Donne in cerca di guai, ma forse anche capaci di risolverli

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I ruoli-chiave occupati dalle nuove ministre del Governo Monti sottolineano chiaramente i tratti di un cambiamento in atto nel nostro Paese che si può definire epocale. Il caso di Elsa Fornero, che si deve “misurare” quotidianamente con Susanna Camusso e Emma Marcegaglia. E gli uomini? Quasi ridotti a spettatori, e forse è meglio così…

21 Dicembre 2011

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Tiziano Marelli

Articolo FPA

Una Nazione, un Paese come il nostro è (o almeno: dovrebbe essere) equiparabile ad una grande casa, nella quale si convive tutti, si vivono insieme i problemi e insieme si tenta di risolverli. In ogni casa italiana che si rispetti, in pratica da sempre, sono le donne a “tirare avanti” tutti i giorni, a reggere le sorti del complesso familiare. Così, adesso non dovrebbe sorprendere che a reggere le sorti della nostra “casa comune” – invero disastrata – siano le donne ad essere state finalmente chiamate ad assurgere al ruolo di protagoniste assolute. È quello che mi viene in mente pensando al ministro Elsa Fornero (a proposito: ma chiamarla “ministra” sarebbe sminuente? Io non credo proprio) al Lavoro e alle Pari Opportunità, ma anche Paola Severino alla Giustizia, a Anna Maria Cancellieri all’Interno. Tutti ruoli di primissimo piano, come se arrivati sull’orlo del baratro non ci possa essere niente di meglio che delegare a loro la possibilità di raddrizzare la baracca, che è poi proprio di sinonimo di casa malmessa.

In più, tornando proprio alla Fornero, chi sono i suoi interlocutori più diretti, in questa difficile fase, da subito affrontata con gran piglio e a viso aperto, anche se rigato di lacrime? (detto per inciso, a me non sono piaciuti affatto i commenti negativi, feroci, acidi o critici sull’episodio: mi è sembrato uno sfogo molto umano e partecipato) Manco a dirlo, altre due donne: il segretario (segretaria? Qui ci sta male, perché il termine è quanto di più corrente usato per identificare il ruolo di subalterna ad un “capo”, e lei non mi sembra proprio averne, di capi) della Cgil Susanna Camusso e il presidente (lo lascio così) di Confindustria Emma Marcegaglia. Fra loro, confronti da subito più che vivaci, al calor bianco e a ferri (non certo quello da maglia) incrociati, dai quali potrà uscire a breve un quadro più completo rispetto al futuro che ci attende. Quindi, a noi uomini, ci conviene stare cheti e buoni, relegati come siamo al ruolo di spettatori, e lasciar fare: comunque la si veda dovremmo essere in buone mani.

Del resto, noi di FORUM PA crediamo da tempo al ruolo delle donne, soprattutto nella Pubblica Amministrazione. Anche per questo fin dal 2006 abbiamo dato spazio all’iniziativa “futuro@lfemminile”, che vede la donna al centro dell’attenzione, nell’intento di valorizzarne la presenza nella amministrazioni pubbliche italiane e di tracciarne il profilo ideale ai vertici della PA. Avevamo colto il vento di un cambiamento e visto giusto, una volta di più.

Nessuno mette in discussione il fatto che ci attendano tempi bui e difficili, quindi di donne in cerca di guai avevamo assoluto bisogno, ancor di più di donne che sappiano anche come risolverli e superarli. Non so com’è, ma stavolta un po’ di fiducia in più riesco a concedermela. 

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