Gammaldi: “Regole condivise e semplificazione: è il senso della svolta pagoPA”

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15 Dicembre 2015

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Domenico Gammaldi, Banca d’Italia*

Negli anni più recenti il mondo dei pagamenti è stato interessato da profondi cambiamenti innescati dall’evoluzione del quadro normativo e della tecnologia; si sono affermati nuovi operatori e canali che hanno modificato le modalità di interazione del consumatore.

In questo scenario la realizzazione della SEPA, che si completerà con la migrazione dei prodotti di nicchia nel febbraio del prossimo anno, assume una peculiare valenza per la pubblica amministrazione in quanto la PA è, complessivamente considerata, il principale utente dei servizi di pagamento e ogni pagamento verso la PA è il punto terminale di un processo/procedimento amministrativo che, quanto meno nella fase finale, può essere semplificato con l’utilizzo di strumenti di pagamento standardizzati.

In questi anni però altri interventi regolamentari hanno interessato il comparto dei pagamenti della PA: la previsione, per tutti gli enti della PA, di rendere disponibile al cittadino il codice IBAN su cui indirizzare i pagamenti unitamente all’identificativo univoco del versamento (IUV), “costruito” con regole uniformi per tutte le amministrazioni, utile per agevolare una tempestiva riconciliazione dell’operazioni; l’obbligo per le PA di aderire, entro quest’anno, al c.d. Nodo dei pagamenti.

La domanda è se queste sono “norme”, di cui verificare il mero rispetto, o sono elementi che possono innescare un circolo virtuoso per migliorare il rapporto cittadino-PA e facilitare un ripensamento dei processi/procedimenti che originano il pagamento, sia esso un tributo o l’erogazione di un servizio di pubblica utilità, per realizzare la c.d. Amministrazione digitale (e-government).

Per questa valutazione occorre leggere le previsioni regolamentari innanzitutto come principi gestionali e il c.d. Nodo per i pagamenti è da considerare una infrastruttura di sistema della pubblica amministrazione di cui tutti i soggetti pubblici possono avvalersi nell’offerta dei servizi al cittadino. La scelta italiana di mettere a disposizione di tutti i soggetti pubblici una piattaforma per i pagamenti con regole condivise e note consente agli operatori di declinare liberamente l’offerta del servizio di pagamento e al cittadino di scegliere operatore e strumento da utilizzare con consapevolezza dei costi, in quanto resi pubblici direttamente sulla piattaforma.

Il valore infrastrutturale della piattaforma è da ricercare nella sua neutralità rispetto agli assetti organizzativi degli operatori e alle scelte di pagamento del cittadino: con l’adesione alla piattaforma l’operatore ha accesso immediato a tutti i potenziali fruitori di beni, servizi e “imposte” della pubblica amministrazione, dal suo canto l’istituzione pubblica aderendo alla piattaforma, al di là del rispetto di un obbligo, offre a tutti i cittadini una molteplicità di soluzioni per il pagamento in termini di soggetti e di strumenti. Neutralità è anche la possibilità per il cittadino di acquisire le informazioni utili per il pagamento e non cambiare le proprie abitudini di pagamento.

La scelta della pubblica amministrazione di individuare un marchio univoco (PagoPA) per i servizi offerti dalla piattaforma potrà facilitare l’inserimento di questi in maniera univocamente riconosciuta all’interno delle soluzioni di mobilità da parte dei prestatori di servizi di pagamento.

La piena condivisione delle regole della piattaforma per tutta la pubblica amministrazione unitamente alle funzionalità già attive (il pagamento a carrello) o previste (il preavviso dei pagamenti) offre l’opportunità per una semplificazione anche dei processi che vedono interagire più amministrazioni.

In prima battuta anche solo prevedendo che il cittadino proceda ad un’unica transazione per dare riscontro a più richieste concorrenti su un unico procedimento (e.g. il bollo e diritti) ovvero più servizi su un’unica amministrazione (e.g. più ticket su un’unica struttura sanitaria).

In uno scenario più innovativo poiché il codice identificativo unico del pagamento si ricollega al documento che motiva il pagamento, e che può essere una componente dell’identificativo, lo si potrebbe utilizzare anche quale componente input informativo di procedimenti complessi.

Non occorre però dimenticare che potendo interagire con altre iniziative attive, la fattura elettronica, o in fase di definizione: l’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR) e il Sistema Pubblico per la gestione dell’Identità Digitale di cittadini e imprese (SPID), la piattaforma dei pagamenti della PA può innescare un processo di reale ripensamento del rapporto PA – cittadino ispirato ad una sostanziale semplificazione.

D’altronde il ruolo che il sistema dei pagamenti pubblici può svolgere come vettore d’innovazione sia per il mercato dei pagamenti sia per il sistema economico nel suo complesso è riconosciuto anche dalla Banca Mondiale che qualche anno fa ha emanato linee guida per indirizzare i programmi di ammodernamento in questo specifico settore[1] che il progetto PagoPa coglie.

*I contributi di Domenico Gammaldi per FPA sono da ritenersi a titolo personale.



[1] General guidelines for the development of Government payments programs, World Bank, 2012, Washington.

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