Il cittadino al centro nell’erogazione dei servizi pubblici on line

Home PA Digitale Il cittadino al centro nell’erogazione dei servizi pubblici on line

Una volta attuato il processo del Piano Strategico Triennale, le realtà immersive e il concetto dell’intelligenza artificiale sono elementi che devono essere incanalati nel design per i servizi on line della PA. Una riflessione di Maurizio Stumbo, Direttore dei Sistemi Informativi LazioCrea

18 Aprile 2018

P

Patrizia Fortunato

Il Piano Strategico Triennale per l’Informatica nella Pubblica amministrazione dell’AgID offre un modello operativo di trasformazione digitale del nostro Paese. Nella sua piena attuazione sui territori, oggi appare ineludibile il patto di collaborazione tra AgID, Regioni, Province Autonome e società in house controllate da Regioni.

Partendo da una centralizzazione del Governo e nel rispetto delle idee in comune a tutte le società in house guidate da Assinter Italia, LazioCrea SpA, nel percorso di accompagnamento della Regione Lazio per lo sviluppo di tutte le diramazioni – infrastrutturali, immateriali e dei servizi verticali –, sta scommettendo su una serie di trend tecnologici che svilupperà per il 2018 e per i prossimi cinque anni. Tra i temi emergenti le esperienze immersive: lo ha annunciato in questa intervista Maurizio Stumbo, Direttore dei Sistemi Informativi LazioCrea.

Cosa valorizzare: le realtà immersive e l’intelligenza artificiale per migliorare la customer experience e facilitare l’erogazione dei servizi on line al cittadino

A supporto del Piano di razionalizzazione delle infrastrutture fisiche della PA – su cui AgID si sta muovendo attraverso la definizione dei Poli Strategici Nazionali (PSN) e dei Centri di Elaborazione Dati (CED) e l’introduzione del cloud pubblico, per cui si aprono riflessioni sul tema del dato come patrimonio informativo per l’erogazione dei servizi al cittadino e sull’interlocuzione dell’assistito per i servizi sanitari regionali – devono essere realizzati strumenti più o meno intelligenti che migliorino la customer experience complessiva e facilitino in modo semplice, personalizzato e sicuro l’erogazione dei servizi.

Dunque, al di là della trasformazione digitale in AgID, dell’approvazione e dell’attuazione del Piano strategico Triennale, della discussione sui Big Data, sull’intelligenza artificiale e IoT, stiamo cercando di sviluppare dispositivi mobile basati sulla realtà virtuale immersiva che cambieranno il modo in cui le persone percepiscono e interagiscono con il mondo digitale.

Come Regione Lazio e LazioCrea, stiamo utilizzando questi applicativi nella valorizzazione turistica culturale. Stiamo puntando su un Innovation Lab, credendo di poter creare una contaminazione pubblico-privato nella realizzazione di strumenti immersivi, di realtà aumentata e virtuale a supporto dello sviluppo di tutto il territorio turistico culturale del Lazio. Abbiamo creato, anche con le nostre associate – Umbria Digitale, Sardegna IT -, dei sentieri virtuali che vadano nell’entroterra laziale, ricco di un patrimonio molto spesso non integrato all’interno della promozione, di un valore inestimabile per il turista o per colui che vuole interagire nella sua esperienza territoriale.

All’interno del Castello di Santa Severa sono state introdotte molte novità; saranno sviluppate, integralmente da LazioCrea, una serie di esperienze di realtà aumentata che consentiranno un’immersione nell’esperienza paleocristiana, etrusca di Pyrgi, nel passato storico del Castello e del suo borgo, nel suo utilizzo come polo di scambio commerciale.

Perché il Castello di Santa Severa? Oltre che per la sua bellezza, per la posizione che ha: tra l’aeroporto di Fiumicino e il porto di Civitavecchia, rappresenta il punto di convergenza tra il mondo fisico e il mondo digitale. Metteremo Innovation Lab a disposizione di tutti; inviteremo il settore privato e delle startup per sfidarli con bandi, facendo emergere soluzioni e innovazioni per la ricostruzione del patrimonio turistico-culturale.

Altro aspetto fondamentale è quello dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale e delle machine learning per definire strumenti che semplifichino e eroghino in modalità self service servizi al cittadino.

Stiamo trasformando l’idea di erogare i servizi, ad esempio quelli sanitari, attraverso un portale unico, per cui accedo tramite il Sistema Pubblico di Identità Digitale (Spid), vado a scaricarmi il mio referto, pago on line la mia prestazione sanitaria attraverso la piattaforma Pago PA, consulto i miei referti in modo sicuro.

Gli applicativi basati sulla realtà aumentata e sull’intelligenza artificiale, sono elementi che devono essere incanalati nel design per i servizi on line della PA per cittadini e imprese.

Cosa rivedere: l’operazione di migrazione delle applicazioni in esercizio nella PA, che non sono compliance, verso un nuovo modello cloud centralizzato

Il processo di razionalizzazione del patrimonio informativo della PA è un punto di discussione con AgID e con altre società. Il percorso attuativo deve tener conto della possibilità di dover riscrivere e migrare tutte le applicazioni, attualmente in esercizio nella pubblica amministrazione, che non siano compliance rispetto a un modello di cloud centralizzato.

Da un lato l’AgID sta facendo in modo di far convergere in modo cloud centrico, tramite i cosidetti Poli Strategici Nazionali, una serie di centri elaborazione dati (CED) che non sono strategici. Dall’altra parte, affinché questo abbia successo, le piccole amministrazioni vanno accompagnate nel riscrivere il proprio sistema; non tutti i software sono cloud oriented e, prima che possano essere migrati in un cloud, la pubblica amministrazione deve sostenere un costo.

La migrazione delle proprie soluzioni verso i Poli nazionali deve seguire delle regole di accompagnamento, di interoperabilità e di coordinamento nazionale che l’AgID deve svolgere, senza del quale il successo di una rapida centralizzazione può venir meno.

Ad esempio, ogni ASL della Regione Lazio ha un proprio CED, dei propri sistemi fissi diversi; per migrare tutti questi servizi su un unico Polo deve fare due cose: migrarli verso un unico CED, quindi deve verificare se il sistema fisico della ASL possa essere erogato in un cloud o se sia necessario un costo per riscrivere la parte di codice e renderlo cloud oriented; eleggere un solo software capace di poter erogare per tutto il territorio quel determinato servizio.

Il piano strategico, soprattutto a livello infrastrutturale triennale, ha un senso se viene accompagnato immediatamente da un’analisi costo/benefici dei servizi e delle modalità centralizzate con cui essi devono essere erogati.


Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!