ma che per certi versi non sono all’altezza dei compiti che si richiede loro di espletare! Siamo certi, però, che il middle management sia ad oggi selezionato tenendo presenti le caratteristiche che dovranno essere di ausilio al ruolo che viene a questa figura richiesto negli anni 2000? Siamo certi che top e middle management siano – mediamente – arrivati alla conclusione che fare rete significa anche destinare – sulla base di interventi organizzativi, e non estemporaneamente – risorse all’”esplorazione” del web? Al recepimento di iniziative già prese da altri? Al “fare rete”? Per questo, ho parlato anche di cultura della classe dirigente, che dovrebbe considerare tali attività come un investimento e non una complicazione nella perenne corse dietro alle emergenze… e allora, forse nel breve periodo rinnovamenti molto più parziali e meno pervasivi di quelli ispirati all’innovazione empatica potrebbero più facilmente essere accettati, gli investimenti in risorse dedicate più facilmente deliberati, per poter costituire il grimaldello che scardini alcune vecchie culture e prepari il terreno ai sostanziali mutamenti di approccio culturale necessari all’innovazione vera. In parole povere: se sul “tuo” campo ti dimostro che lo strumento funziona, perché non utilizzarlo anche con raggio più ampio ed innovativo?
 

4) Scenari futuri: che si arrivi alla prospettiva per gradi, o per crash program… stiamo a mio avviso recitando la trasformazione del Forum per come lo avevamo visto negli ultimi anni. Cioè: non più la vetrina delle innovazioni presentate da “alcuni” al middle management degli “altri”, ma il momento in cui il middle management “di tutti” (forse, il network management è un termine più azzeccato) presenta al top management il ventaglio di possibili opzioni (deliberate e condivise in rete con strumenti di “democrazia digitale”) tra le quali decidere alcune strategie degli Enti amministrati. Ed in questa ottica, il “contenitore” Forum PA dovrà essere ripensato per tararsi su un target – quello del top management, appunto – che (ma le statistiche le ha la segreteria di Forum PA) non può giocoforza ritagliarsi, in una settimana, più di un paio di mattinate o di pomeriggi. D’altro canto, per i quadri (terza “gamba” del tavolo della componente innovativa delle organizzazioni), i contenuti attualmente presenti sui siti di Forum PA e di Cantieri PA costituiscono già da adesso una enorme fonte di informazioni, basta saperle valorizzare… magari con un progetto in partnership con il Ministero dell’Innovazione, che costituisca, ad esempio, un sistema di “crediti formativi” legati alla consultazione strutturata (e verificata) di alcuni percorsi tematici presenti…
Ribadisco infine il concetto iniziale: siate "clementi"…
 

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!