Università, arriva il “bollino di qualità” per atenei, facoltà e corsi di laurea

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Migliorare e valorizzare la qualità del sistema universitario attraverso l’introduzione dell’accreditamento e la valutazione di atenei, sedi universitarie e corsi di laurea. E’ questo l’obiettivo del Decreto Ministeriale – firmato oggi dal Ministro Francesco Profumo – che definisce il nuovo sistema di autovalutazione, valutazione, accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio universitari.

31 Gennaio 2013

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

Migliorare e valorizzare la qualità del sistema universitario attraverso l’introduzione dell’accreditamento e la valutazione di atenei, sedi universitarie e corsi di laurea. E’ questo l’obiettivo del Decreto Ministeriale – firmato oggi dal Ministro Francesco Profumo – che definisce il nuovo sistema di autovalutazione, valutazione, accreditamento iniziale e periodico delle sedi e dei corsi di studio universitari. Il provvedimento, che completa il percorso di attuazione della legge 240 e per la prima volta sintetizza in un unico documento i criteri e le linee guida per la valutazione negli atenei, rappresenta un vero e proprio Testo Unico sulla materia e riguarda le università pubbliche e private, compresi gli atenei telematici. 

Le attività di valutazione, che saranno svolte dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur), dovranno verificare e accertare la qualità della didattica e della ricerca, dei corsi di laurea, dell’organizzazione delle sedi e dei corsi di studio, nonché la presenza e i requisiti delle strutture al servizio degli studenti, come le aule e le biblioteche, il resto degli strumenti didattici e tecnologici e, non ultimo, la sostenibilità economico finanziaria dell’ateneo. Il rispetto di tali requisiti sarà condizione necessaria per ricevere l’accreditamento iniziale, ovvero l’autorizzazione da parte del Miur ad attivare i corsi di studio, aprire sedi universitarie o istituire nuovi atenei. Ma la permanenza dei requisiti che hanno condotto all’accreditamento iniziale sarà verificata anche in seguito ai fini dell’accreditamento periodico, insieme al raggiungimento di ulteriori standard di qualità ed efficienza. Viene introdotto, dunque, una sorta di “controllo di qualità” da rinnovare ogni cinque anni per le sedi universitarie e almeno ogni tre anni per i corsi di studio. In particolare, nella valutazione periodica saranno presi in considerazione i risultati conseguiti dalle singole università nell’ambito della didattica e della ricerca.

Decisivi ai fini della valutazione e dell’accreditamento saranno le visite in loco delle Commissioni di esperti della valutazione (CEV), l’analisi dei dati della relazione annuale redatta da Nuclei di Valutazione Interna, il monitoraggio e il controllo della qualità dell’attività didattica e della ricerca svolta da tutti i soggetti coinvolti nel sistema di qualità dell’ateneo, comprese le valutazioni elaborate dagli studenti.

Con questo nuovo e organico sistema di valutazione l’Italia si allinea alla gran parte dei Paesi europei, recependo le esperienze che essi hanno già sviluppato in materia di valutazione per migliorare gli standard di qualità dei rispettivi sistemi universitari, a partire dall’Olanda nei primi anni ‘80. Successivamente, tutti gli altri Paesi Ue hanno adottato procedure simili, ispirandosi al sistema di valutazione europeo ENQA. Tra i pochi ad esserne ancora privi c’era l’Italia.

FONTE: MIUR

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