La persona al centro: il diritto alla disconnessione, un’innovazione a costo zero

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Nelle organizzazioni pubbliche e private è sempre più frequente la richiesta di un diritto alla disconnessione e all’esigenza di porre “La persona al centro”. All’interno dell’Università degli Studi dell’Insubria, con un provvedimento ad hoc è stato sancito il diritto alla disconnessione da parte di tutto il personale tecnico amministrativo. Ma come conciliare il diritto alla disconnessione con la modalità del lavoro agile, intesa come esecuzione della prestazione lavorativa senza vincoli spazio-temporali e attraverso l’uso di tecnologie? A FORUM PA 2017 un incontro sul tema della “Promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche”, sancita dalla riforma “Madia” della Pubblica Amministrazione all’art. 14

26 Aprile 2017

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Gianni Penzo Doria, direttore generale Università degli Studi dell’Insubria

I diritti sono una cosa seria. Proprio come i doveri. E ancora più seria è la consapevolezza che non ci sarà mai alcuna norma o divieto che potranno indurre comportamenti senza una preparazione culturale e una motivazionale adeguate.

Provo a spiegarmi con un racconto breve, che descrive un fatto accaduto.
Una sera a cena un collega riceve una telefonata. Si alza, esce in strada e lascia sul piatto un antipasto a metà. Rientra dopo una decina di minuti, mentre tutti gli altri stanno proseguendo la conviviale.
Scusate – sbotta – era il capo a cui serviva urgentemente una risposta.
Passa neanche mezzora e il telefono squilla ancora. È ancora il capo.
Ma non puoi staccare il telefono? Gli diciamo in coro.
Magari, ma non posso: lo lascio acceso perché i miei figli e mia moglie potrebbero cercarmi.
Ma gliel’hai detto di non chiamare a quest’ora?
Sì, ma non posso essere il solo a rifiutarmi di rispondere.

L’aziendalismo di maniera e lo stress da chat
Questi episodi stanno diventando sempre più frequenti nelle organizzazioni pubbliche e private. Anzi, secondo un modello di stakanovismo infarcito di aziendalismo di maniera, lo scollegarsi dall’ambiente lavorativo è vissuto da molti come un segnale di produttività limitata, di senso del dovere prossimo allo zero e quasi da autodenuncia da indolenza burocratica. Ovviamente, non stiamo parlando soltanto di telefonate, ma anche di e-mail, di sms e di whatsapp di gruppi. Tuttavia, sull’onda di una connessione senza soluzione di continuità, potremmo subire lo stress da chat.
Il cervello sempre connesso o incapace di delimitare i confini del mondo professionale e di quello personale è l’esatto contrario della produttività. Il cervello deve staccare per ricaricarsi e non trascinare con sé gioie, preoccupazioni, insuccessi o successi lavorativi. Un buon manager deve saper staccare la spina per sé e, soprattutto, per i propri collaboratori. Viceversa, il movimento continuo del pendolo dei pensieri fa arrivare al lavoro mentalmente già stanchi e, in non poche circostanze, già con una dose di stress da distribuire a pioggia su chi ci circonda.
Di contro, uno dei momenti più belli del team building è rientrare in ufficio dal fine settimana o dalle ferie per ascoltare per pochi minuti il mondo personale dei colleghi e incontrare una persona oltre il proprio ruolo di funzionario, di manager, di pubblico ufficiale.

La persona al centro: un’innovazione a costo zero
Su queste tematiche di “La persona al centro” molto è stato fatto all’Università degli Studi dell’Insubria con il percorso biennale di “Umanesimo manageriale”, di cui abbiamo trattato qualche tempo fa.
Dopo numerosi incontri e riflessioni, con in mezzo un Corso di perfezionamento universitario di 40 ore con tanto di crediti formativi e di diploma, con Decreto 7 aprile 2017, n. 289 è stato sancito il diritto alla disconnessione da parte di tutto il personale tecnico amministrativo. Nel concreto, ciò significa il diritto di non rispondere a telefonate, e-mail o messaggi al di fuori dell’orario di lavoro, cioè dalle 20.00 alle 7.00 del mattino seguente.
Si tratta, giustamente, di un diritto. Ma, tra le pieghe del provvedimento, è stata inserita in una sola ricorrenza anche la parola “dovere”, con l’obiettivo non tanto di limitare i dipendenti “volenterosi”, quanto piuttosto i capi ufficio che agiscono secondo gli schemi descritti nel racconto con cui abbiamo iniziato questo articolo.
Tuttavia, come qualsiasi dinamica inerente alle persone, non sarà un provvedimento amministrativo a porre fine a comportamenti del genere. Se così fosse, non avremmo violazioni al codice civile, al codice della strada e al codice penale. Ogni azione passa dalla cultura innovativa del cambiamento e da una spinta motivazionale che ciascuno deve scovare in sé.
Infine, un provvedimento come quello in commento è innovazione a costo zero. Porta benefici a tutti e non intacca in alcun modo le risorse finanziarie, a beneficio di quelle umane.

Il Giorno dell’indipendenza dalle e-mail
Ci sono altri aspetti da valutare nella psicologia comportamentale. A valle di alcune riunioni spesso troviamo la casella di posta elettronica intasata da mail in larga misura inutili o scontate. A volte capita di trovare l’autore nei corridoi, il quale ti ricorda caparbiamente che a distanza di un paio d’ore ancora non gli hai risposto.
L’aumento delle mail è spesso proporzionale alla quantità di soggetti in copia (a volte anche nascosta, con imbarazzo di tutti per un reply distratto da parte del destinatario nascosto).
Ci si immerge, allora, in un’agorà telematico da cui venir fuori è quasi impossibile. A tutto questo si aggiunge un rischio molto elevato di incomprensioni, spesso insormontabili. Ciò è causato, in larga misura, dalla latenza dei toni, propria del linguaggio scritto. Molte incomprensioni, in una climax ascendente di rimbrotti e, a volte, di offese professionali e personali, sorgono perché non si può intuire il tono.
Nelle e-mail i microconflitti sono sempre in agguato.
Nella stragrande maggioranza dei casi si prevengono o si risolvono nel corso di una riunione in presenza. Ci si può mandare a quel paese e tutto finisce in una stanza, perché priva della mediazione che, invece, la tastiera ha tra noi e il nostro corrispondente telematico.

Forti dell’esperienza del 2016 con l’istituzione in via sperimentale del Giorno dell’indipendenza dalle e-mail, con Decreto 25 novembre 2016, n. 983 all’Insubria si è deciso di riproporlo con cadenza trimestrale.

Nel corso della giornata è favorita l’organizzazione di riunioni brevi, con obiettivi concreti e, all’esito, con la formalizzazione del chi fa che cosa. Un modo come tanti di trovare insieme un approccio dialogico ai problemi, evitando di scrivere l’ennesima e-mail a un collega che si trova nell’ufficio di fronte.

A FORUM PA 2017 un incontro sul tema della “Promozione della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nelle amministrazioni pubbliche”, sancita dalla riforma “Madia” della Pubblica Amministrazione all’art. 14, e spunti di riflessione sulla conformità tra il “diritto alla disconnessione” e la sperimentazione di nuove modalità spazio-temporali di svolgimento agile della prestazione lavorativa.
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