Giuliano, formazione dirigenti: “Ecco i tre filoni del mio nuovo lavoro con il Miur”

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La formazione sul versante del digitale insegnerà al dirigente scolastico a promuovere e attuare l’innovazione sia nell’area didattica sia nell’area amministrativa, dove il digitale può molto contribuire al miglioramento dei servizi

4 Marzo 2016

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Salvatore Giuliano, esperto Buona Scuola per il Miur, dirigente Itis Majorana di Brindisi

Il piano di formazione presentato dal Miur e che avrà inizio già da questo anno scolastico, può essere ambizioso, perché le risorse stavolta ci sono, grazie ai fondi comunitari. In particolare, una riflessione è utile per la formazione ai dirigenti, ambito del quale mi occuperò in modo particolare nei prossimi mesi e che, sinteticamente, si indirizzerà su tre filoni principali:

  1. l’essere dirigenti;
  2. la gestione della complessità in una scuola che si trasforma con la legge 107 de “La Buona Scuola”;
  3. la comprensione del digitale, così da utilizzarlo per il miglioramento sia sul fronte didattico che per i servizi amministrativi.

Quali le criticità maggiori da affrontare?

Prima di tutto, ci proponiamo di realizzare qualcosa che, con questa ampiezza e con questa prospettiva, non è mai stato fatto.

Credo che uno dei risultati più importanti a cui dobbiamo tendere è quello di formare i dirigenti scolastici ad essere dirigenti , e quindi sviluppando le adeguate competenze manageriali che oggi sono richieste a chi deve gestire una comunità complessa come quella scolastica, spesso con più di cento docenti e 30-40 personale ATA. Insieme a questo obiettivo, ce ne sono certamente due altrettanto importanti, e che riguardano

  • i temi relativi alla legge 107 de “La Buona Scuola”, che i dirigenti devono comprendere in profondità così da poterli trasferire nella pratica e nei risultati;
  • i temi relativi al Piano Nazionale Scuola Digitale, che per molti dirigenti rappresentano temi ancora da approfondire e da capire adeguatamente.

È per questo importante che la formazione sul versante del digitale permetta al dirigente scolastico di essere in grado di promuovere e attuare l’innovazione sia nell’area didattica sia nell’area amministrativa, dove il digitale può molto contribuire al miglioramento dei servizi.

Un elemento importante per un’efficace attuazione delle attività formative sarà poi la metodologia utilizzata. Coinvolgente, pratica, basata su casi di studio e su esperienze, e dove non trova spazio il modello della formazione cattedratica, frontale, teorica, fondamentalmente di poca utilità. Dobbiamo, invece, puntare sul lavoro di gruppo, sull’analisi, il confronto e la sperimentazione di casi ed esperienze reali, sul campo, perché vogliamo cambiare davvero e rapidamente.

La sfida è difficile, ma i dirigenti scolastici, che hanno un ruolo chiave in questa trasformazione culturale, devono essere in prima fila. Con la consapevolezza e le competenze adeguate alla gestione di un sistema complesso come la scuola.

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