Violenza sulle donne: un voto e un impegno per combatterla

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Cosa vorrebbe dal nuovo Governo Beatrice Costa, Responsabile Programmi di ActionAid Italia, parte della Federazione Internazionale di ActionAid, impegnata in 45 Paesi del mondo contro povertà ed esclusione sociale, con particolare attenzione a giovani, donne e migranti

7 Marzo 2018

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Beatrice Costa, Responsabile Programmi di ActionAid Italia

Una donna uccisa ogni due giorni e mezzo. Con questa frequenza il femminicidio è entrato nelle cronache del nostro Paese nel 2016. Nonostante i numeri, nell’Italia che è appena andata alle urne il contrasto alla violenza di genere non sembra essere una priorità. Di fronte alla realtà quotidiana di donne che subiscono violenza – spesso dopo aver chiesto invano aiuto alle istituzioni – non si può più esitare.

ActionAid ha perciò deciso di lanciare la campagna “Lascia il segno. Quello giusto!” per chiedere a partiti e candidati alle elezioni, nonché al futuro Governo, di fare della lotta alla violenza di genere una priorità, garantendo strategie continuative ed efficaci nel tempo, un sistema di monitoraggio dell’utilizzo dei fondi antiviolenza e nuove e più efficienti forme di assistenza a sostegno alle donne.

Il nostro è un vero e proprio appello a stimolare un dibattito serio sul tema, coinvolgendo l’opinione pubblica e la politica , perché vogliamo cambiare anche i comportamenti delle persone non soltanto politiche e leggi. Tutti i cittadini possono aderire alla campagna, con pochi semplici gesti: basta disegnare sulla propria mano un cerchio rosso con una “X” nera, girare un video o scattare un selfie e condividerlo sui social network con l’hashtag ufficiale #lasciailsegno e la menzione di @actionaiditalia. Sul sito web di ActionAid è inoltre disponibile un kit per personalizzare i propri account social con logo e visual della campagna.

La violenza sulle donne è un fenomeno strutturale, trasversale a tutti i paesi e a tutte le classi sociali. Si tratta infatti di una delle violazioni dei diritti umani più diffuse: almeno una volta nella vita, una donna su tre in tutto il mondo ha subito violenza fisica o sessuale, mentre solo in Italia, nel 2016, sono state uccise 149 donne. Le conseguenze possono essere diverse: fisiche, psicologiche, economiche.

In Italia è urgente un’inversione di rotta. Secondo il recente rapporto del World Economic Forum sul Global Gender gap , il nostro Paese è passato dal 41esimo posto nel 2015 all’82esimo nel 2017 su 144 Paesi monitorati. Questo peggioramento è avvenuto in un quadro generale che ha fatto registrare invece significativi progressi in molti altri paesi.

Alcune misure possono essere attuate subito dal prossimo Governo, come per esempio l’istituzione di un Ministero per le Pari Opportunità con potere di spesa e coordinamento di azioni interministeriali. È un requisito minimo per un Governo che dichiari di accettare la sfida per una società meno diseguale e meno discriminatoria. Altra priorità è il rafforzamento delle reti che uniscono e mettono in collaborazione tra di loro tutte le istituzioni, le associazioni e gli organismi operanti nel sostegno alle donne che subiscono violenza e ai loro figli. Più sinergia significa infatti più efficienza e, in ultima analisi, più protezione. Al nuovo Governo chiediamo inoltre di attuare il Piano Nazionale Antiviolenza 2017-2020 , e che questo sia seguito da Piani successivi negli anni a venire, finanziati e monitorati, per assicurare stabilità in termini di azioni strutturali e finanziamenti.

Come ActionAid ci impegniamo a continuare il nostro impegno al fianco delle donne per dire basta alla violenza di genere e abbattere le barriere di tipo socio-culturale che sono alla sua origine. Per raggiungere quest’obiettivo è importante lavorare anche nelle scuole. Solo in questo modo è possibile far capire alle nuove generazioni quali sono i ruoli tradizionalmente imposti a donne e uomini e le conseguenze negative che possono avere in termini di discriminazioni e disuguaglianze di genere. Cominciare dai più giovani per arrivare a coinvolgere gli uomini, le istituzioni e tutte le realtà associative impegnate in questo campo è la via maestra per ottenere società libere dalla violenza sulle donne, un fenomeno grave che va fermato con urgenza.

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