Appalti pre-commerciali, in Sardegna la “disseminazione” sul territorio

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16 Dicembre 2015

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Eleonora Bove, FPA

La Commissione Europea sottolinea ormai da diversi anni l’importanza degli appalti pubblici per accrescere la capacità di innovazione in Europa e migliorare la qualità e l’efficienza dei servizi pubblici. Una considerazione che si è trasformata negli anni successivi in una vera e propria incitazione all’utilizzazione degli appalti pre-commerciali, scarsamente utilizzati – almeno fino a qualche anno fa – nell’UE e soprattutto nel nostro Paese.

Cosa è precisamente un appalto pre-commerciale? E’ un procedimento finalizzato alla conclusione di contratti di R&S che vengono attivati prima della commercializzazione di un determinato prodotto e servizio, assumendo caratteristiche completamente proprie rispetto alle tradizionali gare d’appalto:

  • campo di applicazione limitato ai servizi di R&S: ricerca, elaborazione di soluzioni, messa a punto di prototipi fino allo sviluppo iniziale di quantità limitate di primi prodotti;
  • condivisione di rischi e benefici tra il committente pubblico e le imprese;
  • appalti competitivi mirati a evitare gli aiuti di Stato;
  • cofinanziamento da parte delle imprese partecipanti;
  • sviluppo competitivo per fasi.

E’ uno strumento rilevante per le pubbliche amministrazioni, che possono acquistare servizi di ricerca e sviluppo per testare la possibilità di introdurre innovazioni volte alla crescita e allo sviluppo del territorio.

Dobbiamo infatti pensare che alcuni miglioramenti sono di una tale complessità tecnologica che non esistono ancora sul mercato o se presenti, possono non rispondere pienamente all’esigenze del pubblico. Elaborando strategie lungimiranti in materia di appalti non si risponde solo alla cronica insufficienza degli investimenti nelle attività di R&S, ma si accresce anche la capacità di un Paese di trasformare le invenzioni in nuovi prodotti e posti di lavoro. Non dimentichiamo che la Pubblica Amministrazione esprime attraverso gli appalti pubblici un’importante domanda di acquisito di beni e servizi corrispondente a circa il 20% del PIL europeo. Le esigenze del pubblico diventano quindi motore di innovazione, cosa che hanno capito benissimo, ormai da diversi anni, Paesi come gli Stati Uniti, il Giappone e la Cina.

Una precondizione essenziale è la rinuncia, da parte degli acquirenti pubblici, allo sviluppo esclusivo. Una precondizione che spesso non è necessaria e che anzi può essere un limite all’innovazione. La concessione di diritti esclusivi priva le imprese di incentivi ad investire nella successiva commercializzazione. Il prezzo elevato da pagare limita, o meglio, impedisce la condivisione dei risultati con altre amministrazioni.

Abbiamo raggiunto Vincenzo Francesco Perra, Responsabile Sportello Appalti Imprese della Regione Sardegna. Attivo già da due anni, lo Sportello ha dedicato da quest’anno un filone di attività agli appalti innovativi: “Questo strumento è in grado di creare nuovi schemi di mercato e di aprirlo alla concorrenza. La stessa spinta verso l’innovazione non ci arriva dagli altri strumenti che sono comunque a disposizione: appalti per l’innovazione, partnership pubblico-privato ad esempio, perché sono finalizzati alla ricerca di soluzioni che già esistono. Gli appalti pre-commerciali invece cercano ciò che ancora non esiste.”

L’appalto pre-commerciale ha quindi il potere di muovere il mercato, sollecitarlo per creare valore. La complessità del procedimento, la cui realizzazione richiede tempi medio lunghi, è però un primo ostacolo all’adozione da parte delle nostre amministrazioni poco avvezze alla pianificazione strategica. A questo si aggiunge una carenza di competenze che, contrariamente alle facili deduzioni, non è insita di per se stessa nella PA, ma è la risultanza di questa strategia mancata: “Una volta definita la strategia, le competenze vanno coltivate durante il percorso” continua Perra.

Per rispondere a queste difficoltà, tentando di stimolare l’investimento in innovazione sul territorio sardo e aumentare la competizione nelle gare pubbliche tra soggetti capaci di apportare valore aggiunto, che lo Sportello Appalti ha promosso un percorso informativo e di sensibilizzazione volto a facilitare il confronto tra pubbliche amministrazioni e enti di ricerca nella definizione dei fabbisogni di innovazione e la ricostruzione della domanda, alla quale poi rispondere attraverso percorsi innovativi di appalto.

Questo approccio è stato poi utile nella mappatura dei possibili attori interessati alla sperimentazione di questa nuova procedura. Riassumendo, gli obiettivi:

a.informare il sistema pubblico – le stazioni appaltanti in primis – della esistenza del PCP come metodo e strumento per impostare alcune procedure di gara;

b.informare il sistema privato – i fornitori della PA – del funzionamento del PCP e dei vantaggi insiti in esso;

c.individuare, nel vasto spettro di settori e tipologie di beni/servizi oggetto di appalto pubblico, quelli che più si prestano a sperimentare anche in Sardegna questo tipo di strumento;

d.condividere con gli attori chiave i possibili percorsi per l’avvio di una effettiva sperimentazione del appalti per l’innovazione;

Il risultato di questo lavoro di “disseminazione” costituirà una sorta di Libro Bianco, che verrà portato all’attenzione della Regione Sardegna come supporto all’integrazione di una politica dell’innovazione che poggi le basi proprio sulla scelta di questo strumento.

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