Tecnologie e politiche per le smart city e le smart community in ottica di genere: a #FPA14 il lancio della call

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La mattina del 27 maggio, giornata inaugurale di FORUM PA 2014, ha proposto un focus sul tema della “visione di genere”: tra le altre occasioni di approfondimento è stata presentata la call “Tecnologie e politiche per le smart city e le smart community in ottica di genere”, un’iniziativa di FORUM PA e futuro@lfemminile – il progetto di responsabilità sociale promosso da Microsoft e Asus per le donne – volta ad individuare, valorizzazione e diffondere le migliori pratiche di uso delle tecnologie per una governance territoriale inclusiva ed attenta alle pari opportunità.

29 Maggio 2014

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Diego Segatto

La mattina del 27 maggio, giornata inaugurale di FORUM PA 2014, ha proposto un focus sul tema della “visione di genere”: tra le altre occasioni di approfondimento è stata presentata la call “Tecnologie e politiche per le smart city e le smart community in ottica di genere” [qui la pagina dell’evento], un’iniziativa di FORUM PA e futuro@lfemminile – il progetto di responsabilità sociale promosso da Microsoft e Asus per le donne – volta ad individuare, valorizzazione e diffondere le migliori pratiche di uso delle tecnologie per una governance territoriale inclusiva ed attenta alle pari opportunità.

“Una città smart dev’essere inclusiva” esordisce Flavia Marzano, fondatrice del network Wister www.wister.it/Women for Intelligent and Smart TERritories “quindi includere quel 50% di popolazione che, ci piaccia o no, è composto da donne. Gli Open Data sono un esempio di auspicabile declinazione in chiave di genere, fondamentale per orientare delle politiche al femminile perché restituiscono osservazioni dettagliate dei territori e, di conseguenza, interventi settoriali rispetto al welfare, la mobilità, l’occupazione e a tutto il prisma della smart city. Questa declinazione, tuttavia, non esiste ancora a livello nazionale, oggi è piuttosto un insieme di belle esperienze autonome e quindi slegate”. [qui la videointervista]

“La visione di smart city in un’ottica di genere non vuol dire settorializzare i benefici dello sviluppo, ma guardare in modo allargato alle migliori prassi che le città presentano come reali opportunità per i tutti i cittadini, quindi anche per le donne”. Roberta Cocco, Direttore CSR e National Development di Microsoft Italia e Responsabile del progetto futuro@lfemminile, disegna l’inclusione come un processo trasversale e olistico, proprio perché “l’ottica di genere non deve servire le donne, ma metterle nelle condizioni di auto-posizionarsi nella vita quotidiana e professionale e contribuire ad aumentare il valore economico del Paese. Pensiamo al concetto di smart work e a come permetta di gestire i propri tempi personali senza rinunciare alla dimensione lavorativa”. [qui la videointervista]

Per Manuela Lavezzari, Marketing Manager di Asus, "lo sviluppo digitale ha offerto è può offrire grandi opportunità proprio e soprattutto alle donne. Se consideriamo l’aspetto della crescita economica e le difficoltà che il nostro Paese sta attraversando, non possiamo ignorare l’influenza che l’esclusione del potenziale femminile porta in termini di ridotta produttività nazionale. Agire per una maggiore consapevolezza da parte delle donne (o di altri soggetti spesso discriminati) del proprio potenziale professionale, significa anche concedere al Paese maggiori possibilità di centrare gli obbiettivi e le opportunità proposti dai fondi della nuova programmazione europea. [qui la videointervista]

Il tema dell’ascolto e della co-progettazione, trasversale a tutti gli interventi, è emerso in particolar modo dall’esperienza portata da Marta Leonori, Assessore a Roma Produttiva, parlando della “grande quantità di proposte progettuali di pubblico interesse arrivate dai cittadini e che l’Amministrazione è intenzionata a mettere a sistema, a concretizzare dopo aver individuato assieme alla Regione Lazio le priorità a cui rispondere con la miglior strategia di utilizzo dei fondi comunitari”. “Questi progetti" – tiene a specificare – "vanno sicuramente raccolti attorno ad assi di priorità, evitando però, un effetto a compartimenti che ne annienterebbe i benefici su larga scala. Il Comune si sta spendendo molto e ha compiuto passi concreti sul tema digitale, ma non dobbiamo dimenticare che una vera smart community deve proiettarsi oltre il tecnologico e saper valorizzare le tante competenze che il territorio ha dimostrato di possedere”. [qui la videointervista]

Sulle competenze professionali arriva la battuta di chiusura di Roberta Cocco: “Le competenze richieste dal mondo professionale contemporaneo sono molto diverse da quelle richieste fino a poco tempo fa quando ancora si dava spazio a background più umanistici o variegati. Oggi è richiesta una “specificità digitale” che va coltivata attraverso programmi educativi, formativi e premiativi". Una cornice in cui la call "Tecnologie e politiche per le smart city e le smart community in ottica di genere" si inserisce per far emergere abilità, esperienze e nuove prospettive.

Per partecipare alla call e inviare la propria proposta, qui la pagina dedicata.

 

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