Verso il 25 settembre: uno sguardo alla PA nei programmi elettorali

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Si avvicinano le elezioni politiche del 25 settembre e abbiamo dato uno sguardo ai programmi elettorali dei principali partiti, per vedere se e come in questi documenti si parli della PA e dell’innovazione nella PA. Ecco alcuni spunti di riflessione

2 Settembre 2022

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Michela Stentella

Direttrice testata www.forumpa.it

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Nel luglio scorso, appena aperta la crisi di governo, siamo usciti con un editoriale di Carlo Mochi Sismondi in cui, evidenziando le principali emergenze da affrontare nel nostro paese, si ricordava la necessità di non arretrare e di non ricominciare da zero rispetto a quanto fatto nell’ultimo anno e mezzo, in particolare su due temi: il rinnovamento della pubblica amministrazione e la sua trasformazione digitale. Lo abbiamo ricordato in ogni occasione e lo abbiamo messo al centro del nostro ultimo FORUM PA di giugno: non si può prescindere da questi due temi per la ripresa, come è diventato evidente proprio a partire dagli obiettivi definiti e dalle risorse stanziate nel PNRR (ricordiamo che oltre 6 miliardi di euro sono destinati a trasformare la PA in chiave digitale, tutti i dettagli nel nostro focus sul tema).

Ora che si avvicinano le elezioni politiche del 25 settembre, abbiamo dato uno sguardo ai programmi elettorali dei principali partiti (ringrazio il collega Mauro Tommasi per la collaborazione nel selezionare le parti di interesse), per vedere se e come in questi documenti si parli della PA e dell’innovazione nella PA. In generale, l’impressione è che questo tema non sia al centro del dibattito, tutt’altro: nella maggior parte dei casi mancano riferimenti e proposte puntuali, a volte ci si limita a riprendere e rilanciare parole chiave (come semplificazione) senza specificare le azioni e i relativi tempi, in pochi casi il tema della PA merita focus dedicati e, quindi, un maggiore dettaglio (capitoli specificamente dedicati alla PA sono presenti nel programma di Lega, Più Europa e Azione-Italia Viva).

Non mancano già osservazioni critiche in tal senso: è di ieri, ad esempio, il documento presentato da ForumDD che confronta e valuta i programmi elettorali sotto diverse dimensioni, tra cui quella del rinnovamento della “macchina pubblica” attraverso “buon reclutamento, formazione continua, capacità di dialogo sociale e discrezionalità dei pubblici amministratori”. Si tratta di un ambito su cui ForumDD, FPA e Movimenta hanno lavorato insieme, elaborando nell’aprile 2021 il vademecum “Il fattore umano”. Secondo il ForumDD dai programmi elettorali emerge un quadro “eclatante”: “a parte la consapevolezza di alcuni circa la necessità di rimpinguare con decisione una PA sguarnita di risorse umane e demograficamente assai vecchia – sottolineano in una nota – non si trova traccia di proposte puntuali su come stabilire i fabbisogni di personale, realizzare in modo appropriato il reclutamento secondo le migliori pratiche già in uso in alcuni luoghi del paese, preparare l’accoglienza degli assunti, ridisegnare la formazione”.

Vero è che, sui diversi aspetti del programma, molti partiti rimandano a specifici approfondimenti (alcuni sono già online). Ma limitandoci ai programmi complessivi, proviamo intanto in questo articolo ad evidenziare alcuni passaggi.

Partiamo con il documento della coalizione di Centrodestra, intitolato “Per l’Italia – Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra” che è molto stringato: 17 pagine e 15 temi, con relativi punti sintetici. La PA viene citata all’interno del tema “Riforme istituzionali, della giustizia e della Pubblica Amministrazione secondo Costituzione” in tre punti in cui si parla genericamente di: Principio della pari dignità fra Pubblica Amministrazione e cittadino; Delegificazione e deregolamentazione per razionalizzare il funzionamento della Pubblica Amministrazione; Digitalizzazione, efficientamento e ammodernamento della Pubblica Amministrazione. Sono disponibili poi i programmi dei singoli partiti, che presentano un dettaglio maggiore. In quello di Fratelli d’Italia, si ricorda nelle prime pagine il ruolo della PA per un “efficiente utilizzo di risorse Pnrr e fondi europei” sottolineando tra l’altro la necessità di “rafforzare la capacità amministrativa degli enti attuatori” e “investire sulla formazione dei dipendenti pubblici”. La PA è presente poi nel capitolo dedicato a “Presidenzialismo, stabilità di governo e Stato efficiente” in cui torna il principio presente nel programma di coalizione di “Pari dignità tra Pubblica amministrazione e cittadino” e si parla di digitalizzazione dei procedimenti della PA, efficientamento della PA, delegificazione, deregolamentazione e semplificazione del linguaggio amministrativo. Principi generali, anche in questo caso, mentre notiamo come sia presente il riferimento diretto a una novità da poco a regime, il PIAO, Piano integrato di attività delle amministrazioni. Nel programma di Forza Italia il richiamo è quasi esclusivamente al tema della Semplificazione amministrativa, mentre nel programma della Lega troviamo proposte di maggior dettaglio (del resto il documento conta circa 200 pagine) con tre focus specifici: efficienza della PA, innovazione tecnologica, Enti locali. In quest’ultimo si mette in evidenza il tema dei nuovi ingressi di personale nelle amministrazioni, in particolare dei giovani, prospettando la possibilità per i sindaci di “assumere con modalità più semplici, con vincoli rapportati esclusivamente alla capacità finanziaria dell’Ente, ma con effettiva autonomia organizzativa”. Sul tema “innovazione tecnologica” si parla tra le altre cose dell’istituzione di un Ministero dedicato, “per attuare con efficacia le misure previste dal PNRR: digitalizzazione della pubblica amministrazione e delle imprese, e-government, capitale umano, infrastrutture, connettività, ricerca e sviluppo digitale” e dell’inserimento in Costituzione della tutela dell’identità digitale (assegnata dalla nascita). C’è poi, come dicevamo, un capitolo di tre pagine dedicato specificamente a “Pubblica amministrazione ed efficienza”, in cui si elencano “proposte per modernizzare ed efficientare il nostro modello di Pubblica Amministrazione”. Tra queste proposte troviamo riferimenti all’uso dell’intelligenza artificiale nella PA e alla “Once only law”, ma soprattutto ci si concentra su proposte per ridurre l’impatto della burocrazia sulle imprese e porre rimedio ai ritardi nel rimborso dei crediti che queste vantano verso la PA.

