Elena Bottinelli: “Integrazione pubblico-privato per sinergie organizzative nel settore sanitario”

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Elena Bottinelli, Head of digital transition and transformation del Gruppo San Donato, intervistata in vista del prossimo FORUM Sanità 2023, ci parla di patient health record, algoritmi predittivi per la medicina personalizzata, formazione di nuove professionalità e piani per l’uguaglianza di genere

20 Ottobre 2023

F

Patrizia Fortunato

Consultant Content Editor, FPA

Foto di Ashkan Forouzani su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/m0l9NBCivuk

È al framework del PNRR che si ispira il Gruppo ospedaliero San Donato nell’impegno di migliorare l’erogazione dei propri servizi sanitari. Ce ne dà una prova Elena Bottinelli, Head of digital transition and transformation del Gruppo San Donato, intervistata in vista del prossimo FORUM Sanità 2023 e della sua partecipazione come relatrice allo scenario “Gli ‘Ospedali’ del futuro” e al tavolo di lavoro “Connected Health”.

All’interno del contesto del Gruppo ospedaliero si sviluppano le politiche di welfare aziendale, per cui vengono prese in carico alcune attività di integrazione dei due settori: pubblico e privato.

“Per creare modelli organizzativi complementari a quelli offerti dal servizio sanitario – dichiara Elena Bottinelli – collaboriamo sia con il servizio sanitario pubblico sia con il privato. Un aspetto, questo, che garantisce la sostenibilità del nostro sistema sanitario, evitando duplicazioni di attività. Se il welfare aziendale si prende cura di determinate attività di prevenzione, il servizio sanitario non dovrà ripeterle, poiché non vi sarà bisogno di duplicare i dati”.

Una piattaforma digitale per la realizzazione dell’ospedale diffuso

Il Gruppo si impegna nel promuovere il cambiamento culturale attraverso la formazione sia del personale interno alle proprie strutture sanitarie, sia dei cittadini all’utilizzo di strumenti digitali. Un impegno che si colloca nel framework del PNRR.

“Abbiamo – afferma Bottinelli – il disegno strutturale definito dallo Stato sul quale stiamo costruendo un’infrastruttura digitale, il patient health record, che altro non è che il fascicolo sanitario elettronico. Un’infrastruttura che consente di guadagnare la fiducia dei pazienti-cittadini in termini di cybersecurity. Abbiamo una chiara visione del disegno complessivo delle infrastrutture nazionali, di quali sono gli obiettivi del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0, pertanto quando sviluppiamo il nostro patient health record ne teniamo conto per garantire una corretta integrazione”.

Questa consapevolezza aiuta il Gruppo San Donato nelle decisioni e consente loro di anticipare la realizzazione dell’infrastruttura. “Come privati – spiega Bottinelli – abbiamo il dovere di anticiparla, al fine di diffondere cultura su questi temi. Vogliamo essere un esempio che possa ispirare gli altri (nei suoi errori o nei suoi successi), mostrando ciò che funziona e ciò che non funziona”.

Sebbene il Gruppo ospedaliero non riceva finanziamenti dal PNRR, in quanto ente privato, segue comunque il disegno-framework pubblico per dare il proprio contributo e sviluppare una piattaforma digitale che costituisce la base del progetto di realizzazione dell’ospedale diffuso. Precisa Bottinelli: “Si tratta di un progetto che combina l’evoluzione della sanità digitale con due esperienze maturate internamente: la prima riguarda la telemedicina, implementata nel 2020 attraverso televisite, teleconsulti e telemonitoraggio; la seconda riguarda una soluzione web app per la prenotazione online di visite e il download dei referti. La piattaforma includerà anche una serie di strumenti supplementari, tra cui il patient health record e un symptom checker, che permetterà ai pazienti di valutare il proprio stato di salute e ottenere risposte cliniche”.

“La consultazione interattiva è alla base dello scopo del nuovo fascicolo sanitario elettronico”, afferma Bottinelli. Il Gruppo San Donato sta promuovendo attivamente la consapevolezza sull’utilizzo degli strumenti digitali tra i cittadini e i pazienti, in linea con uno degli obiettivi principali del Digital Decade Policy Programme (DDPP) di garantire entro il 2030 l’accesso online ai propri fascicoli sanitari elettronici per il 100% dei cittadini dell’Unione.

Specifica Bottinelli: “Oggi il fascicolo sanitario nazionale consente ai cittadini di scaricare i propri referti, ma in futuro permetterà loro – per come è stato disegnato – di monitorare nel tempo i propri parametri. L’ideale è che ogni ospedale abbia postazioni dedicate in cui i cittadini possano ricevere assistenza nell’utilizzo delle tecnologie digitali”.

Il patient journey assume un ruolo di primaria importanza nell’ambito sanitario digitale. “Secondo noi – dichiara Bottinelli -, non si tratta semplicemente di offrire consulti e visite in digitale ma di prendersene carico come medici, spostando alcune attività che attualmente richiedono la presenza fisica verso il digitale. Un esempio è dato dalla possibilità di effettuare il pre-ricovero in modalità digitale prima dell’intervento, programmare visite a distanza e persino svolgere la riabilitazione utilizzando strumenti digitali”. Questi aspetti riflettono un approccio proattivo nei confronti del paziente, una relazione basata sul patient health record, che monitora lo stato di salute del paziente e fornisce indicazioni su come mantenerlo. “La piattaforma rappresenta la base tecnica su cui si fonda questa visione, sebbene siamo consapevoli – afferma Elena Bottinelli – che per raggiungere tali obiettivi è necessario apportare modifiche significative sia nei processi organizzativi ospedalieri sia nel change management, coinvolgendo medici e cittadini nell’adozione di tali soluzioni tecnologiche”.

