Il Friuli Venezia Giulia si candida a laboratorio di sperimentazione sulla domotica

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5 milioni di euro investiti in tre grandi progetti di ricerca industriale in ambito domotico, l’idea di una riforma del sistema socio-sanitario regionale all’orizzonte, una serie di sperimentazioni e laboratori per trovare un’organizzazione più moderna, economica ed efficiente dei servizi di assistenza grazie all’ausilio delle tecnologie informatiche. Tutti fatti che dimostrano l’importanza del tema dell’inclusione sociale e della domiciliarità per il Friuli Venezia Giulia, trattato martedì scorso durante un convegno promosso da Friuli Innovazione.

13 Ottobre 2011

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

5 milioni di euro investiti in tre grandi progetti di ricerca industriale in ambito domotico, l’idea di una riforma del sistema socio-sanitario regionale all’orizzonte, una serie di sperimentazioni e laboratori per trovare un’organizzazione più moderna, economica ed efficiente dei servizi di assistenza grazie all’ausilio delle tecnologie informatiche. Tutti fatti che dimostrano l’importanza del tema dell’inclusione sociale e della domiciliarità per il Friuli Venezia Giulia, trattato martedì scorso durante un convegno promosso da Friuli Innovazione.
“Non puntiamo alla badante-robot –ha detto Vladimir Kosic Assessore regionale alla Salute – ma il fatto che in questa regione ci siano dalle 12 alle 15mila persone che necessitano di una figura di questo tipo parla da solo. Il sistema socio-sanitario così com’è non è sostenibile; troppo frammentato e dispendioso. Le tecnologie informatiche sono la via d’uscita; quello che ci permetterà di offrire servizi nuovi e riorganizzare il sistema riducendone i costi”.
Gli ha fatto eco il Direttore del servizio Istruzione, Università e Ricerca, Ketti Segatti, che sottolinea l’importanza di investimenti strategici in ricerca per lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi su un tema centrale, quello del miglioramento della qualità della vita dei cittadini e delle persone anziane o disabili in particolare. La Regione stessa dovrebbe porsi come primo beneficiario e utilizzatore, lasciando invece alle imprese lo sviluppo delle potenzialità di business.

In FVG si stanno, tra l’altro sperimentando già diversi progetti di domotica. È il caso del progetto RE-FREEDOM, che prevede l’allestimento di due appartamenti di proprietà dell’amministrazione comunale di Udine con sistemi domotici all’avanguardia, dedicati uno ai disabili motori e l’altro ai disabili cognitivi. “Non sono i problemi delle persone a renderle disabili – ha detto il sindaco Furio Honsell – ma l’ambiente urbano che non è concepito per le diverse abilità; siccome l’attenzione per questi aspetti è relativamente recente e molti edifici sono ben più vetusti di questa coscienza, ecco che il tema della ristrutturazione in chiave user-friendly diventa essenziale, in particolare delle abitazioni private”.

A rendere più intelligenti e amichevoli i luoghi pubblici, invece, è dedicato il progetto EASYMOB, pensato per accrescere l’autonomia e facilitare l’orientamento delle persone con difficoltà in ambienti complessi, come ad esempio ospedali o università.

“Che il Friuli Venezia Giulia si costituisca laboratorio su alcuni temi considerati prioritari – ha detto il direttore di Friuli Innovazione Fabio Feruglio – è ciò che auspichiamo come Centro di Ricerca, perché è un approccio vincente, che permette di sviluppare modelli condivisi e attuali, come nel caso dell’ultimo bando per l’assegnazione di fondi FESR, in cui è stata perseguita la logica della sinergia tra ente pubblico e soggetti privati, grazie al ruolo di collettore svolto dagli enti di ricerca”.

FONTE: Friuli Innovazione

 

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