I cittadini come “controllori” della PA

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Coinvolgere i cittadini è ancora il punto debole di qualunque progetto di realizzato dalla pubblica amministrazione. Eppure un piccolo progetto del Dipartimento della Funzione Pubblica sembra essere sulla buona strada, tanto da meritare una “convocazione” per la cerimonia di consegna dello European Public Sector Award a novembre. È la Bussola della trasparenza che offre ai cittadini l’opportunità di trasformarsi in controllori della PA e contribuire al miglioramento del nostro settore pubblico. Ne abbiamo parlato con Davide D’Amico, responsabile tecnico.

23 Ottobre 2013

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Tommaso Del Lungo

Coinvolgere i cittadini è ancora il punto debole di qualunque progetto di realizzato dalla pubblica amministrazione. Eppure un piccolo progetto del Dipartimento della Funzione Pubblica sembra essere sulla buona strada, tanto da meritare una “convocazione” per la cerimonia di consegna dello European Public Sector Award a novembre. È la Bussola della trasparenza che offre ai cittadini l’opportunità di trasformarsi in controllori della PA e contribuire al miglioramento del nostro settore pubblico. Ne abbiamo parlato con Davide D’Amico, responsabile tecnico.

Da quando nel lontano 2006 abbiamo cominciato a parlare, su queste pagine, di web sociale, partecipativo o 2.0, abbiamo sempre sottolineato l’importanza del cambiamento di logica necessario per passare dal modello “vetrina” al modello “piazza partecipata”. Partecipazione, collaborazione, reputazione, facilità d’uso sono tutti termini che abbiamo citato innumerevoli volte chiedendo un salto “mentale” ai nostri amministratori pubblici. Bene la Bussola della trasparenza del Dipartimento della Funzione Pubblica, nella sua nuova versione ci sembra un progetto che abbia colto in pieno l’esigenza di questo salto di mentalità, mettendolo in pratica.
Un piccolo progetto (il costo è stato di circa 20.000 euro ed è portato avanti con risorse quasi esclusivamente interne) che, nato come strumento di analisi e verifica formale, è riuscito a ripensarsi, fornendo ai propri utenti strumenti di collaborazione, partecipazione, sensibilizzazione civica… in una parola engagement.
Ma andiamo con ordine.

Il punto di partenza è senza dubbio l’EPSA 2013 lo European Public Sector Award. La Bussola è, infatti, uno dei 15 progetti europei selezionati per contendersi, il 26 e 27 novembre prossimo a Maastricht, la palma di “eccellenza” nel settore pubblico.  “Il fatto di essere arrivati così lontano è un riconoscimento che ci fa enormemente piacere – spiega Davide D’amico, responsabile tecnico della Bussola per il Dipartimento della Funzione Pubblica – soprattutto perché, in fase di visita, i valutatori dell’Unione Europea hanno mostrato di aver colto ed apprezzato gli aspetti più innovativi del nostro cruscotto, che negli anni si è trasformato da strumento di verifica formale a strumento abilitante per la partecipazione del cittadino”.

Ma cos’è esattamente la Bussola della Trasparenza?

Il progetto nasce nel 2010 con l’esigenza, per le strutture del Dipartimento della Funzione Pubblica, di monitorare gli adempimenti rispetto agli obblighi di trasparenza sui siti web cui sono chiamate le pubbliche amministrazioni. Un compito all’epoca davvero arduo, considerando l’enorme eterogeneità degli 11.000 siti da verificare e l’esiguità delle risorse (una task force di una decina di analisti). Venne quindi l’idea di proporre alle amministrazioni delle linee guida non vincolanti, che potessero rendere più semplice il compito di verifica, codificando sotto uno standard tutti gli obblighi di pubblicazione previsti dal legislatore fino a quel momento ed indicando dove andavano pubblicati. “È lì che abbiamo progettato e realizzato la Bussola – continua D’Amico – che in maniera automatica consentiva di verificare la corrispondenza tra il reale aggiornamento dei siti web della pa e gli obblighi di trasparenza. Ma questo è stato possibile solo in virtù del fatto che alcune amministrazioni hanno cominciato a seguire le Linee Guida del Dipartimento.  Cioè il sistema automatico “sapeva” cosa doveva andare a cercare e dove cercarlo”.
Con il Decreto legislativo 33 del marzo 2013, la standardizzazione delle “sezioni trasparenza” dei siti web della PA è divenuta norma e la Bussola è stata aggiornata secondo le nuove indicazioni.

