Governance Cloud PA: FinOps come soluzione per evitare costi fuori controllo e sostenere l’innovazione

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L’accelerazione della trasformazione digitale della pubblica amministrazione, favorita dagli investimenti del PNRR nel cloud, si trova ad affrontare una sfida critica: la sostenibilità economica nel post-finanziamento europeo. Per garantire la prosecuzione del percorso digitale e il controllo delle risorse IT, è indispensabile l’adozione di un approccio strategico di FinOps (Financial Operations). FinOps è la metodologia chiave per stabilire la disciplina finanziaria, ottimizzare i costi del cloud e massimizzare il valore degli investimenti tecnologici. Il webinar di FPA, in collaborazione con SoftwareOne, ha esplorato in dettaglio come la strategia FinOps possa fornire alla PA gli strumenti necessari per superare il rischio di una crescita incontrollata dei costi del cloud

21 Ottobre 2025

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Elisabetta Bevilacqua

Giornalista

Foto di Matt Palmer su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/uomo-in-giacca-nera-che-tiene-la-scintilla-iPum7Ket2jo

Il PNRR ha accelerato l’adozione del cloud nella PA, coinvolgendo 13.590 enti che hanno aderito al Focus “Cloud” (1.1, 1.2), per un totale di 13.735 progetti gestiti e 1,8 miliardi di euro di finanziamenti attivati. Tuttavia, oggi la sfida si sta spostando dagli investimenti iniziali alla gestione delle risorse. I tempi stretti imposti dalla programmazione hanno spesso portato a progetti con scarsa attenzione alla governance e al controllo dei costi. C’è dunque il rischio che le nuove infrastrutture non siano sostenibili nel tempo, quando gli enti dovranno contare solo su risorse economiche ordinarie.

Gli investimenti PNRR sono stati sicuramente una grande opportunità di innovazione per la PA italiana, ma hanno aperto un nuovo fronte di criticità che strumenti metodologici come il FinOps possono contribuire a superare. Per saperne di più è disponibile on line la registrazione del webinar “Favorire l’innovazione nella PA: il ruolo di FinOps e della gestione del portafoglio IT” che FPA ha organizzato in collaborazione con SoftwareOne.

Razionalizzare la spesa per renderla sostenibile nel tempo

“Una grande disponibilità economica per la trasformazione digitale (che ha assorbito circa il 30% risorse fornite dall’Europa), senza il giusto tempo per capire quali fossero esattamente i bisogni, ha portato a progettare soluzioni innovative senza però creare le condizioni affinché fossero sostenibili nel tempo”, è l’analisi di Lerina Aversano, Direttore tecnico scientifico EDIH4DT e Prof.ssa Università degli Studi di Foggia. Da coordinatrice del corso di ingegneria gestionale della sua università, ricorda una nozione base: il costo di progettazione del software vale il 30% del totale della spesa, mentre il 70% va alla manutenzione. Per tenerne conto nella scelta delle soluzioni da adottare la PA dovrebbe dunque identificare architetture ottimali diverse per le differenti organizzazioni, sulla base della digitalizzazione di partenza, delle competenze interne, delle disponibilità economiche.

Da qui l’orientamento a soluzioni ibride che colgano il meglio dalle diverse architetture anche in prospettiva:

  • il cloud prevede l’erogazione di servizi da parte dei fornitori con un costo spalmato nel tempo;
  • le architetture proprietarie richiedono un maggior investimento iniziale, ma può essere vincente solo se l’amministrazione ha al suo interno personale formato e strutturato in grado di garantire la fruibilità dell’infrastruttura.

Fra questi due estremi, il suggerimento di Aversano è: “Disegnare la soluzione ibrida più adatta andando a razionalizzare la spesa in modo che sia sostenibile nel tempo, per tenere conto della nuova situazione di minore disponibilità economica per le PA, con la conclusione del PNRR”.

Il ruolo di FinOps nella gestione del portafoglio IT

Quanto auspicato da Aversano non è tuttavia avvenuto nella maggior parte dei progetti di digitalizzazione finanziati con il PNRR, soprattutto a causa dei tempi brevi, ma anche per una scarsa cultura della misura presente nelle amministrazioni.

“Le spese cloud sono cresciute del 50% anno su anno e molte amministrazioni non sanno esattamente perché”, dice Aldo Condorelli, FinOps SME SoftwareOne, fotografando la situazione. “L’innovazione è stata realizzata in tempi rapidi, ma la velocità comporta un prezzo nascosto”. Il quadro attuale vede non solo spese cloud in crescita e la difficoltà di prevederne l’evoluzione, ma anche budget non accurati, risorse cloud con un provisioning senza controllo, scarsa visibilità su chi spende cosa, team tecnici che spesso ignorano l’impatto economico.

Per non correre il rischio di bloccare l’innovazione per mancanza di risorse, l’ideale sarebbe garantire un’innovazione in grado di auto sostenersi, con la capacità di dimostrare il valore che ciascun euro investito genera.

A questa esigenza cerca di rispondere la metodologia FinOps che promette risparmio ma, al tempo stesso, un’innovazione che si autoalimenta. Questo approccio si basa su tre pilastri: governance, responsabilità economica, ottimizzazioni. Per ottenere una governance efficace, non si può gestire ciò che non si può misurare, sostiene Condorelli che suggerisce:

  • un approccio strutturato che parta dalle risorse;
  • una strategia di tagging, che assegni ogni risorsa a un responsabile e preveda un centro di costo di riferimento;
  • un modo logico per raggruppare le risorse, ragionando in una logica di un business, assegnando un budget a gruppi di risorse e poter così impostare degli alert in caso di superamento del tetto di spesa;
  • realizzare un reporting, per abilitare le parti interessate ad avere visibilità su chi sta spendendo cosa e perché;
  • un approccio dei team tecnici che realizzino il provisioning pensando non solo agli impatti tecnici ma anche ai costi.

Un approccio FinOps che segua questi passi è in grado di generare trasparenza, consapevolezza, controllo dei costi ma anche la loro ottimizzazione.

“La buona notizia è che alcune strategie si possono mettere in atto immediatamente”, ricorda Condorelli portando alcuni esempi internazionali.

Uno di questi riguarda il Consiglio Dipartimentale Francese che, nel passaggio al cloud, aveva quadruplicato i costi. In due anni ha ottenuto un risparmio del 38%, dopo aver individuato, con un’attività di assessment, le risorse sottoutilizzate, messo in atto una strategia di tagging e resi operativi alert e reporting. Le risorse risparmiate saranno utilizzate per un progetto di IA nel corso del 2025. “La magia del framework FinOps è che ogni euro risparmiato può automaticamente essere investito in innovazione”, commenta Condorelli che vede due prospettive per le PA: “Quelle che avranno implementato processi razionali e strutturati riusciranno a proseguire con l’innovazione, mentre quelle che non ci saranno riuscite rischieranno di rimanere ferme per mancanza di risorse a causa di costi fuori controllo”.

Una guida alla metodologia FinOps

Le PA che vogliono mettersi al riparo dal rischio sopra indicato possono approfondire la conoscenza della cultura FinOps grazie a un white paper, elaborato da FPA in collaborazione con SoftwareOne che presenta questo approccio strategico, capace di trasformare il cloud da centro di costo opaco a risorsa trasparente e controllata. La metodologia FinOps, basata su visibilità, ottimizzazione e accountability, permette infatti di gestire la complessità del multi-cloud e superare inefficienze come risorse dimenticate o ambienti sovradimensionati.

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