2° Bando e-Government – Il Riuso

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Con questo articolo si chiude il cammino, iniziato qualche mese fa, che ci ha portato ad analizzare le quattro linee di azione del bando per la II fase di e-Government.

21 Aprile 2004

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA

Con questo articolo si chiude il cammino, iniziato qualche mese fa, che ci ha portato ad analizzare le quattro linee di azione del bando per la II fase di e-Government. Dopo il bando per i servizi infrastrutturali, il bando sull‘e-democracy, e quello sull’inclusione dei piccoli comuni, presentati nelle settimane scorse, questa volta cercheremo di focalizzare l’attenzione sul riuso, o meglio sulla diffusione territoriale dei servizi per cittadini e imprese, prendendo spunto dalla presentazione a FORUM PA 2004 dell’iniziativa "la Piazza del Riuso", che ospisterà 24 progetti candidati a far parte del catalogo.

Riuso: che cos’è?

Il riuso di progetti di e-Government è uno dei principali motori per la diffusione della società dell’informazione.
Per questo con il primo bando per i progetti di e-Government, il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie ha decisamente spinto a favore della riusabilità dei progetti finanziati. L’intento non è tanto quello di risparmiare, quanto di diffondere la mentalità di ragionare in termini di riusabilità delle soluzioni sin dalle prime fasi della progettazione.

La normativa

L’articolo 25 della legge 24 Novembre 2000 n. 340

  • Le pubbliche amministrazioni che siano titolari di programmi applicativi realizzati su specifiche indicazioni del committente pubblico, hanno facoltà di darli in uso gratuito ad altre amministrazioni pubbliche, che li adattano alle proprie esigenze.

La Direttiva del Ministro per l’Innovazione e tecnologie del 19 Dicembre 2003

  • Al fine di favorire il riuso di programmi informatici di proprietà delle amministrazioni, nei capitolati o nelle specifiche di progetto dovrà essere previsto, ove possibile che i programmi sviluppati siano facilmente portabili su altre piattaforme.
  • Nei contratti di acquisizione di programmi informatici sviluppati per conto e a spese delle amministrazioni, le stesse includono clausole, concordate con il fornitore e che tengano conto delle caratteristiche economiche ed organizzative di quest’ultimo, volte a vincolarlo, per un determinato lasso di tempo, a fornire, su richiesta di altre amministrazioni servizi che consentono il riuso delle applicazioni. Le clausole suddette definiscono le condizioni da osservare per la prestazione dei servizi indicati.

Due tipologie

Per introdurre il concetto di riuso è necessario distinguere tra le due forme di questo processo:

  • Riuso di soluzioni generiche: sono soluzioni che rispondono a requisiti generali stabiliti dalla normativa, come il protocollo informatico, e che non tengono conto delle specifiche funzioni delle varie amministrazioni, né delle caratteristiche territoriali.
  • Riuso di soluzioni specifiche: sono, invece, soluzioni che possono essere interscambiate solo tra amministrazioni omologhe, in quanto corrispondono a precisi requisiti funzionali e di servizio delle singole amministrazioni

Per garantire la possibilità per determinati progetti o applicativi di essere riutilizzati è necessario:

  • Progettazione a priori nell’ottica del riuso;
  • Integrazione tra i vari sistemi informativi e le varie piattaforme, che quindi devono essere basati su standard aperti;
  • Coinvolgimento delle amministrazioni coinvolte, sia a livello di dirigenza che a livello dei singoli funzionari.
  • Diffusione delle informazioni, sia prima che il progetto sia stato scelto da un’amministrazione per essere riutilizzato, per farlo conoscere e diffonderne gli eventuali vantaggi (catalogo dei progetti, e bandi per la richiesta dichiarata di riuso), sia successivamente per effettuare un trapasso nozioni da un’amministrazione all’altra.
  • Organizzazione tra livelli istituzionali, le Regioni e le Province devono collaborare per la diffusione dei progetti migliori.

I vantaggi

  • Standardizzazione sia della componente organizzativa e tecnologica del back office, che dell’offerta dei servizi;
  • Maggiore possibilità di interoperabilite cooperazione tra le pubbliche amministrazioni;
  • Risparmi in termini economici.

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