Partecipazione e nuova cittadinanza, la via per la Scuola (digitale) a prova di futuro

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La Scuola è il luogo in cui formare a vivere il cambiamento, esercitare attivamente la cittadinanza (digitale), immaginare soluzioni innovative, anticipare i bisogni. Il digitale non è “altro” che va affiancato ma “innovazione distruttiva” del modello scuola

8 Luglio 2016

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Sandra Troia, cittadinanzadigitale.eu

Tutti, se competenti, abbiamo l’opportunità di agire da attori proattivi e cogliere le opportunità dei cambiamenti che caratterizzano i nostri tempi.

La scuola è il luogo in cui formare a vivere il cambiamento, esercitare attivamente la cittadinanza (digitale), immaginare soluzioni innovative, ascoltare, accogliere,anticipare i bisogni. Il “racconto della conoscenza” cede il passo al fare, all’apprendere attraverso la scoperta, alla partecipazione, all’elaborazione critica e creativa attraverso la facilitazione degli strumenti e degli ambienti digitali.

Il digitale non è “altro” che va affiancato a percorsi didattici già consolidati, non è evoluzione incrementale. È “innovazione distruttiva” del modello scuola, della distinzione tra docenti e studenti, dello spazio d’apprendimento dell’aula, della rigida distinzione tra discipline, della separazione tra scuola e mondo reale.

Partecipare!

Per formare i soggetti a vivere l’infosfera è opportuno stimolarli e guidarli a partecipare attraverso il digitale (competenza 2.3 Impegnarsi nella cittadinanza con le tecnologie descritta in DigComp 2.0). L’assoluta novità dello scenario rende difficile l’individuazione di soluzioni garantite; emerge la necessità di stimolare edallargare la partecipazione del singolo per la definizione di visioni e strategie.

Sono sempre più frequentati e numerosi gli ambienti digitali finalizzati ad accogliere lo scambio di idee e a condividere ipotesi progettuali. Un esempio è www.debatingeurope.eu al cui interno è presente uno spazio dedicato alla scuola www.debatingeurope.eu/focus/schools/.

“Debating Europe Schools” è una sezione progettata per dare agli studenti la possibilità di porre domande in modo diretto ai decisori politici, incontrare altri studenti europei ed acquisire nuove e più approfondite conoscenze su come è organizzata ed opera l’Unione Europea.

Al fine di rendere consapevoli i nuovi cittadini digitali delle possibilità di esercizio della cittadinanza con le tecnologie è auspicabile, inoltre, la consultazione di fonti autentiche come http://ec.europa.eu/yourvoice/consultations/index_it.htm,http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/welcome?lg=it,http://www.partecipa.gov.it .

Progettare i percorsi formativi

La progettazione di esperienze d’apprendimento significative si articola sull’integrazione di competenze diverse (tra cui: competenze chiave 2006, competenze digitali – DigComp, competenze imprenditoriali – EntreComp).

Quali gli obiettivi da perseguire? Formare competenti digitali pronti a vivere in modo proattivo i cambiamenti, orientati a verificare in modo critico le fonti, attivi nel dialogo con i rappresentanti politici, allenati a coltivare visioni di futuro, capaci di spirito e competenze imprenditoriali orientati all’innovazione (New Skills agenda for Europe).

DigCompOrg

È necessario operare affinché si continui ed incrementi il processo di digitalizzazione delle scuole, che questo non si limiti alla dotazione tecnologica, ma garantisca la piena integrazione del digitale in ambito scolastico nei percorsi di apprendimento (per il conseguimento degli obiettivi educativi e formativi) così come nella gestione delle risorse umane e nella relazione tra scuola e territorio.

Le organizzazioni educative-formative vivono una profonda trasformazione nei diversi ambiti che le compongono (gestione risorse umane, gestione amministrativa, didattica, sicurezza…). Per guidare il cambiamento è stato elaborato il framework europeo DigCompOrg (European Reference Framework for Digitally- Competent Educational Organisation), uno strumento, non prescrittivo, finalizzato all’auto-valutazione di scuole, università, enti di formazione a cura del Joint Research Centre europeo (JRC-IPTS).