Protezione dei dati e intelligenza artificiale: le sfide degli algoritmi predittivi

Elena Bottinelli spiega che stanno addestrando degli algoritmi per determinare correlazioni che permettano di avere risposte sulla predittività. Attualmente, la misurazione della predittività si concentra su ambiti specifici, come l’oncologia.

Attraverso l’utilizzo dei dati provenienti dall’Ospedale San Raffaele[1], di cui Elena Bottinelli è stata amministratore delegato, è stata creata una piattaforma di analisi dei dati, una sorta di data lake, che combina dati provenienti da diverse fonti all’interno dell’ospedale. “L’obiettivo è valutare come gli algoritmi possano fornire risposte cliniche per la medicina personalizzata. Oggi, due pazienti affetti dalla stessa malattia potrebbero rispondere in modo diverso a un determinato farmaco e questo vuol dire che ci sono dei parametri diversi da quelli noti. Costruendo e validando algoritmi in grado di predire la risposta di un paziente a un determinato farmaco, sarà possibile somministrarlo solo se si prevede una buona risposta, evitando così effetti collaterali e sprechi di risorse. I dati iniziali provengono dall’Ospedale San Raffaele, ma in futuro potranno provenire anche da altre fonti. La piattaforma permetterà lo sviluppo di algoritmi predittivi che potranno essere utilizzati da chiunque, inclusi ospedali con pochi casi, per determinare la risposta di un paziente a un farmaco in base alle sue caratteristiche”.

Bottinelli sottolinea che “c’è un continuo dialogo con le istituzioni per comprendere i consensi necessari per l’utilizzo dei dati”, considerando, tra l’altro, che la normativa sulla protezione dei dati personali è in continua evoluzione. Per questo motivo, “è auspicabile un continuo dialogo con il team del Garante per la Privacy”. Ci sono tematiche legate al ruolo delle figure del Data protection officer interno, che devono valutare i rischi al fine di orientare le decisioni e le scelte. Inoltre, esiste una normativa sull’intelligenza artificiale in fase di definizione, l’AI Act, che si occupa di valutare i rischi e di fornire linee guida sull’utilizzo dell’IA.

Investire nella formazione per migliorare la professionalità nel sistema sanitario

L’Ospedale San Raffaele è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), per questo investe in ricerca anche a supporto dell’università. Mancano le professionalità in grado di gestire i dati e di fare analisi predittive per supportare il clinico. “Con UniSR Università Vita-Salute San Raffaele – afferma Bottinelli – stiamo creando delle nuove professionalità che serviranno per questi scopi: medici in grado di lavorare su algoritmi”.

“C’è una differenza – continua Bottinelli – tra un algoritmo calato dall’alto e un algoritmo che il medico utilizza per rispondere a una sua specifica esigenza. Non si tratta solo di un algoritmo che viene utilizzato senza una finalità chiara, ma di un algoritmo che nasce da un quesito clinico che il medico desidera risolvere”.

Il network Leads – Donne Leader in Sanità per promuovere la leadership femminile

Nel contesto del network Leads – Donne Leader in Sanità, di cui Bottinelli è socia, si promuove la leadership femminile nel settore sanitario diffondendo conoscenza su questi temi. “L’Associazione Donne Leader in Sanità, in collaborazione con la Luiss Business School, ha creato un “Osservatorio sull’equità di genere nella leadership in Sanità“, attraverso il quale misurare l’impatto nel corso degli anni dell’incidenza di leadership femminile rispetto al numero totale di impiegate nel settore ospedale farmaceutico o medical device, attraverso programmi di mentorship per accompagnare i giovani verso la leadership. È stato istituito anche un premio per promuovere le best practices. “All’interno del Gruppo San Donato – continua Bottinelli – abbiamo sviluppato dei piani per l’uguaglianza di genere (GEPs), che rappresentano il primo passo verso la certificazione di genere. Questi piani consentono di valutare la situazione attuale e definire, nel corso di un triennio, gli obiettivi da raggiungere e su cui impegnarsi”.  Un nuovo tema su cui Bottinelli sta lavorando, presso le strutture del Gruppo di Bologna, di cui è Amministratore Delegato, è l’empowerment femminile, soprattutto in relazione alla sindrome dell’Impostore, al senso di inadeguatezza specialmente nell’ottica della trasformazione digitale. Afferma Bottinelli, “mi interessa valutare la situazione negli ospedali, il loro grado di empowerment e la necessità di formazione specifica per superare eventuali sindrome dell’impostore. Il 70% del personale all’interno degli ospedali è composto da donne, ed è importante verificare se sia necessario attivare programmi formativi ad hoc per garantire che tutti si sentano adeguati a questo cambiamento”.

Prenota il tuo posto agli appuntamenti “Gli ‘Ospedali’ del futuro” e “Connected Health”(THE HUB LVenture GROUP – Via Marsala 29 H, Roma, il 25 ottobre).


[1]Struttura coordinata dal Gruppo San Donato

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