Efficienza energetica e smart city: l’esperienza di Venezia al FORUM PA 2025

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A che punto è la transizione energetica in Italia? Come stanno incidendo gli attori, pubblici e privati, che la portano avanti sulla sostenibilità ambientale di territori e città? Il tema è decisivo non solo per il domani del pianeta, ma già oggi per la tutela di un patrimonio edilizio pubblico ammirato da tutto il mondo e per la stessa qualità della vita delle nostre comunità. Di questo scenario si è parlato in occasione della tavola rotonda che si è tenuta nel corso dell’edizione 2025 di FORUM PA. Tra i tanti spunti emersi dal confronto dei relatori, ognuno nel proprio ruolo strategico protagonista di questo processo di innovazione tecnologica ed ambientale, si è parlato del ruolo della PA, sia come soggetto impegnato attivamente nell’efficientamento di quel prezioso patrimonio immobiliare, sia come promotore delle politiche dedicate alla sostenibilità ambientale. Del proficuo e duraturo rapporto di partnership con il Comune di Venezia e la Città metropolitana di Venezia ha parlato Domenico Cervelli, Direttore Area Nord Est Business to Government Edison Next. Per il territorio della Serenissima Edison Next ha realizzato importanti progetti di riqualificazione energetica degli impianti di illuminazione pubblica e degli impianti tecnologici di numerosi edifici proprietà comunale e provinciale di grande pregio storico e architettonico. Ha inoltre implementato soluzioni di smart city e smart mobility, oltre che di autoproduzione di energia attraverso lo sviluppo di impianti fotovoltaici. Un attento lavoro progettuale che ha consentito di trovare il giusto raccordo tra le esigenze di ottimizzazione energetica del patrimonio urbano ed edilizio delle città, lo sviluppo di forme di energia green, la tutela e la valorizzazione del territorio

14 Luglio 2025

S

Manlio Serreti

Giornalista

FORUM PA 2025. Palazzo dei Congressi - Roma | Foto Rina Ciampolillo

L’attuazione della transizione energetica in Italia avanza lungo il doppio binario dello sviluppo tecnologico e della sostenibilità ambientale, coinvolgendo nella stessa sfida per un futuro più pulito ed inclusivo le amministrazioni pubbliche, il mondo delle imprese e l’utenza finale. Di questa sfida, che il nostro Paese sta affrontando in una fase storica complessa caratterizzata da un fabbisogno energetico crescente, un contesto geopolitico fortemente instabile, ma anche di innovazione digitale sempre più performante, si è parlato nel corso della tavola rotonda “Transizione energetica e sostenibilità ambientale” che si è tenuta il 19 maggio nell’ambito di FORUM PA 2025. La roadmap degli obiettivi da traguardare entro il 2030 e il 2050 per la riduzione di consumi e delle emissioni legate ai servizi energetici è stata tracciata dal “Green Deal Europeo” ed è entrata da tempo, non senza alcune resistenze, nell’agenda istituzionale italiana. Il passaggio successivo è stato quello delle scelte politiche e della loro messa a terra, attraverso il continuo bilanciamento delle esigenze delle PA e dei territori con le opportunità che i player del settore hanno saputo proporre al sistema. Le fonti di finanziamento non mancano, a cominciare dai fondi PNRR. Diventa, dunque, decisiva la capacità di cooperare sulla progettazione di interventi di qualità in termini di efficienza, innovazione e sostenibilità, sia ambientale, che economica e sociale. Il quadro che esce dalla tavola rotonda fa ben sperare e racconta con una vena non scontata di ottimismo gli sforzi profusi e i risultati raggiunti nel tempo dai tanti stakeholder.

