FORUM PA Play: “Roma Capitale si racconta”, la rubrica a FORUM PA 2020 Restart Italia

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A “FORUM PA 2020 Restart Italia”, Roma Capitale e ACEA hanno organizzato una rubrica con più puntate per raccontare la sua idea di ripartenza che si basa su tre asset: centralità delle persone, innovazione tecnologica e sviluppo sostenibile. Potete rivedere tutti gli appuntamenti

26 Novembre 2020

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Redazione FPA

Photo by Federico Di Dio fotografia on Unsplash - https://unsplash.com/photos/Q4g0Q-eVVEg

Comunicare l’Ente capitolino con i suoi modelli di governance innovativa che fanno leva su una migliore gestione delle risorse e sulla qualità dei servizi a favore dei cittadini equivale a comunicare la città stessa, una città che sta ripartendo dai suoi cittadini, dalle sue risorse, dalle sue energie. Dentro l’idea di centralità delle persone (Human centricity), innovazione tecnologica e sviluppo sostenibile c’è la base della ripartenza per Roma Capitale.

Attraverso cinque appuntamenti quotidiani durante FORUM PA 2020 Restart Italia, organizzati da Roma Capitale e ACEA, l’amministrazione capitolina si è aperta ad un nuovo racconto fatto di progetti, buone pratiche e relazioni fiduciarie pubblico-privato che hanno indirizzato le decisioni degli amministratori e soddisfatto le esigenze dei cittadini (sette i partner tecnologici di Roma Capitale: Fastweb, TIM, Indra, Almaviva, DXC, PWC e Leonardo).

Un primo confronto è stato dedicato al ruolo delle infrastrutture ICT di Roma Capitale nella ripartenza, in uno scenario in grado di andare oltre l’emergenza. Sono intervenuti relatori di Roma Capitale e ACEA.

L’importanza delle infrastrutture e dei dati alla base della futura smart city

L’incontro si è aperto con un contributo video che ha posto al centro dell’attenzione la necessità per le amministrazioni di dotarsi di infrastrutture di rete per l’erogazione dei servizi, ma anche di infrastrutture immateriali per la gestione del patrimonio informativo che è alla base della smart city. La gestione dei dati diventa informazione, ancor prima che economia, perché permette di ottimizzare la qualità dei servizi e migliorare il lavoro dei dipendenti.

La connettività diffusa in tutti gli spazi – dalla data platform alla banda larga, passando per la rete Wi-Fi pubblica all’hybrid cloud – è essenziale in vista dello sviluppo di una città pronta a diventare #RomaCapitaleSmart, ne garantisce la resilienza, l’operatività della macchina amministrativa e il perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030.
L’obiettivo della smart city è semplificare la vita del cittadino, per questo servono investimenti sul digitale a livello comunale, regionale e ministeriale; serve ottimizzare i costi e ridurre gli spostamenti puntando sullo smart working.
Oggi l’obiettivo è di adottare un paradigma di smart working che sia agile, robusto dal punto di vista della sicurezza informatica, aperto e che non infici il livello di servizio che Roma Capitale eroga ai propri cittadini e alle imprese. Per questo l’amministrazione capitolina intende muoversi in 4 direzioni:

1. massiva sostituzione di tutte le postazioni fisse dei dipendenti in smart working con postazioni portatili;
2. individuazione per tutte le tipologie di utenti dell’ambito tecnologico più corretto per permettere loro di lavorare da casa e accedere a tutti gli applicativi gestionali (VPN, remot up, virtual desktop access – VDA);
3. promozione dell’utilizzo di una piattaforma di collaboration, in modo da aumentare la produttività del dipendente informatizzato;
4. evoluzione della rete di fonia, in modo da legare il numero di telefono fisso del dipendente pubblico alla propria postazione attraverso il progetto di convergenza VoIP (Voice over IP).

Roma Capitale Innovation Lab: importanza delle infrastrutture e dei dati alla base della smart city

In un secondo incontro si è parlato del modo in cui questi tre elementi “partecipazione, innovazione e sostenibilità” possono combinarsi efficacemente tra di loro nelle attività gestionali della governance della pubblica amministrazione. Sono intervenuti relatori di Roma Capitale e ACEA.

“Human e green”: dalla governance partecipata allo sviluppo sostenibile

Roma Capitale ha dato avvio ad un ripensamento del ruolo della partecipazione popolare nell’agire amministrativo e delle modalità con cui relazionarsi ai cittadini. L’obiettivo è quello di coinvolgere in modo sempre più consapevole la comunità locale nei processi decisionali dell’ente in un’ottica di collaborazione e di co-progettazione.
Uno degli ultimi strumenti di partecipazione introdotto nell’ordinamento capitolino è il Bilancio Partecipativo 2019. Un cambio di prospettiva che ha permesso ai cittadini e all’amministrazione di decidere insieme, per la prima volta, come investire 20 milioni di euro per progetti di sostenibilità ambientale, tutela del decoro urbano, riqualificazione del territorio, mobilità sostenibile: 193 proposte avanzate dai cittadini, di cui 73 ammesse; 38 proposte avanzate dai municipi per un totale di 111 candidature ammesse al voto popolare. Di queste 65 progetti alla fine del 2019 hanno visto il loro inserimento nel programma degli investimenti di Roma Capitale.