Troppi dati da controllare, facciamoci aiutare dalla gente

La Bussola, quindi, “scandaglia” gli 11.000 siti web del proprio database, e controlla che l’albero del sito e l’home page contengano apposite sezioni dedicate alla trasparenza strutturate come previsto dalla legge. Come sottolinea D’Amico, però, “questo è ben diverso dal verificare che nelle sezioni ci siano dei contenuti e che questi contenuti siano di qualità. Per fare questo c’è bisogno di intelligenza umana, che entra in gioco nel momento in cui si abilita la collaborazione e la partecipazione dei cittadini”. Nella sua ultima versione la Bussola contiene, dunque, anche la  sezione “esprimi la tua opinione” che consente ai cittadini di effettuare un monitoraggio qualitativo sulle amministrazioni identificate come virtuose dal sistema automatico. In soldini: visto che i dati sono tantissimi e le risorse umane esigue e costose si ricorre alla collaborazione dei cittadini utilizzando ciò che nel paradigma dell’open government si potrebbe chiamare crowdsource, per “stanare i furbetti”. “La Bussola agevola questo processo di controllo – continua D’Amico – perché consente di avere una prima scrematura di tutti siti da controllare (solo quelli indicati come virtuosi dal sistema). Permette di avere sotto mano i link diretti alle sezioni dedicate alla trasparenza di un singolo sito in questione. Consente di navigare le sezioni senza muoversi dal cruscotto di analisi (si aprono delle finestre popup). E infine consente all’utente di lasciare un proprio commento sulla reale qualità dei contenuti della sezione”. 

Navigare, controllare e valutare, intervenire.

Da una parte uno strumento per la PA che si autovaluta e si mette in regola con l’allegato A del Decreto legislativo 33/2013. Dall’altra  uno strumento per il controllo civico e di segnalazione che agevola il lavoro delle strutture di controllo istituzionali e sociali. Tutti gli altri strumenti offerti dalla Bussola sono pensati in quest’ottica: dalle “classifiche” – che abilitano la competizione tra amministrazioni – ai “confronti tra più amministrazioni”, fino alla navigazione per area geografica che consente di incrociare gli indicatori con le aggregazioni territoriali. Il tutto sempre con un occhio all’open data, visto che tutte le informazioni, aggregate e non, sono scaricabili.
La Bussola della trasparenza è uno strumento di analisi dei dati. Più la amministrazioni sono ligie al loro dovere, più lo strumento è accurato, ma il vero motore del sistema è il cittadino che ha la possibilità, utilizzando la Bussola, di poter verificare e, in caso, “smentire” il dato ufficiale. Si distribuisce il sistema dei controlli e ogni cittadino diviene un potenziale controllore. Un controllo amichevole pensato per migliorare la PA, ma pur sempre un controllo.
“Per dare un esempio di quanto sia potente questo strumento se ben utilizzato possiamo citare il gruppo su facebook “Trasparenza dei siti web della pa”, che usa la Bussola per organizzare eventi di controllo sociale. In più di una occasione amministrazioni oggetto delle attenzioni di questo gruppo sono state segnalate agli organi di controllo e hanno dovuto correggere le loro sezioni dedicate alla trasparenza perché inadeguate. Una strategia di social marketing spontanea che non ci ha coinvolto direttamente, ma di cui siamo molto contenti”.

In bocca al lupo alla Bussola per il prossimo 26 e 27 novembre.

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