Consolandi: “Giustizia digitale per la trasparenza, non per risparmiare”

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9 Maggio 2016

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Enrico Consolandi, magistrato, tribunale di Milano

Il Regolamento europeo in materia di protezione dei dati personali, appena emanato, non è un sicuramente un regolamento per utenti: data la sua complessità, si rivolge principalmente alle autorità degli Stati, con un linguaggio estremamente tecnico, che presuppone che i lettori siano addetti ai lavori.

Il regolamento riconosce di fatto la specificità del settore giustizia rispetto a tali tematiche. Non è un aspetto da sottovalutare, visto che spesso nel nostro Paese non si ha questa “sensibilità” dei dati processuali rispetto al normale dato da trattare nelle pratiche commerciali. In merito alla pubblicazione delle sentenze: una cosa è infatti parlare di dati sensibili per atti ordinari, e una cosa è invece se parliamo di atti giudiziari.

La giustizia, dice questo nuovo regolamento, ha bisogno di una disciplina specifica e questa esigenza non viene ben considerata nel progetto del nuovo CAD.

A ben guardare, in materia di informatizzazione della giustizia, sembra che abbiamo voluto fare il passo più lungo della gamba. Permangono i problemi organizzativi e di realizzazione di questo processo di trasformazione. Sembrerebbe che obiettivo principale sia una “ricerca al risparmio”, ma non è questo il vero obiettivo che è invece quello della trasparenza ed accessibilità dei dati.

Se si considera che un cambiamento come questo può richiedere 4/5 anni di adattamento si capisce come la prospettiva del risparmio immediato sia errata: fino a che il processo di cambiamento non è terminato la spesa è maggiore, per realizzazione e consolidamento dei sistemi. L’obiettivo, di lungo periodo, è quello di dare un processo più trasparente al cittadino, se lo si possa fare spendendo meno ben venga, ma non deve essere l’obiettivo prioritario, soprattutto non deve essere questo l’obiettivo di breve periodo, perché in tal modo si negano le risorse necessarie e si soffoca il cambiamento sul nascere.

In assenza di un piano preciso, si procede senza strategia. In assenza di un piano non si sono previsti aumenti delle figure tecniche all’interno dei tribunali. Senza personale tecnico preparato al processo telematico, si deve ricorrere ad appalti esterni, che però sono costosi, senza controllo e rendono un servizio inadeguato.

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