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Fabio Monzini: nella prospettiva di un futuro sempre più digitale, la PA deve tener conto della user experience

Fabio Monzini: nella prospettiva di un futuro digitale, la PA deve tener conto della user experience
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Nel percorso #RestartItalia Gianni Dominici intervista Fabio Monzini, Account manager per Akamai Italia, che sottolinea l’importanza per la pubblica amministrazione di creare esperienze digitali veloci, facili da usare e sicure

13 Ottobre 2020

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Redazione FPA

Fabio Monzini: nella prospettiva di un futuro digitale, la PA deve tener conto della user experience

Lo scoppio della pandemia ha colto tutti di sorpresa, nel mondo aziendale ma anche nella pubblica amministrazione pochi avevano incluso una procedura di business continuity per portare all’esterno della propria azienda la quasi totalità dei dipendenti. Per far fronte all’emergenza e sostenere nuovi modi di lavorare, si son dovute creare o amplificare le infrastrutture e alcune aziende IT sono state interpellata per supportare questa trasformazione. Ce ne parla Fabio Monzini, Account manager per Akamai Italia, intervistato da Gianni Dominici nel percorso di avvicinamento a FORUM PA 2020 Restart Italia.

L’intervista

Akamai ha una piattaforma nella quale transita circa il 30% del traffico web mondiale. “In un periodo nel quale si è spostato tantissimo del lavoro dall’interno delle aziende a remoto – afferma Monzini – abbiamo visto un’amplificazione dell’utilizzo della piattaforma, arrivando quasi al doppio rispetto a quello che succedeva nello stesso periodo lo scorso anno. La tecnologia ha dovuto sopperire velocemente anche le lacune del processo organizzativo, come gestire le relazioni tra colleghi, tra uffici, tra dipartimenti: tutte cose che vengono smaterializzate quando si frammenta così tanto la presenza fisica, portando tutti a casa”.

Il tema della connettività è strettamente legato a quello della sicurezza informatica. Quando si amplifica la risonanza di un nuovo sistema di fruizione, come nel caso degli accessi da remoto verso le aziende, aumentano i rischi informatici. “Tra aprile e maggio sono cresciuti a dismisura gli attacchi informatici attraverso un sistema di accesso tradizionale, le VPN che sono una tecnologia degli anni novanta”.

L’altro aspetto fondamentale è la fruizione delle informazioni che le amministrazioni devono fornire ai cittadini. In regime di lockdown, “l’esposizione mediatica – continua Monzini – è superiore, perché oltre i portali di comunicazione, abbiamo i portali amministrativi nei quali vengono fatte le normali pratiche che un tempo venivano fatte presso gli uffici. Diventa normale entrare in un sistema, usare SPID, scaricare un documento”.

Se si pensa da una parte all’aumento dei servizi di connettività delle amministrazioni pubbliche, dall’altra ad alcune grandi piattaforme di streaming di videogiochi che hanno ridotto la risoluzione dei giochi per occupare meno banda, trova senso chiedersi se esista o meno un modello di governance per gestire l’esigenza di qualità e di utilizzo della banda larga.

“Akamai – dice Monzini – è entrata in gioco qua e ha creato una tecnologia abilitante, un’autostrada su internet. Chi usufruiva di una piattaforma abilitante e scalabile (vuol dire che se ho 3 utenti e passo a 10.000 utenti non cambia l’effetto) è riuscito a rendere il contenuto. Gli enti pubblici usano soluzioni Akamai per fare fronte a questo tipo di emergenze. Numeri di accesso contemporanei, scalabilità, sicurezza: sono tutti vettori che indirizzano verso soluzioni come quelle di Akamai”.

Monzini continua commentando la dashboard sugli attacchi informatici, a livello mondiale, per settori. Ci sono molti più attacchi nel settore pubblico rispetto ad altri, dipende dai momenti storici, dai trend economici, politici. Ad esempio durante un black friday aumenterà l’attacco di siti ecommerce.
“Parliamo dei clienti che utilizzano la struttura Akamai, espongono i propri servizi per performance e user-experience e allo stesso tempo vogliono rendere sicuri le applicazioni dagli attacchi. Abbiamo una rete importante che serve il 30% del traffico mondiale, ma anche che subisce attacchi per quella quantità. Quindi se ho visibilità di un terzo di quello che succede nel mondo, ho anche una visione dei trend di attacco e una velocità di reazione per poter proteggere queste risorse e aggiornare le politiche di sicurezza. Se invece pensiamo alle minacce meno istruite, quelle volumetriche, che sono quelle che vanno a impedire la fruizione del sito, non vanno a danneggiare il dato, in quel caso la piattaforma di Akamai è circa 100 volte superiore al massimo volume di attacco che abbiamo registrato al mondo fino ad oggi. Quindi vuol dire che siamo strutturati per essere resilienti, con un affidabilità del 100%”.

In Italia si fa ancora fatica ad andare velocemente e a coprire quelli che sono i nuovi vettori di attacco. L’AgID sta crescendo nel ruolo di guida ed è protagonista per portare questa consapevolezza negli enti pubblici.
Cosa ci aspettiamo quando creiamo un servizio? Nel mondo privato i siti di ecommerce che sono nati in Italia hanno adottato soluzioni di user experience nel 2004. Nella prospettiva di costruire un futuro sempre più digitale occhio a questo aspetto, gli utenti adotteranno più facilmente quelle che sono le iniziative digitali. “Ci sono sistemi di custom identity management – continua Monzini – che indirizzano la fruibilità, in termini di sicurezza e velocità”.
La pubblica amministrazione ha dei tempi di reazione molto lenti, mentre dovrebbe essere in grado di accedere alle soluzioni elaborate dal mercato, con tempi di risposta paragonabili a quelli dell’impatto.

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