Partecipa! Pubblicati i risultati della Consultazione pubblica sulle Riforme Costituzionali

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E’ risultata la Consultazione pubblica più partecipata d’Europa quella promossa dal Governo italiano a luglio di quest’anno. Chiusa l’8 Ottobre, l’iniziativa testimonia la grande volontà di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, ma soprattutto l’esigenza di cambiamento che avverte la società civile. Riforme chiedono coloro che hanno risposto al questionario on line. Una nuova forma di Governo e la riorganizzazione degli Enti Locali le proposte più votate.

13 Novembre 2013

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Eleonora Bove

Articolo FPA

E’ risultata la Consultazione pubblica più partecipata d’Europa quella promossa dal Governo italiano a luglio di quest’anno. Chiusa l’8 Ottobre, l’iniziativa testimonia la grande volontà di partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, ma soprattutto l’esigenza di cambiamento che avverte la società civile. Riforme chiedono coloro che hanno risposto al questionario on line. Una nuova forma di Governo e la riorganizzazione degli Enti Locali le proposte più votate.

Sono oltre 200.000 i questionari validati dall’ISTAT e compilati dai cittadini italiani che hanno preso parte alla Consultazione pubblica per le riforme, partita l’8 Luglio sulla piattaforma partecipa.gov.it. L’iniziativa ha permesso ai cittadini di “dire la loro” attraverso la compilazione di due questionari, uno breve e uno di approfondimento con domande suddivise in tre categorie: Forma di Governo e Parlamento, Strumenti di Democrazia Diretta e Autonomie Territoriali. Parliamo nella fattispecie di 131,676 mila questionari di base, 71.385 mila questionari di approfondimento e 450 amministrazioni ed enti pubblici coinvolti: numeri che danno la dimensione della consultazione che per la rilevante partecipazione risulta ad oggi unica in Europa.

Segno della grande voglia dei cittadini italiani di prendere parte al percorso di riforma che da più parti viene invocato per il nostro Paese. Segnali di democrazia elettronica, si potrebbe pensare; partecipazione democratica dal basso si legge.

I risultati sono stati presentati il 12 Novembre dal Ministro Quagliariello nella sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio, alla presenza di Francesco Caio, Commissario per l’attuazione dell’Agenda Digitale italiana e Francesco Profumo, presidente del Comitato scientifico della Consultazione pubblica. Presente anche Luca De Biase, consulente dell’agenda digitale e fondatore dell’associazione AHREF, importante partner dell’iniziativa.

Chi ha partecipato

La partecipazione è risultata equamente distribuita tra la popolazione per quanto riguarda le fasce anagrafiche (dai 18 ai 68 anni). Lo stesso non si può dire del genere, vi è infatti una netta predominanza degli uomini (66%) rispetto alle donne (34%). Più bilanciata la situazione in merito al titolo di studio in possesso di chi ha risposto: 43% diploma superiore, 32% laurea, 12% dottorato o master, 11% licenza scuola media inferiore. Si può quindi ritenere diffusa su tutte le categorie la partecipazione per titolo di studio e per professione.

1. Forma di Governo e Parlamento

Tanta la voglia di cambiare degli italiani. Il 68% dei partecipanti infatti vorrebbe cambiare la forma di Governo, ma non c’è un’idea condivisa sul come: semi presidenzialismo o nuova forma di parlamentarismo? Una mancanza di accordo confermata anche nella discussione pubblica che parallelamente ha avuto luogo sulla piattaforma Civiclinks. Sicuramente l’87,8% dei cittadini vorrebbe superare il bicameralismo paritario, rafforzando i poteri del Governo. Un risultato netto. Di questa percentuali il 41,8% propone il monocameralismo. Un altro dato interessante emerge dal questionario di approfondimento, pur volendo mantenere una forma di tipo parlamentare il 56% vorrebbe che il Senato, una volta differenziate le funzioni, fosse composto da rappresentanti di enti territoriali, in particolari provenienti da Regioni e Comuni.