DigCompOrg si compone di 7 elementi tematici fissi (leadership e gestione, insegnamento ed apprendimento, sviluppo professionale, valutazione, contenuti e curricula, collaborazione e reti, infrastrutture) ed 1 variabile, con 15 sub-elementie 74 descrittori selezionati per monitorare la qualità ed i progressi compiuti nell’integrazione e nell’impiego delle tecnologie. Esso prosegue e si affianca al noto modello DigComp (A Framework for Developing and Understanding Digital Competence in Europe) in cui è contenuta una declinazione dettagliata delle competenze digitali.

digcomporg


Gli studenti nelle classi non sono passeggeri

Gli studenti nelle classi non sono passeggeri su un treno che i docenti hanno il compito di condurre a destinazione. Non è possibile immaginarli statici, relegati al ruolo passivo di “condotti”, di esecutori.

L’apprendimento è un processo sociale e collettivo, i soggetti agiscono e consolidano le proprie competenze operando in un gruppo e confrontandosi quotidianamente con il contesto reale (che il digitale allarga potenzialmente alla dimensione globale).

Il/la docente è egli/la stesso/a membro del gruppo, aperto ad apprendere dagli altri componenti, con il compito, non semplice, di stimolare e facilitare l’esperienza. È per questo indispensabile che egli/ella comunichi genuina passione per gli argomenti al centro dell’esperienza formativa, si qualifichi per un costante desiderio di informazione e aggiornamento rispetto a quanto accade dentro e fuori dalla classe, spinga la riflessione non solo sui contenuti ma anche sull’importanza di creare valore, concentri il proprio intervento professionale non solo sul “cosa” e “come”, ma anche sul “perché”. L’ambiente digitale nel quale abbiamo l’opportunità di agire, senza “valore”, senza “perché”, senza “visione”, se non abitato con spirito d’iniziativa è “solo infrastruttura” .

Pratiche di insegnamento ed apprendimento

I descrittori contenuti nell’area tematica di DigCompOrg “Pratiche di insegnamento ed apprendimento” utili all’auto-valutazione della maturità digitale delle organizzazioni possono offrirci interessanti spunti di riflessione:

  • staff e studenti sono “competenti digitali”;
  • staff e studenti sanno proteggersi e abitano in modo appropriato l’ambiente digitale;
  • le competenze digitali dello staff e degli studenti sono organizzate in modo sistematico e riconoscibili (framework);
  • le competenze digitali dello staff sono valutate;
  • staff (e studenti) sono partner nel cambiamento, incoraggiati a correre rischi misurati e ad esplorare nuovi approcci (integrazione delle tecnologie digitali);
  • lo Staff agisce come mentor, facilitatore, regista, modello per l’apprendimento e lo sviluppo professionale; sperimenta usi creativi ed innovativi delle tecnologie;
  • l’impiego di tecnologie che mettono al centro lo studente e lo supportano ad apprendere in modo autonomo e ad essere co-progettista dell’esperienza formative
  • l’esperienza d’apprendimento è ripensata per risultare flessibile, coinvolgente, personalizzata attraverso l’impiego di tecnologie;
  • è promossa la creatività e la collaborazione attraverso l’impiego di tecnologie (strumenti e piattaforme);
  • è promosso lo sviluppo delle skill sociali e della sfera emotiva perché possano essere agite anche in ambienti digitali.

Spendibilità degli esiti formativi

Si afferma la necessità di operare per un’ampia spendibilità degli esiti formativi. Essa è resa urgente dall’allargamento, a livello globale, del mercato professionale sostenuto dal digitale. È auspicabile, in questo senso, che gli esiti dei percorsi formativi siano comparabili, già nel breve periodo, attraverso un sistema condiviso di riconoscimento delle competenze, almeno a livello europeo (https://europass.cedefop.europa.eu/it/about.iehtml); per questo l’adozione di framework europei appare come una valida opzione.

La progettazione dell’esperienza formativa dovrebbe superare il confine nazionalee seguire, prioritariamente, il libero transito dei cittadini nell’Unione Europea e la potenziale “capacità di azione” dei nuovi cittadini digitali, attraverso la rete internet, in tutte le aree del pianeta.

Al centro la persona

La partecipazione consente di mettere al centro i bisogni dei soggetti e di non cadere nella tentazione-trappola di porli in secondo piano rispetto alla scelta delle tecnologie.

Tra le fonti più interessanti da cui trarre temi e spunti intorno a cui progettare esperienze di apprendimento è www.nesta.org.uk, spazio web dell’organizzazione senza scopo di lucro “Nesta” che supporta l’innovazione con studi, ricerche, contest, partnership con realtà operanti nel settore dell’educazione e formazione.

