L’emergenza ha avuto molti lati negativi ma guardare a quelli positivi può permetterci di riprenderci più forti (e creativi) di prima. L’intervista a Katia Scannavini, Vice Segretaria Generale di ActionAid, a cura di Gianni Dominici
25 Maggio 2020
Redazione FPA
Sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze drammatiche dell’emergenza sanitaria causata dal Coronavirus: morti, povertà e situazioni di disagio che, molto spesso, continuano a sussistere in diverse realtà, in Italia e nel mondo.
D’altro canto, però, la pandemia ci ha temprato, ha cambiato il nostro modo di pensare, e questo è avvenuto anche nella pubblica amministrazione e nelle aziende, che hanno dovuto vedere il lato “positivo” della situazione. Potremmo chiamarla resilienza, oppure proattività: fatto sta che molti di questi temi hanno caratterizzato #road2ForumPA2020, il percorso di approfondimento che ci sta accompagnando verso il FORUM PA 2020 digitale di luglio.
Di questi e di molti altri argomenti si parla nell’intervista a Katia Scannavini, Vice Segretaria Generale di ActionAid.
L’intervista
“Noi come organizzazione ci siamo da sempre dotati di tutte quelle che sono le opportunità dello Smart Working” esordisce Scannavini, “una pratica che mettevamo in campo già prima dell’emergenza”.
Come ha fatto, però, ActionAid a portare avanti tutti i progetti con l’emergenza?
“Stiamo continuando a essere vicini alle persone, lavorando in Italia e nel resto del mondo” risponde Scannavini, “Nel mondo stiamo facendo soprattutto sostegno a distanza, modificando le nostre mission. Stiamo cercando di sopperire ai bisogni evidenziati dal COVID-19, senza dimenticare quelli primari, come l’accesso all’acqua e a interventi igienico sanitari”.
Il lavoro di ActionAid non si ferma all’estero: “Lavoriamo anche in Italia, fondandoci su alcuni pilastri” prosegue la Vice Segretaria, “i diritti, la redistribuzione e la resilienza. In Italia lavoriamo nelle scuole, per contrastare la violenza sulle donne, per aiutare le famiglie più povere. Abbiamo sospeso alcuni progetti con l’emergenza ma, contemporaneamente, abbiamo cercato di dare le nostre risposte”.
L’emergenza sanitaria
L’emergenza sanitaria, e la conseguente quarantena, inoltre, hanno fatto aumentare situazioni di disagio e disuguaglianze nel nostro Paese, soprattutto in riferimento ai più piccoli: “Per i minori è stato un problema in emergenza vivere in certe case, come è un problema l’istruzione e l’educazione. Noi ci siamo mossi attraverso le opportunità del digitale: abbiamo messo in piedi una piattaforma con i nostri attivisti che si occupano di informatica che si chiama COVID19Italia.Help con la quale abbiamo cercato di mappare i bisogni primari e di metterli in contatto con chi poteva fornire delle risposte”.
Ma quali sono stati i lati positivi (e quelli negativi) di questa pandemia? “Vedere i lati positivi da questa emergenza è necessario per stimolare la creatività, spezzando alcune logiche” risponde Scannavini, “Molte realtà, anche della PA, hanno ragionato e reagito in questo modo, rispondendo in modo proattivo e veloce in molte situazioni; abbiamo sempre detto che il nostro Paese è lento ma credo che molti ambienti del settore pubblico abbiano saputo rispondere in maniera veloce ed efficace”.
E per quello che riguarda i lati negativi? “I lati negativi sono le disuguaglianze che si sono esasperate, in Italia e nel mondo. Da migliorare c’è tanto: in questo momento abbiamo la consapevolezza che andranno ad allargarsi le situazioni di vulnerabilità e precarietà nelle quali le persone vivono. In questo vanno portati avanti i principi degli equilibri di una giustizia sociale e dell’equità”.