Non stupiscono invece le risposte date dalla maggioranza dei cittadini alla domanda su come migliorare l’efficienza del Parlamento. Le priorità degli italiani rimangono: riduzione del numero dei parlamentari (54%); riduzione delle indennità e dei benefici (45%); a pari merito (34%) maggiore trasparenza sull’operato del Parlamento e miglioramento della qualità, quantità e tempi della produzione delle leggi. La discussione pubblica a queste aggiunge anche l’incompatibilità degli incarichi parlamentari e una limitazione nel numero dei Senatori a vita.

2. Strumenti Democrazia Diretta

Il 69% dei partecipanti alla consultazione on line vorrebbe che fossero introdotti meccanismi per agevolare il raggiungimento della validità del risultato del referendum: modificare le condizioni per aumentarne l’efficacia. Tuttavia in riferimento ad un Referendum confermativo per confermare le modifiche alla Costituzione, la maggioranza (41,9%) dei rispondenti al questionario di approfondimento ritiene che le attuali condizioni previste dalla costituzione siano sufficienti.

I cittadini credono molto nelle forme di democrazia diretta, lo dimostra il fatto che il 92% crede che le leggi di iniziativa popolare debbano essere sempre discusse. Segue anche che una norma abrogata tramite referendum non debba essere reintrodotta se non dopo un numero ragionevole di anni (64,7%).

Un dato da segnalare è emerso dalla consultazione pubblica: si chiede una maggiore democrazia diretta, in particolare on line e la possibilità di istituire referendum propositivi.

3. Autonomie territoriali

I cittadini italiani, o almeno coloro che hanno preso parte alla consultazione, dimostrano di avere le idee chiare in merito alla riorganizzazione degli enti territoriali. E’ infatti l’88,2% che ritiene che l’attuale organizzazione degli enti locali sia da modificare radicalmente: abolendo o accorpando enti e riorganizzandone le funzioni. Una risposta importante, che manda un segnale forte alla nostra classe politica. Se da un lato infatti la maggioranza (38%) conferma di voler mantenere il numero delle Regioni, preferendo aumentare la cooperazione e il coordinamento istituzionale, dall’altro sono le Province ad avere la peggio. Per il 72% dovrebbero essere abolite, trasferendone le funzioni. Anche i Comuni sono nel mirino dei cittadini partecipanti: per il 50,1% andrebbe modificato l’assetto, stabilendo un numero minimo di abitanti in Costituzione.

Solo ad una prima lettura, può apparire più delicato il tema delle competenze legislative concorrenti ed esclusive tra Stato e Regioni, in realtà anche qui l’idea è chiara: il 65% vuole modificare la situazione attuale, aumentando le materie di competenza esclusiva dello Stato. Si chiede un riordino generale e in particolare dei settori quali salute, lavoro, energia, istruzione, reti di trasporto e rapporti internazionali e con l’Unione Europea. In questi ambiti una netta maggioranza vuole che lo Stato torni ad avere una competenza esclusiva.

Dalla discussione pubblica emerge anche una diffusa richiesta di diminuire i privilegi delle Regioni a Statuto Speciale.

Cosa accadrà ora

Si passa alla terza fase, nella quale i risultati e le azioni di sensibilizzazione si sposteranno verso una discussione pubblica che, dopo Civiclinks, continua in partnership con Italia Camp su partecipa.italiacamp.com per arricchire le opinioni sugli argomenti trattati nei due questionari, organizzati secondo le stesse categorie. Coinvolgerà anche scuole, università ed enti territoriali.

La sintesi dei dati e le tabelle integrali delle risposte ai due questionari sono disponibili a questo indirizzo. Nei prossimi giorni invece sarà pubblicato sul sito partecipa.gov.it il rapporto esteso di analisi della consultazione, che sarà consegnato e presentato al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato e ai presidenti delle Commissioni Affari Istituzionali.

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