Il programma del Partito democratico, attorno a cui si riunisce la lista “Italia Democratica e Progressista”, si struttura in 37 pagine e individua tre pilastri su cui costruire la visione dell’Italia da qui al 2027: sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale; lavoro, conoscenza e giustizia sociale; diritti e cittadinanza. All’interno del primo pilastro si inserisce l’obiettivo per la Pubblica Amministrazione che vede come slogan “Oltre la sburocratizzazione, selezioni più efficienti e trasparenti, digitalizzazione, personale pubblico giovane e preparato”. In questo contesto si parla tra l’altro di “rimuovere gli ostacoli che frenano le famiglie e le imprese a migrare verso le reti di connettività a banda ultra-larga, attuali e future, e al pieno dispiego delle competenze e dei servizi digitali, ivi inclusi quelli offerti della Pubblica Amministrazione” e della volontà di “portare a termine nei tempi previsti le tante riforme che l’Italia aspetta da tempo – cominciando da Fisco, Giustizia, Pubblica Amministrazione e Concorrenza”. Tra gli altri punti, c’è l’impegno ad “attuare il grande piano di assunzione nella PA, oltre il 2026, con clausole volte a favorire l’occupazione giovanile e femminile” e si parla della necessità di “accelerare la costituzione di uno Sportello virtuale della PA – con la possibilità di prendere appuntamento e di collegarsi in videoconferenza con qualsiasi pubblica amministrazione – e la realizzazione di un ufficio associato per la trasformazione digitale dei piccoli comuni”. Presente anche qui un focus sugli Enti locali, nel paragrafo intitolato “L’Italia dei Sindaci e delle Sindache: buona amministrazione e valorizzazione dei territori e degli enti locali”, dove tra i diversi aspetti si parla ancora una volta di rafforzare la capacità amministrativa “facilitando l’immissione di personale qualificato, necessario per garantire l’esercizio delle funzioni fondamentali attribuite a ciascun ente e la realizzazione degli investimenti pubblici”.

Guardando poi ai programmi degli altri partiti della coalizione di centrosinistra, in quello di Alleanza Verdi-Sinistra italiana non abbiamo trovato riferimenti particolarmente rilevanti, mentre nel programma di Più Europa è presente un capitolo intitolato “Far funzionare bene la macchina dello Stato” che si concentra sul tema della semplificazione amministrativa, ma in particolare sottolineiamo la presenza di un capitolo specificamente dedicato alla Pubblica amministrazione, che raccoglie 24 punti/proposte (anche in questo caso sintetici) in merito a tre ambiti: Innovazione; Procedimento amministrativo e discrezionalità; Reclutamento, formazione e valutazione. Non possiamo riportare tutto l’elenco quindi invitiamo a leggere il documento completo, come anche nel caso di Azione-Italia Viva. Anche qui c’è un capitolo specificamente dedicato alla PA, in cui si individuano i seguenti punti (e alcune azioni e strumenti per realizzarli): Assicurare il rinnovo tempestivo dei contratti; Premiare il merito; Azzerare la burocrazia per anziani e persone con disabilità; Digitalizzare i processi partecipativi; Efficientamento dei processi della pubblica amministrazione; Prefetture come centro unico dello Stato; Una dirigenza pubblica più competitiva. Segue un focus su PNRR e su alcune azioni considerate utili o necessarie per consentire di realizzare le progettualità previste.

Chiudiamo con il Movimento 5 Stelle che presenta un programma in 13 pagine, in cui l’unico cenno alla PA innovativa si trova nel paragrafo dedicato alle nuove tecnologie “per un paese digitale e moderno” con la definizione di “Pubblica amministrazione in cloud: radicale digitalizzazione, dematerializzazione e interoperabilità”.

In conclusione, questo non può che essere uno sguardo parziale, ma il tema di fondo che ci sentiamo di richiamare è quello di cui parlavamo nelle prime righe di questo articolo e che tanto spesso abbiamo evocato: il rischio di voler sempre e comunque ripartire da zero, dimenticando percorsi e processi già avviati, sostituendo le priorità e alimentando uno scollamento tra i tempi della politica e le sfide e trasformazioni sempre più veloci che viviamo e che la PA ancora fatica a sostenere.

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