La transizione energetica in Italia, un processo tecnologico e partecipato

Tra i soggetti che più hanno la responsabilità di indirizzare e stimolare questo processo virtuoso, privilegiando in particolare il lato dell’inclusività sociale, c’è il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Tra le ultime iniziative promosse, il MASE ha pubblicato l’aggiornamento del bando per il Fondo Nazionale del Reddito Energetico 2025 (andato esaurito in appena due ore) e il Piano Sociale per il Clima, in attuazione della relativa Normativa Comunitaria per le misure di riduzione della CO2.  “Alla base di questa transizione c’è un cambiamento culturale – ha detto Stefania Crotta, Direttore generale Direzione generale Programmi e incentivi finanziari MASE –. Questo richiede di disseminare più possibile gli obiettivi dellanostratransizione, che è ecologica, per ricomprendere non solo quella energetica, ma anche quella verso un’economia circolare, che porti alla decarbonizzazione e a un benessere di città e di comunità”.  Serve continuità e cooperazione per poter accelerare e contrastare i sempre più preoccupanti segnali dei cambiamenti climatici in atto: “Il rodaggio è finito, pena perdere competitività rispetto alle altre Nazioni che ci circondano. Tutti dobbiamo partecipare con le nostre competenze, in coprogettazione – ha concluso l’ingegner Crotta del MASE –. Bisogna dare una linea corretta, senza cambiare continuamente direzione e creare confusione tra i soggetti imprenditoriali”.  

Lo spirito di collaborazione tra tutti gli attori in campo deve essere dunque la pietra angolare di un cambiamento di paradigma che mantenga sempre come visione di riferimento la centralità dell’utenza: “La transizione energetica è uno degli elementi fondamentali del nostro piano strategico industriale, che è basato su tre pillars Sostenibilità, Digitalizzazione e Innovazione – ha affermato Alessandra dal Verme, Direttore Agenzia del Demanio –. Abbiamo in corso 4,7 mld di investimenti, su cui misuriamo con dei QPI il livello di abbattimento di CO2, di produzione di energie pulita e di riduzione di consumo. Bisogna cominciare passo passo con la consapevolezza che dobbiamo dare a questo patrimonio un ruolo importante, che non è più il patrimonio in sé, ma come il cittadino vede lo Stato. Il ministro Zangrillo ha parlato di cura: ha detto che attraverso la cura del patrimonio curiamo il cittadino e le città”. Governance, partecipazione, dati e conoscenza sono le parole chiave di questa trasformazione, chiamata da tutti i relatori a fare un salto in avanti, per un impatto più profondo e di lungo periodo. “Se vogliamo fare una transizione ecologica equa dobbiamo pensare che una transizione vale su tutti i livelli, e dobbiamo entrare in una scala superiore – ha detto Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Roma Capitale –. Il paesaggio, la nostra storia, l’ambiente, sono valori che devono stare tutti sullo stesso piano. E dobbiamo riuscire a progettare le nostre città in funzione della transizione ecologica. È impensabile continuare a dire che il clima è cambiato e la transizione ecologica arriverà: la transizione doveva già essere arrivata! A Roma stiamo provando a mettere in campo tante azioni e guardiamo con grande attenzione al lavoro del Demanio. Dobbiamo salire tutti insieme su questo carro – prosegue l’Assessora Alfonsi, che ha sottolineato di nuovo l’importanza della collaborazione orizzontale e trasversale, come la partecipazione di Roma con altre 100 città europee alla Missione della Neutralità Climatica –. Noi oggi abbiamo le comunità energetiche, gli orti urbani, e questa vitalità va assolutamente sfruttata per una transizione ecologica ed energetica importante, compatibile ed accelerata. La gradualità va fa fatta, ma non può essere un alibi”. 