Quale visione della città e quale idea di sviluppo sostenibile emergono, dunque, dai progetti del bilancio partecipativo? Per saperlo vi proponiamo qui la registrazione dell’evento.

Roma Capitale “human e green”: dalla governance partecipata allo sviluppo sostenibile

Come abbiamo più volte sottolineato, l’emergenza dovuta al diffondersi del Covid- 19 ha ridisegnato le dimensioni del vivere quotidiano e ridefinito il panorama dell’innovazione della governance, a partire dai servizi e delle competenze digitali.

Come oggi il digitale impatta sull’innovazione e sui nuovi modelli di governance di Roma Capitale?

Al centro di questo terzo incontro il digitale, che si è rivelato un alleato determinante per gestire l’emergenza sanitaria; elaborare strategie di risposte efficaci e selettive per la pubblica amministrazione; continuare a erogare servizi essenziali ai cittadini e assicurare il funzionamento della macchina amministrativa.
Durante l’incontro sono state esaminate le risposte promosse da Roma Capitale su diversi temi, quali: smart working, formazione e competenze digitali dei dipendenti, digital divide, trasformazione digitale della PA e rielaborazione della relazione con i cittadini in ottica cross canale.

“Roma Capitale on life”: l’innovazione della governance a partire dai servizi e dalle competenze

Per meglio reagire dinanzi alle difficoltà, Roma Capitale ha cercato di ispirarsi al modello della “resilienza trasformativa” mettendo a sistema beni e servizi per lo sviluppo del paese e per il benessere dei cittadini partendo da tre elementi: l’innovazione e quindi l’utilizzo dell’intelligenza delle tecnologie digitali; la sostenibilità e la condivisione dei dati.
Dunque, in un’ottica di revisione del governo del territorio diventa fondamentale il ricorso alla rete di relazioni con aziende partecipate e partner tecnologici. Sono intervenuti relatori di Roma Capitale e ACEA.

L’approccio ad ecosistema fra gli stakeholder della città per lo sviluppo socio economico della comunità

In questa occasione Roma Capitale ha raccontato la sua esperienza in fatto di interazione ed integrazione dei servizi. Il modello a cui guardare è quello degli ecosistemi, vasi comunicanti che avvalendosi delle tecnologia riescono a facilitare il dialogo tra pubbliche amministrazioni e tra queste e soggetti terzi per l’erogazione sinergica dei servizi. Un sistema che non può prescindere dalla raccolta, condivisione ed elaborazione dei dati che consentono di creare servizi a misura di city users.

Tra i progetti di innovazione tecnologica, a cui l’amministrazione attribuisce valore, è stato richiamato “Piazze Smart”. In che modo è perché le piazze si fanno intelligenti e a misura di cittadino e perché rappresentano un elemento infrastrutturale significativo per Roma Capitale? Per saperlo basta rivedere la puntata, qui riportata.

“Roma Capitale: l’approccio ad ecosistema fra gli stakeholder della città

Lo scenario turistico culturale mondiale è stato completamente travolto dall’emergenza pandemica, che ha costretto le amministrazioni a ripensare e a riorganizzare nuovi modelli di promozione e fruizione dell’intero patrimonio storico-artistico-culturale.

Il nuovo respiro turistico, culturale e produttivo della città eterna

L’industria del turismo solo un anno fa era una delle leve più importanti di sviluppo del territorio per l’Italia e soprattutto per Roma che richiamava 15 milioni di visitatori l’anno. Il quadro oggi è sensibilmente cambiato, ma quali sono le strategie che ha adottato l’amministrazione capitolina fin dall’inizio della pandemia e che cosa sta mettendo in campo adesso?

Occorre tenere alta l’attenzione sulla destinazione Roma nel contesto internazionale e quindi sollecitare con azioni digital, e il supporto di Zètema, alcuni target principali come quelli del Nord America. Nel breve termine bisognerà riposizionare Roma, individuare il valore di mercato che si vuole ripristinare e selezionare con azioni di marketing territoriale quel turismo che si intende raggiungere.
È per essere proattivi e competitivi che sono state compiute alcune azioni importanti, come la costituzione della DMO (Destination Marketing Organization) all’interno di Zètema, un’organizzazione pubblica responsabile del management della destinazione turistica, e la creazione del comitato di indirizzo per definire le strategie insieme agli stakeholder.
Roma Capitale ha inoltre avviato un’iniziativa promozionale che prevede il rilascio di un bollino Rome Safe Tourism per certificare la filiera del turismo, in termini di sicurezza sanitaria.

“Roma restart”: il nuovo respiro turistico, culturale e produttivo della città eterna

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