Per guidare i soggetti a maturare consapevolezza sull’idea della tecnologia “al servizio” dei bisogni degli individui è possibile partire, per esempio, dalle riflessioni sull’attuazione dei progetti di Smart city nel mondo(http://www.nesta.org.uk/publications/rethinking-smart-cities-ground) o dall’analisi delle idee di impiego dei dati aperti premiate nell’ambito dell’Open Data Challenge (http://www.nesta.org.uk/open-data-challenge-series).

DigComp 2.0: la competenza digitale si evolve

Nel Piano Nazionale Scuola Digitale, documento di indirizzo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per il lancio di una strategia di innovazione della scuola italiana e del suo sistema educativo nell’era digitale, nell’azione #14 “Un framework comune per le competenze digitali e l’educazione ai media degli studenti” si fa espresso riferimento a DigComp per raggiungere l’obiettivo di dotare il sistema scolastico di un framework chiaro e condiviso in materia di competenze digitali.

Come DigCompOrg anche il modello DigComp 1.0 è stato elaborato dal JRC-IPTS, esso nasce da un percorso di valorizzazione di buone prassi, contribuiti forniti da esperti del settore, stakeholder, consultazioni che ne costituisce il valore aggiunto.

Dalla sua prima pubblicazione DigComp, che individua 21 competenze specifiche organizzate in 5 aree, è stato impiegato in diversi contesti e con varie finalità: in ambito educativo in realtà europee per la creazione di programmazioni per la scuola dell’obbligo, la formazione degli insegnanti, corsi per adulti, per la compilazione del curriculum (http://europass.cedefop.europa.eu/it/home), per supportare interventi di pianificazione strategica e di policy-making, per la comparazione tra framework esistenti al fine di attivare sinergie, individuare gap e sovrapposizioni.

Nella primavera del 2016 è stato pubblicato l’aggiornamento DigComp 2.0(DigComp 2.0: The Digital Competence Framework for Citizens. Update Phase 1: The Conceptual Reference Model) snellito da alcune ripetizioni presenti nella precedente versione, messo al passo con riferimenti a nuove norme europee come, per esempio, quelle relative alla protezione dei dati personali o al diritto all’oblio. L’update contiene, inoltre, novità legate al vocabolario e ai descrittori delle aree e delle competenze.

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EntreComp

Come DigComp offre un maggior approfondimento su cosa sia e come si agisca la “competenza digitale” (già individuata come competenza chiave nel 2006), in modo analogo EntreComp consente una maggiore focalizzazione sulla competenza chiave “senso di iniziativa e di imprenditorialità”.

Se infatti da una parte sembra si sia avviato un processo virtuoso in ambito scolastico sul tema del digitale, rimane non adeguatamente battuta la via delle competenze che si fondano sulla creatività, l’innovazione e l’assunzione di rischi, sulla capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi, sul saper tradurre le idee in azione.

Si tratta di una colpevole “distrazione” che rischia di tradire, anche, il compito della scuola di orientare i soggetti. La settima competenza chiave verte, infatti, sulla consapevolezza dell’individuo, su quanto egli/ella conosca il contesto in cui è inserito e sia in grado di cogliere le opportunità che gli/le si offrono. Essa include, inoltre, la consapevolezza dei valori etici e la promozione del buon governo.

entrecomp


Nulla è più come prima

La scuola è destinata a nuovi e, forse, drastici cambiamenti. Perché possa non temere la disponibilità di risorse didattiche aperte (Open Educational Resources) che crescono in quantità e qualità e la cui diffusione è sostenuta e promossa dall’Unione Europea (https://ec.europa.eu/jrc/open-education) è indispensabile che si proponga come esperienza non duplicabile, come laboratorio di ricerca e di innovazione.

L’ambiente analogico-digitale continuerà a modificare le nostre abitudini ed il nostro stile di vita chiedendoci, per mantenerci inclusi ed attivi, di avere senso di iniziativa e saper intraprendere, di essere in possesso di competenze digitali, di esercitare la capacità critica, di essere disponibili ad imparare per tutto l’arco della vita, di saper essere creativi.

Nulla è più come prima è vero, ma molto può essere migliore di prima (se siamo competenti).

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