La transizione energetica come investimento di business

Sono tante le realtà che concorrono alla realizzazione della transizione energetica in Italia. Tra queste anche le cooperative che si pongono come soggetti intermedi tra gli attori privati e le pubbliche amministrazioni, affinando nel tempo il proprio ruolo di consulenti in grado di agevolare questa transizione. “Il nostro obiettivo è quello di allargare la base, individuando l’efficientamento energetico come business, rimanendo competitivi sul mercato e investendo in tecnologie, intelligenza artificiale, capitale umano – ha detto Paolo Barbieri, Presidente del Cda Cpl Concordia Soc. Coop –. Non possiamonascondere che nelle PA ci sono spesso incertezze nel riconoscere le opportunità. Tardano, fanno fatica ad essere accolte e a rendere questi obiettivi concreti e raggiungibili. Un’azienda come la nostra può mettere a disposizione tutte le opportunità da cogliere: dalle fonti rinnovabili più tradizionali fino all’idrogeno, che ci vede protagonisti in diverse attività. Se ben pensato, può essere un facilitatore del percorso della sostenibilità”.

Case History: Edison Next e la partnership con Comune e Città Metropolitana di Venezia

La tecnologia, la competenza e la sostenibilità finanziaria sono i principi che guidano Edison Next, la società del Gruppo Edison impegnata da anni nella missione di accompagnare le PA, i territori, oltre che le aziende private, nel percorso di decarbonizzazione e transizione ecologica. “Ci avvaliamo di una piattaforma integrata e innovativa di servizi, tecnologie e competenze, che comprende soluzioni come l’autoproduzione di energia, i servizi di efficienza energetica, i gas verdi, la mobilità sostenibile, i servizi per la rigenerazione urbana e la smart city, i servizi ambientali e di circular economy, l’audit e la consulenza energetica e ambientale” – ha dichiarato Domenico Cervelli, Direttore Nord Est Business to Government Edison Next.

Tra i casi più significativi dell’impegno della società nel promuovere la transizione energetica di città e territori, trasformandoli in realtà intelligenti, sicure e sostenibili da un punto di vista non soltanto ambientale, ma anche sociale ed economico, c’è la lunga e proficua collaborazione con il territorio di Venezia e della sua provincia. Una partnership che ha preso il via dall’efficientamento energetico dell’illuminazione pubblica della Serenissima, dove Edison Next è presente con la gestione del servizio già dal lontano 1999. Da quel momento, sono stati tanti e importanti gli interventi realizzati sul territorio lagunare: dalla riqualificazione illuminotecnica della città e degli edifici di proprietà comunale, all’efficientamento degli impianti termici degli edifici della Città Metropolitana, allo sviluppo di soluzioni di smart mobily, fino all’installazione di sistemi di auto-produzione di energia da fonti rinnovabili. Un contributo per dare nuovo valore all’intera comunità.

Da gennaio 2025, Edison Next ha preso in carico la manutenzione ordinaria e straordinaria opzionale di parte dell’illuminazione pubblica delle strade provinciali della Città Metropolitana di Venezia. Un servizio che interessa 136 impianti di illuminazione pubblica per un totale di 3.300 punti luce, 40 impianti semaforici, 22 impianti Flip-Flop, 323 sistemi di segnalazione luminosa. “Ciò che ha consentito ad Edison Next di fare la differenza come partner energetico di lungo periodo del Comune di Venezia e della sua Città Metropolitana, intervenendo in maniera efficace su questi territori bellissimi e pieni di risorse, ma anche estremamente complessi, è la capacità che la nostra azienda ha di fare sistema, adottando un approccio orientato a stimolare soluzioni condivise con i principali attori territoriali, al fine di promuoverne e sostenerne gli obiettivi di sviluppo sostenibile e competitività – ha aggiunto il Direttore Area Nord Est Business to Government Edison Next, che ha sottolineato anche l’importanza di una collaborazione allargata a tutti gli stakeholder, tra cui la Fondazione Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità –. Come Edison Next sosteniamo un modello di città in cui, attraverso l’integrazione di servizi smart e lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili, l’energia diventa il motore, anche sociale, dell’evoluzione dei territori. L’obiettivo è trasformare i centri urbani in realtà più sostenibili, intelligenti, sicure e a misura d’uomo. Puntiamo ad abbattere le emissioni di CO2 e i consumi per migliorare la qualità della vita dei cittadini e le prestazioni dei servizi di pubblica utilità”. 

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